MODELLO DI ORGANIZZAZIONE

PARTE GENERALE

1. PREMESSA

Il presente documento è il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (di seguito il “Modello”) ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e successive modifiche (di seguito il “Decreto”) adottato nella corrente versione dal Consiglio di Amministrazione della Gianni Versace S.r.l. (di seguito “Società” / “Gianni Versace”) con delibera del 7/08/2023.

Con l’adozione del presente Modello, Gianni Versace ha inteso configurare e attuare un sistema strutturato e organico di principi e procedure organizzative e di controllo, idoneo a prevenire la commissione dei Reati sanzionati dal Decreto (di seguito i “Reati”) - in conformità a quella cultura aziendale della legalità cui fa cenno la Relazione al Decreto - nel rispetto della propria corporate governance, intesa come sistema di governo finalizzato alla conduzione e alla gestione organizzativa ottimale. La governance di Gianni Versace si traduce da anni nell’adozione di una disciplina interna e di un Sistema di controllo che coniugano il raggiungimento dei migliori risultati nel perseguimento dell’oggetto sociale con la piena conformità alle normative e nel rispetto dei principi e delle regole sostanziali sanciti nel “Capri Holdings Codice di Condotta ed Etica Aziendale” (di seguito anche “Codice Etico”).

Il Modello si propone le seguenti finalità:

  • la diffusione di una cultura di impresa improntata alla correttezza, alla trasparenza e alla legalità: la Società condanna ogni comportamento contrario alla legge o alle disposizioni interne e, in particolare, alle disposizioni contenute nel presente Modello e nei suoi protocolli;
  • la diffusione di una cultura del controllo;
  • un’efficiente ed equilibrata organizzazione dell’impresa, con particolare riguardo alla formazione delle decisioni e alla loro trasparenza, alla previsione di controlli, preventivi e successivi, nonché alla gestione dell’informazione interna ed esterna;
  • l'implementazione di misure idonee a eliminare tempestivamente eventuali situazioni di rischio di commissione dei Reati;
  • un’adeguata informazione dei Destinatari (come di seguito definiti) circa le attività che comportano il rischio di realizzazione dei Reati.

 

2. DEFINIZIONI

i. “Modello”: il presente Modello di organizzazione, gestione e controllo previsto dal D. Lgs. 231/2001;

ii. “D. Lgs. 231/2001” o anche, brevemente “Decreto”: il Decreto Legislativo n. 231 dell’8 giugno 2001 e successive modifiche e/o integrazioni.

iii. “Soggetti apicali”: persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o direzione della Società o di una sua unità dotata di autonomia finanziaria e funzionale, o che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo della Società;

iv. “Soggetti subordinati”: persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti apicali;

v. “Attività Sensibili”: le attività che possono comportare il rischio di commissione dei Reati;

vi. “Organi Sociali”: i membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale di Gianni Versace S.r.l.

vii. “Organismo di Vigilanza”: o anche brevemente “OdV”: organismo preposto alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del Modello e al relativo aggiornamento di cui all’art. 6 lettera b) del Decreto;

viii. “P.A.”: la Pubblica Amministrazione, inclusi i relativi funzionari e i soggetti incaricati di pubblico servizio.

ix. “Partner”: controparti contrattuali di Gianni Versace S.r.l., quali ad esempio fornitori, agenti, licenziatari, clienti, partner, sia persone fisiche che persone giuridiche, con cui Gianni Versace S.r.l. addivenga ad una qualunque forma di collaborazione contrattualmente regolata, ove destinati a cooperare con l’azienda nell’ambito delle attività sensibili;

x. “Reati presupposto”: o anche brevemente “Reati”: gli specifici reati ai quali si applica la disciplina prevista dal D. Lgs. 231/2001 e successive modifiche e variazioni;

xi. “Protocolli di controllo”: protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente in relazione ai reati da prevenire;

xii. “Procedura”: norma organizzativa che descrive ruoli, responsabilità e modalità operative di realizzazione di un processo aziendale o di una sequenza di attività

3. STRUTTURA DEL MODELLO

Il Modello si compone di una Parte Generale e di una Parte Speciale.

La Parte Generale ha ad oggetto la descrizione della disciplina contenuta nel D.lgs. 231/2001, l’indicazione – nelle parti rilevanti ai fini del Decreto – della normativa specificamente applicabile alla Società, la descrizione dei reati rilevanti per Gianni Versace S.r.l., l’indicazione dei destinatari del Modello, i principi di funzionamento dell’Organismo di Vigilanza, la definizione di un sistema sanzionatorio dedicato al presidio delle violazioni del Modello, l’indicazione degli obblighi di comunicazione del Modello e di formazione del personale.

La Parte Speciale si compone di una parte introduttiva e di specifiche “Sezioni reato”, relative alle diverse tipologie di Reati astrattamente applicabili a Gianni Versace S.r.l. e che riportano (i) la descrizione della fattispecie del reato, (ii) le attività sensibili, (iii) i presidi e controlli in essere. Le Sezioni Reato sono le seguenti:

  • “Parte Speciale” A si riferisce ai “Reati contro la Pubblica Amministrazione” (tipologie di reato contemplate negli articoli 24 e 25 del D. lgs. 231/01);
  • “Parte Speciale” B si riferisce ai “Reati di criminalità informatica (cybercrime)”, introdotti dalla Legge 48/2008 (tipologie di reato contemplate nell’art. 24 bis del D.lgs. 231/2001);
  • “Parte Speciale” C si riferisce ai “Reati di criminalità organizzata” introdotti dalla Legge 94/2009 (tipologie di reato contemplate nell’art. 24 ter del D.lgs. 231/2001);
  • “Parte Speciale” D si riferisce ai “Reati in materia di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento” (tipologie di reato contemplate nell’art. 25 bis del D. lgs. 231/2001);
  • “Parte Speciale” E si riferisce ai “Delitti contro l’industria e il commercio” (tipologie di reato contemplate nell’art. 25 bis 1 del D. lgs. 231/2001);
  • “Parte Speciale” F si riferisce ai “Reati Societari” (tipologie di reato contemplate nell’art. 25 ter del D. lgs. 231/2001);
  • “Parte Speciale” G si riferisce ai “Reati in ambito di Sicurezza sul lavoro” (tipologie di reato contemplate nell’art. 25-septies del D. lgs. 231/2001);
  • “Parte Speciale” H si riferisce ai “Reati di Ricettazione, Riciclaggio ed Autoriciclaggio” (tipologie di reato contemplate nell’art. 25 octies del D. lgs. 231/2001);
  • “Parte Speciale” I si riferisce ai “Reati in materia di violazione del diritto d’autore” (tipologie di reato contemplate nell’art. 25 novies del D. lgs. 231/2001);
  • “Parte Speciale” J si riferisce ai “Reati di Induzione a non rendere dichiarazioni mendaci all’Autorità Giudiziaria” (tipologie di reato contemplate nell’art. 25 decies del D. lgs. 231/2001);
  • “Parte Speciale” L si riferisce ai “Reati ambientali”, introdotti nel Decreto dal D.Lgs. 121/2011 (tipologie di reato contemplate nell’art. 25 undecies del D. lgs. 231/2001);
  • “Parte Speciale” M si riferisce al “Reato di impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare”, introdotto dal D.lgs. n. 109/2012 (art. 25-duodecies);
  • “Parte Speciale” N si riferisce al “Delitti contro la personalità industriale”, introdotti dalla Legge 228/2003 (tipologie di reato contemplate nell’art. 25 quinquies del D.lgs. 231/2001);
  • “Parte Speciale” O si riferisce ai “Reati di abuso di mercato”, introdotti dalla Legge n. 62/2005 (art. 25-sexies);
  • “Parte Speciale” P si riferisce al “Razzismo e Xenofobia, introdotto dalla Legge n. 167 del 20/11/2017 (art. 25-tredecies).
  • “Parte Speciale” Q si riferisce ai “Reati tributari”, introdotto dalla L. n. 157/2019 (art. 25-quinquiesdecies);
  • “Parte Speciale” R si riferisce ai “Delitti di contrabbando”, introdotto dal D.lgs. 75/2020 (art. 25-sexiesdecies);
  • “Parte Speciale” S si riferisce ai Delitti in materia di strumenti di pagamento diversi dai contanti, introdotto dal D.lgs.n. 75/2020 (art. 25-octies.1).
  •  
Costituiscono parte integrante del Modello i seguenti documenti:
  • il Codice Etico;
  • il Risk Self Assessment finalizzato all’individuazione delle attività sensibili, qui integralmente richiamato e agli atti della Società;
  • le Policy, procedure e norme comportamentali in vigore.
Tali atti e documenti sono reperibili, secondo le modalità previste per la loro diffusione, all’interno dell’azienda.

 

4. DESTINARI

I “Destinatari” del Modello sono:

  • gli Amministratori e ogni altro soggetto in posizione apicale e tutti coloro che rivestono nella Società funzioni di rappresentanza, amministrazione e direzione, anche di fatto, di Gianni Versace S.r.l. o comunque di un sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale;
  • tutti i dipendenti e, in particolare, quanti svolgano le attività identificate a rischio. Le prescrizioni del presente Modello devono, pertanto, essere rispettate da tutti i lavoratori che sono legati alla Società da un rapporto di lavoro subordinato - dirigenti, quadri, impiegati, operai;
  • tutti i collaboratori sottoposti alla direzione o vigilanza del management aziendale della Società che collaborano con la Società in forza di un rapporto di lavoro parasubordinato o che, pur esterni alla Società, operino, direttamente o indirettamente (stabilmente o temporaneamente), per conto della stessa (quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, prestatori di lavoro temporaneo, interinali, collaboratori a qualsiasi titolo, procuratori, agenti, consulenti, fornitori, partner commerciali ecc.) - di seguito, collettivamente, i “Terzi Destinatari”.

Il Modello costituisce regolamento interno della Società, che vincola tutti i Destinatari a qualunque livello dell’organizzazione aziendale essi operino. Il divieto dei comportamenti sanzionati dal Decreto e il rispetto delle disposizioni contenute nel Codice Etico è richiesto anche a fornitori, consulenti e partner d’affari tramite la stipula di apposite clausole contrattuali. In particolare, l’osservanza delle disposizioni del Modello è parte essenziale delle obbligazioni contrattuali dei Dipendenti ai sensi e per gli effetti delle disposizioni di cui all’art. 2104 e seguenti c.c. I Destinatari hanno inoltre l’obbligo di:

  • a) astenersi da comportamenti contrari alle disposizioni del Modello ed alle norme di legge applicabili;
  • b) rivolgersi ai propri superiori ovvero all’OdV per i necessari chiarimenti sulle modalità applicative del Modello e/o delle leggi applicabili;
  • c) riferire all’OdV qualsiasi violazione, anche solo potenziale, del Modello con le modalità descritte nel paragrafo 12.5;
  • d) collaborare con l’OdV e con i Responsabili Interni, come indicato nelle Parti Speciali del Modello, nonché in caso di eventuali indagini effettuate dalla Società, dall’OdV o da autorità pubbliche in relazione a presunte violazioni del Modello e/o del Codice Etico.

Gianni Versace dedica la necessaria attenzione, al fine della corretta ed efficace attuazione del Modello, a garantirne la diffusione, verificarne la conoscenza da parte di tutti i soggetti rilevanti per l’attuazione dello stesso.

La Società effettua inoltre una costante attività di aggiornamento del Modello e di verifica della conoscenza da parte del personale dipendente e dei soggetti posti in posizione apicale.

5. IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: IL DECRETO LEGISLATIVO N.231/2001 E LA SUA EVOLUZIONE

5.1. Il regime della responsabilità amministrativa da reato ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231

Il Decreto, emanato in data 8 giugno 2001 e intitolato “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle Società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’art. 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300”, ha introdotto per la prima volta nell’ordinamento giuridico nazionale la responsabilità amministrativa a carico dei soggetti diversi dalle persone fisiche (di seguito “Enti”).

Segnatamente, la legge delega n. 300 del 2000, che ratifica, tra l’altro, la Convenzione sulla tutela finanziaria delle Comunità europee del 26 luglio 1995, la Convenzione UE del 26 maggio 1997 relativa alla lotta contro la corruzione e la Convenzione OCSE del 17 settembre 1997 sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali, ottempera agli obblighi previsti da siffatti strumenti internazionali e, in specie, comunitari i quali dispongono appunto la previsione di paradigmi di responsabilità delle persone giuridiche e di un corrispondente sistema sanzionatorio, che colpisca la criminalità d’impresa.

Il D.lgs.231/2001 si inserisce dunque in un contesto di attuazione degli obblighi internazionali e – allineandosi con i sistemi normativi di molti paesi - istituisce la responsabilità della societas, considerata “quale autonomo centro di interessi e di rapporti giuridici, punto di riferimento di precetti di varia natura, e matrice di decisioni ed attività dei soggetti che operano in nome, per conto o comunque nell’interesse dell’ente” (così la “Commissione Grosso” nella relazione al progetto preliminare di riforma del codice penale).

L’istituzione della responsabilità amministrativa delle società nasce dalla considerazione empirica che frequentemente le condotte illecite commesse all’interno dell’impresa, lungi dal conseguire ad un’iniziativa privata del singolo, rientrano piuttosto nell’ambito di una diffusa politica aziendale e conseguono a decisioni di vertice dell’ente medesimo.

La scelta legislativa muove altresì dalla convinzione che vi siano reati che possono essere resi più agevoli, o che possono condurre a conseguenze più gravi, proprio attraverso un utilizzo indebito e distorto delle strutture societarie

5.2. La natura della responsabilità

Con riferimento alla natura della responsabilità amministrativa del D. lgs. 231/2001, la Relazione illustrativa al Decreto sottolinea la “nascita di un tertium genus che coniuga i tratti essenziali del sistema penale e di quello amministrativo nel tentativo di contemperare le ragioni dell’efficacia preventiva con quelle, ancor più ineludibili, della massima garanzia”.

Il Decreto ha infatti introdotto nel nostro ordinamento una forma di responsabilità della società di tipo “amministrativo” – in ossequio al dettato dell’art. 27, comma 1 della Costituzione della Repubblica Italiana (“La responsabilità penale è personale”).

Pur tuttavia, nella realtà, si tratta di una responsabilità penale-amministrativa, poiché, nonostante sia stata definita “amministrativa” dal legislatore e pur comportando sanzioni nominalmente amministrative, presenta i caratteri tipici della responsabilità penale in quanto consegue alla realizzazione di un Reato, è accertata attraverso un procedimento penale e sanzionata solo attraverso le garanzie proprie del processo penale.

5.3. Le fattispecie di reato disciplinate dal Decreto e dalle successive modificazioni

La responsabilità dell’Ente non discende da qualunque reato ma unicamente dalla commissione dei Reati.

Alla data di adozione del presente Modello i Reati previsti dal Decreto appartengono alle seguenti categorie:

  • (a) Reati contro la Pubblica Amministrazione (artt. 24 e 25 del Decreto);
  • (b) Delitti informatici e trattamento illecito di dati (art. 24-bis del Decreto, introdotto dall’art. 7 della legge 18 marzo 2008, n. 48, recante “Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla criminalità informatica fatta a Budapest il 23 novembre 2001, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno”);
  • (c) Delitti di criminalità organizzata (art. 24-ter del Decreto, introdotto dall’art. 2, comma 29, della legge 15 luglio 2009, n. 94, recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”);
  • (d) Falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento (art. 25-bis del Decreto, introdotto dall’art. 6 del decreto legge 25 settembre 2001, n. 350, convertito in legge 23 novembre 2001 n. 409 recante “Disposizioni urgenti in vista dell’introduzione dell’euro (…)”, come da ultimo modificato dalla legge 23 luglio 2009, n. 99);
  • (e) Delitti contro l’industria e il commercio (art. 25-bis.1 del Decreto, introdotto dall’art. 15, comma 7, lettera b), della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”);
  • (f) Reati societari (art. 25-ter del Decreto, introdotto dall’art. 3, comma 2 del D.Lgs. 11 aprile 2002 n. 61 recante “Disciplina degli illeciti penali ed amministrativi riguardanti le società commerciali, a norma dell’art. 11 della legge 3 ottobre 2001, n. 366”, come modificato dalla legge 28 dicembre 2005, n. 262, dalla legge 6 novembre 2012, n. 190 e, da ultimo, dalla legge 27 maggio 2015, n. 69).
  • (g) Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico (art. 25-quater del Decreto, introdotti dall’art. 3 della legge del 14 gennaio 2003, n.7, recante “Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo, fatta a New York il 9 dicembre 1999, e norme di adeguamento dell’ordinamento interno”);
  • (h) Pratiche di mutilazione di organi genitali femminili (art. 25-quater.1 del Decreto, introdotto dall’art. 8 della legge del 9 gennaio 2006, n. 7, recante “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”);
  • (i) Delitti contro la personalità individuale (art. 25-quinquies del Decreto, introdotto dall’art. 5 della legge dell’11 agosto 2003, n. 228, recante “Misure contro la tratta di persone”, come modificato dalla legge n. 38 del 6 febbraio 2006, dal decreto legislativo n. 39 del 4 marzo 2014 e, da ultimo, dalla Legge n. 199 del 29 ottobre 2016);
  • (j) Abusi di mercato (art. 25-sexies del Decreto, introdotto dall’art. 9 della legge del 18 aprile 2005, n. 62, recante “Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee. Legge comunitaria 2004”);
  • (k) Omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro (art. 25-septies del Decreto, introdotto dall’art. 9 della legge 3 agosto 2007, n. 123, recante "Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia" e successivamente modificato dall’art. 300 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”);
  • (l) Ricettazione, riciclaggio ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, nonché autoriciclaggio (art. 25-octies del Decreto, introdotto dall’art. 63, comma 3 del D.lgs. 21 novembre 2007, n. 231, recante “Attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, nonché della direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione”, come modificato dalla legge 15 dicembre 2014, n. 1861) ;
  • (m) Delitti in materia di strumenti di pagamento diversi dai contanti (art. 25-octies.1 del Decreto, introdotto D.lgs.184/2021, recante “Attuazione della direttiva (UE) 2019/713 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa alla lotta contro le frodi e le falsificazioni di mezzi di pagamento diversi dai contanti e che sostituisce la decisione quadro 2001/413/GAI del Consiglio”;
  • (n) Delitti in materia di violazione del diritto d’autore (art. 25-novies del Decreto, introdotto dall’art. 15, comma 7, lettera c) della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”);
  • (o) Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria (art. 25-decies del Decreto, introdotto dall’art. 4, comma 1, della legge 3 agosto 2009, n. 116 recante “Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dalla Assemblea generale dell'ONU il 31 ottobre 2003 con risoluzione n. 58/4, firmata dallo Stato italiano il 9 dicembre 2003, nonché norme di adeguamento interno e modifiche al codice penale e al codice di procedura penale”, come successivamente sostituito dall'articolo 2 del D. Lgs. 7 luglio 2011, n. 121);
  • (p) Reati ambientali (art. 25-undecies del Decreto, introdotto dall’art. 2, comma 2, del D.lgs. 7 luglio 2011, n. 121 recante “Attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, nonché della direttiva 2009/123/CE che modifica la direttiva 2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni per violazioni”, come modificato dalla legge 22 maggio 2015, n. 68);
  • (q) Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (art. 25-duodecies del Decreto, introdotto dall'art. 2, comma 1, del D. Lgs. 16 luglio 2012, n. 109 recante “Attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare”);
  • (r) Razzismo e xenofobia (art. 25-terdecies del Decreto, introdotto dalla legge 20.11.2017, n. 167);
  • (s) Reati transnazionali (art. 10 della legge del 16 marzo 2006, n. 146, recante “Ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine transnazionale, adottati dall’Assemblea generale il 15 novembre 2000 ed il 31 maggio 2001”, come modificati dal D.Lgs. 21 novembre 2007, n. 231);
  • (t) Reati in materia di frode in competizioni sportive, esercizio abusivo di gioco o di scommessa e giochi d’azzardo esercitati a mezzo di apparecchi vietati (art. 25-quaterdecies del Decreto, introdotto dalla legge del 03.05.2019, n. 39, recante “Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione di competizioni sportive, fatta a Magglingen il 18 settembre 2014”. 
  • (u) Reati tributari (art. 25-quinquiesdecies del Decreto, introdotto dalla L. n. 157/2019 e successivamente modificato dal D.lgs. 75/2020);
  •      (v) Delitti di Contrabbando (art. 25-sexiesdecies del Decreto, introdotto dal D.lgs. 75/2020);
  • (w) Delitti contro il patrimonio culturale (artt. 25-septiesdecies e 25-duodevicies del Decreto, introdotto dalla Legge n.9/2022 recante “Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale”).

A seguito delle analisi svolte (come descritte al paragrafo 6.4 del presente Modello) è stato ritenuto che le seguenti fattispecie di Reato non siano applicabili a Gianni Versace S.r.l.:

  • (a) Delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico (art. 25-quater del Decreto, introdotti dall’art. 3 della legge n. 7 del 14 gennaio 2003, recante “Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo, fatta a New York il 9 dicembre 1999, e norme di adeguamento dell’ordinamento interno”);
  • (b) Pratiche di mutilazione di organi genitali femminili (art. 25-quater.1 del Decreto, introdotto dall’art. 8 della legge n. 7 del 9 gennaio 2006, recante “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”);
  • (c) Reati in materia di frode in competizioni sportive, esercizio abusivo di gioco o di scommessa e giochi d’azzardo esercitati a mezzo di apparecchi vietati (art. 25-quaterdecies del Decreto, introdotto dalla legge del 03.05.2019, n. 39, recante “Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla manipolazione di competizioni sportive, fatta a Magglingen il 18 settembre 2014”).
  • (d) Delitti contro il patrimonio culturale (artt. 25-septiesdecies e 25-duodevicies del Decreto, introdotto dalla Legge n. 9/2022 recante “Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale”).

In considerazione dell’attività propria di Gianni Versace, come risultante dall’analisi condotta per la predisposizione del presente Modello di cui al successivo paragrafo 6.4, i Reati astrattamente applicabili a Gianni Versace sono i seguenti con indicazione delle fattispecie astrattamente applicabili e rilevanti per ciascuna categoria di Reato:

  • (a) Reati contro la Pubblica Amministrazione (artt. 24 e 25 del Decreto), se commessi in danno dello Stato o di altro ente pubblico:
    • malversazione di erogazioni pubbliche (art. 316-bis c.p.);
    • indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316-ter c.p.);
    • corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318 c.p.; art. 321 c.p.);
    • corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.; art. 321 c.p.);
    • corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.; art. 321 c.p.);
    • induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.);
    • corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art. 320 c.p.; art. 321 c.p.);
    • istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.);
    • truffa aggravata in danno dello Stato o di un altro ente pubblico o delle Comunità europee (art. 640, comma 2, n. 1, c.p.);
    • truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.);
    • frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640-ter c.p.);
    • traffico di influenze illecite (art. 346-bis c.p.).
  • (b) Delitti informatici e trattamento illecito di dati (art. 24-bis del Decreto): 
    • documenti informatici (art. 491-bis c.p.);
    • accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter c.p.);
    • detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature, codici e altri mezzi atti all’accesso a sistemi informatici o telematici (art. 615-quater c.p.);
    • detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615-quinquies c.p.);
    • intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quater c.p.);
    • detenzione, diffusione e installazione di apparecchiature e di altri mezzi atti ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quinquies c.p.);
    • danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis c.p.);
    • danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635-ter c.p.);
    • danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635-quater c.p.);
    • danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art. 635-quinquies c.p.).
  • (c) Delitti di criminalità organizzata (art. 24-ter del Decreto):
    • associazione per delinquere (art. 416 c.p.);
    • associazioni di tipo mafioso anche straniere (art. 416-bis c.p.)
  • (d) Falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento (art. 25-bis del Decreto):
    • spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art. 455 c.p.).
  • (e) Delitti contro l’industria e il commercio (art. 25-bis.1 del Decreto):
    • frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.)
    • vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.).
    • fabbricazione e commercio di beni usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517- ter c.p.).
  • (f) Reati Societari (art. 25-ter del Decreto):
    • false comunicazioni sociali (artt. 2621 e 2621-bis c.c.);
    • impedito controllo (art. 2625 secondo comma c.c.);
    • illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art. 2628 c.c.);
    • illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art. 2627 cod. civ.);
    • operazioni in pregiudizio dei creditori (art. 2629 cod. civ.);
    • formazione fittizia del capitale (art. 2632 cod. civ.);
    • ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638 cod. civ.);
    • corruzione tra privati (art. 2635 c.c.);
    • istigazione alla corruzione tra privati (art.2635 bis c.c.).
  • (g) Delitti contro la personalità individuale (art. 25-quinquies del Decreto):
    • riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù (art. 600 c.p.);
    • intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603 c.p.).
  • (h) Omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro (art. 25-septies del Decreto):
    • omicidio colposo (art. 589, comma 2, c.p.);
    • lesioni personali colpose (art. 590, comma 3, c.p.).
  • (i) Ricettazione, riciclaggio ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, nonché autoriciclaggio (art. 25-octies del Decreto):
    • ricettazione (art. 648 c.p.);
    • riciclaggio (art. 648-bis c.p.);
    • impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648-ter c.p.);
    • autoriciclaggio (art. 648-ter.1. c.p.).
  • (j) Delitti in materia di violazione del diritto d’autore (art. 25-novies del Decreto):
    • delitti di violazione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio (artt. 171 comma 1 lettera a-bis, 171-bis e 171-ter della legge 22 aprile 1941, n. 633).
  • (k) Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria (art. 25-decies del Decreto):
    • induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (art. 377-bis c.p.).
  • (l) Reati ambientali (art. 25-undecies del Decreto):
    • distruzione o deterioramento di habitat all'interno di un sito protetto (art. 733-bis c.p.);
    • violazione di norme in materia ambientale (art. 137 D. lgs. 3 aprile 2006, n. 152) che richiama le fattispecie di reato di scarichi sul suolo (art. 103 del D. lgs. 3 aprile 2006, n. 152), scarichi nel sottosuolo e nelle acque sotterranee (art. 104 del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152), scarichi in reti fognarie (art. 107 del D. lgs. 3 aprile 2006, n. 152) e scarichi di sostanze pericolose (art. 108 del D. lgs. 3 aprile 2006, n. 152);
    • attività di gestione di rifiuti non autorizzata (art. 256 del D. lgs. 3 aprile 2006, n. 152) che richiama le fattispecie di cui al medesimo decreto di autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti (art. 208), rinnovo delle autorizzazioni alle imprese in possesso di certificazione ambientale (art. 209), autorizzazioni in ipotesi particolari (art. 210), autorizzazione di impianti di ricerca e di sperimentazione (art. 211), albo nazionale gestori ambientali (art. 212), determinazione delle attività e delle caratteristiche dei rifiuti per l'ammissione alle procedure semplificate (art. 214), autosmaltimento (art. 215), operazioni di recupero (art. 216), divieto di abbandono (art. 192), divieto di miscelazione di rifiuti pericolosi (art. 187) e rifiuti elettrici ed elettronici, rifiuti sanitari, veicoli fuori uso e prodotti contenenti amianto (art. 227);
    • violazione degli obblighi in materia di bonifica dei siti (art. 257 del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152);
    • violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari (art. 258 del D. lgs. 3 aprile 2006, n. 152);
    • traffico illecito di rifiuti (art. 259 del D. lgs. 3 aprile 2006, n. 152);
    • attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (art. 452-quaterdecies c.p.);
    • sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti (art. 260-bis del D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152);
    • sanzioni (art. 279 del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152);
    • cessazione e riduzione dell'impiego delle sostanze lesive dello stato atmosferico di ozono (art. 3 legge del 28 dicembre 1993, n. 549);
    • distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto (art. 733 bis c.p.);
    • inquinamento ambientale (art. 452-bis c.p.);
    • disastro ambientale (art. 452-quater c.p.);
    • delitti colposi contro l’ambiente (art. 452-quinquies c.p.);
    • circostanze aggravanti (art. 452-octies c.p.).
  • (m) Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (art. 25-duodecies):
    • lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato - impiego di cittadini stranieri privi del permesso di soggiorno o il cui permesso di soggiorno sia scaduto, senza richiesta di rinnovo, o sia stato revocato o annullato (art. 22, comma 12-bis del D. lgs. 25 luglio 1998, n. 286).
  • (n) Reati transnazionali (art. 10 della legge n. 146 del 16 marzo 2006):
    • associazione per delinquere (art. 416 c.p.);
    • associazioni di tipo mafioso anche straniere (art. 416-bis c.p.)
    • induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria (art. 377-bis c.p.);
    • favoreggiamento personale (art. 378 c.p.).
  • (o) Razzismo e xenofobia (art. 25-terdecies):
    • razzismo e xenofobia (art. 5 c.2 della legge 167/2017).
  • (p) Abusi di mercato (art. 25-sexies):
    • manipolazione del mercato (art. 185 D.Lgs. n. 58/1998);
    • abuso di informazioni privilegiate (art. 184 D.Lgs. n. 58/1998). 
  • (q) Reati tributari (art. 25-quinquiesdecies del Decreto):   
    • dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti (art. 2 del D.lgs. 74/2000); 
    •           dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (art. 3 D.lgs. 74/2000);   
    • emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 8 D.lgs. 74/2000); 
    • occultamento o distruzione di documenti contabili (art. 10 D.lgs.  74/2000); 
    • sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte (art. 11 D.lgs. 74/2000); 
    • dichiarazione infedele (art. 4 D.lgs. 74/2000); 
    • omessa dichiarazione (art. 5 D.lgs. 74/2000); 
    • indebita compensazione (art. 10-quater D.lgs. 74/2000).    
  • (r) Delitti di contrabbando (art. 25-sexiesdecies del Decreto):
    • contrabbando nel movimento delle merci attraverso i confini di terra e gli spazi doganali (art. 282 DPR n. 73/1943);   
    • altri casi di contrabbando nel movimento delle merci attraverso i confini di terra e gli spazi doganali (art. 292 DPR n. 73/1943). 
  •  (s) Delitti in materia di strumenti di pagamento diversi dai contanti (art. 25-octies.1 del Decreto):
    • indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti (art. 493-ter c.p.);   
    • detenzione e diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a commettere reati riguardanti strumenti di pagamento diversi dai contanti (art. 493-quater c.p.).

 

5.4. Criteri di imputazione della responsabilità dell’Ente

Nel caso di commissione di uno dei Reati, l’Ente può essere considerato responsabile in presenza di determinate condizioni, qualificabili quali “criteri di imputazione dell’Ente”. I criteri per l’attribuzione della responsabilità all’Ente sono “oggettivi” e “soggettivi”.

I criteri di natura oggettiva prevedono che gli Enti possono essere considerati responsabili ogniqualvolta si realizzino i comportamenti illeciti tassativamente elencati nel Decreto purché:

  • a) il reato sia stato commesso nell’interesse o a vantaggio dell’Ente;
  • b) il reato sia stato commesso:
    • “da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo degli stessi” (cosiddetti “Soggetti Apicali”);
    • “da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui alla lettera a)” (cosiddetti “Soggetti Subordinati”).

Per quanto attiene alla nozione di “interesse”, esso si concretizza ogniqualvolta la condotta illecita sia posta in essere con l’intento di procurare un beneficio alla Società; la medesima responsabilità è del pari ascrivibile alla Società ogniqualvolta la stessa tragga dalla condotta illecita un qualche vantaggio (economico/patrimoniale o non) di tipo indiretto, pur avendo l'autore del reato agito senza il fine esclusivo di recare un beneficio alla persona giuridica. Al contrario, la responsabilità dell’Ente è esclusa nel caso in cui il Reato, seppur compiuto con violazione delle disposizioni del Modello, non abbia comportato alcun vantaggio né sia stato commesso nell’interesse dell’Ente, bensì a interesse e vantaggio esclusivo dell’autore della condotta criminosa.

L’interesse e il vantaggio dell’Ente sono due criteri alternativi e perché sussista la responsabilità dell’Ente è sufficiente che ricorra almeno uno dei due. La legge non richiede che il beneficio ottenuto o sperato dall’Ente sia necessariamente di natura economica: la responsabilità sussiste non soltanto allorché il comportamento illecito abbia determinato un vantaggio patrimoniale, ma anche nell’ipotesi in cui, pur in assenza di tale concreto risultato, il reato intenda favorire l’interesse dell’Ente. L’Ente non risponde invece se il reato è stato commesso indipendentemente o contro il suo interesse oppure nell’interesse esclusivo dell’autore del reato o di terzi. Gli articoli 6 e 7 del Decreto disciplinano i criteri di imputazione soggettiva della responsabilità dell’Ente, i quali variano a seconda che a realizzare il Reato sia un Soggetto Apicale o un Soggetto Subordinato.

L’interesse può rilevare anche nell’ambito del gruppo di imprese, nel senso che la controllante potrà essere ritenuta responsabile per il Reato commesso nell’attività della controllata qualora sia ravvisabile anche un interesse o vantaggio della controllante.

Tuttavia, perché possa ricorrere la responsabilità della controllante è necessario che:

  • l’interesse o vantaggio della controllante sia immediato e diretto, ancorché non patrimoniale;
  • il soggetto che ha concorso a commettere il Reato (con un contributo causalmente rilevante provato in concreto) sia funzionalmente collegato alla controllante.

Con riferimento ai Reati colposi, quali l’omicidio o le lesioni personali gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro (ex art. 25-septies del Decreto) e taluni reati ambientali (ex art. 25-undecies del Decreto), l’interesse e/o il vantaggio dell’Ente non andranno riferiti all’evento (quale, a titolo di esempio, la morte del lavoratore), ma alla condotta causativa di tale evento, purché consapevoli e volontarie finalizzate a favorire l’Ente2

Pertanto, l’interesse e/o il vantaggio potranno ravvisarsi nel risparmio di costi per la sicurezza ovvero nel potenziamento della velocità di esecuzione delle prestazioni o nell’incremento della produttività conseguenti alla mancata adozione delle necessarie tutele infortunistiche o ambientali imposte dall’ordinamento.

L’Ente non risponde invece se il Reato è stato commesso indipendentemente o contro il suo interesse oppure nell’interesse esclusivo dell’autore del reato o di terzi.

Gli articoli 6 e 7 del Decreto disciplinano i criteri di imputazione soggettiva della responsabilità dell’Ente, che variano a seconda che a realizzare il Reato sia un Soggetto Apicale o un Soggetto Subordinato.

Nel caso di Reati commessi da Soggetti Apicali, l’articolo 6 del Decreto prevede una forma specifica di esonero dalla responsabilità dell’Ente, qualora lo stesso dimostri che:

  • il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza del Modello, nonché di curare il suo aggiornamento, è stato affidato all’Organismo di Vigilanza;
  • non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’Organismo di Vigilanza;
  • le persone che hanno commesso il reato hanno agito eludendo fraudolentemente le misure previste dal Modello3.

Le condizioni sopra elencate devono concorrere congiuntamente affinché la responsabilità dell’Ente possa essere esclusa; l’esenzione dell’Ente da responsabilità dipende quindi dalla prova da parte dell’Ente medesimo dell’adozione ed efficace attuazione di un Modello di prevenzione dei Reati e della istituzione dell’OdV.

Nel caso invece di Reati commessi da un Soggetto Subordinato, l’articolo 7 del Decreto prevede che l’Ente sarà chiamato a rispondere solo nell’ipotesi in cui il Reato sia stato reso possibile dall’inosservanza degli obblighi di direzione e vigilanza, inosservanza che si considera esclusa se l’Ente, prima della commissione del Reato, ha adottato ed efficacemente attuato un Modello idoneo a prevenire i Reati.

Con specifico riferimento alla materia della salute e sicurezza sul luogo di lavoro, l’art. 30 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, stabilisce che il Modello idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa degli enti di cui al Decreto deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi:

  • al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici;
  • alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti;
  • alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
  • alle attività di sorveglianza sanitaria;
  • alle attività di informazione e formazione dei lavoratori;
  • alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori;
  • alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge;
  • alle periodiche verifiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate.

Il Modello deve prevedere idonei sistemi di registrazione dell’avvenuta effettuazione delle attività in precedenza elencate. Il Modello deve in ogni caso prevedere, per quanto richiesto dalla natura e dimensioni dell’organizzazione e dal tipo di attività svolta, un’articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche e i poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio, nonché un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello. Il Modello deve altresì prevedere un idoneo sistema di controllo sull’attuazione dello stesso e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate.

Infine, il suddetto art. 30 stabilisce che, in sede di prima applicazione, i Modelli elaborati conformemente a:

  • le Linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) del 28 settembre 2001, ovvero
  • il British Standard OHSAS 18001:2007
si presumono conformi ai requisiti più sopra enunciati per le parti corrispondenti.

La presunzione di conformità si riferisce alla valutazione di astratta idoneità preventiva del modello legale, ma non anche alla efficace attuazione, che verrà effettuata dal giudice sulla base dell’osservanza concreta e reale dell’effettiva implementazione del Modello4.

5.5. I reati commessi all’estero

Ai sensi dell’art. 4 del Decreto, l’Ente può essere chiamato a rispondere in Italia di Reati commessi all’estero a condizione che:

  • l’Ente abbia la propria sede principale nel territorio dello Stato italiano;
  • sussistano le condizioni generali di procedibilità previste dagli articoli 7, 8, 9, 10 del codice penale per poter perseguire in Italia un Reato commesso all’estero;
  • il Reato sia commesso all’estero da un soggetto funzionalmente legato all’Ente;
  • non proceda lo Stato del luogo in cui è stato commesso il Reato5.

5.6. Le sanzioni previste dal Decreto

Gli artt. 9-23 del D.lgs. 231/2001 prevedono a carico della società un articolato sistema sanzionatorio per gli illeciti penali previsti, comminando direttamente alla società, sanzioni, di varia gradazione ed in prevalenza pecuniarie, anche col fine di prevenzione nella commissione dei reati:

  • sanzioni pecuniarie;
  • sanzioni interdittive;
  • confisca;
  • pubblicazione della sentenza.

Sarà compito del Giudice penale competente, accertata la responsabilità dell’Ente, determinarne l’an e il quantum.

L’Ente è considerato responsabile anche nel caso in cui il Reato sia stato commesso nella forma del tentativo6 ; in tale ipotesi, le sanzioni pecuniarie e interdittive saranno ridotte da un terzo alla metà (art. 26 del Decreto).

Ai sensi dell’art. 26 del Decreto, l’Ente non risponde quando volontariamente impedisce il compimento dell’azione o la realizzazione dell’evento.

a) Sanzioni pecuniarie

In caso di condanna dell’ente, è sempre applicata la sanzione pecuniaria. La sanzione pecuniaria è determinata dal giudice attraverso un sistema basato su quote. Il numero delle quote (che vanno da un numero non inferiore a cento e non superiore a mille e di importo variabile fra un minimo di Euro 258,22 ad un massimo di Euro 1.549,007) dipende dalla gravità del reato, dal grado di responsabilità dell’ente, dall’attività svolta per eliminare le conseguenze del fatto e attenuarne le conseguenze o per prevenire la commissione degli atti illeciti. Al fine di rendere efficace la sanzione, l’importo della quota, inoltre, è determinato dal Giudice sulla base delle condizioni economiche e patrimoniali dell’Ente.

La sanzione pecuniaria è ridotta: (i) della metà8, quando a) l'autore del reato ha commesso il fatto nel prevalente interesse proprio o di terzi e l'Ente non ne ha ricavato vantaggio o ne ha ricavato un vantaggio minimo e b) il danno patrimoniale cagionato è di particolare tenuità; (ii) da un terzo alla metà, se l’Ente, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, ha a) integralmente risarcito il danno ed ha eliminato le conseguenze dannose o pericolose del reato ovvero si è adoperato a tal fine, o b) è stato adottato e reso operativo un Modello idoneo a prevenire Reati della specie di quello verificatosi; (iii) dalla metà a due terzi, ove concorrano entrambe le condizioni di cui alle lettere a) e b) del punto (ii) che precede.

b) Le sanzioni interdittive

Le sanzioni interdittive che possono essere comminate solo laddove espressamente previsto e si applicano in aggiunta alla sanzione pecuniaria, ma solo se espressamente previste per il reato per cui si procede e purché ricorra almeno una delle seguenti condizioni:

  • l’ente ha tratto dal reato un profitto rilevante e il reato è stato commesso da un soggetto apicale, o da un soggetto subordinato, ma solo qualora la commissione del reato sia stata agevolata da gravi carenze organizzative;
  • in caso di reiterazione degli illeciti.

Le sanzioni interdittive previste dal Decreto sono le seguenti:

  • interdizione dall’esercizio dell’attività: tale sanzione si applica soltanto quando le altre sanzioni risultano inadeguate alla fattispecie e comporta la sospensione o la revoca delle licenze o concessioni funzionali all’esercizio dell’attività;
  • sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito;
  • divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, salvo che per ottenere le prestazioni di pubblico servizio. Il divieto può essere limitato a determinati tipi di contratto o a determinati settori dell’amministrazione;
  • esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi e sussidi, e/o revoca di quelli eventualmente già concessi;
  • divieto di pubblicizzare beni o servizi.

Se necessario, le sanzioni interdittive possono essere applicate congiuntamente.

I Reati in relazione ai quali si applicano le sanzioni interdittive sono quelli previsti agli artt. 24, 24-bis, 24-ter, 25, 25-bis, 25-bis.1, 25-quater, 25-quater.1, 25-quinquies, 25-septies, 25-octies, 25-novies e 25-undecies del Decreto ed i reati transnazionali di cui alla legge n. 146/2006.

Il legislatore ha elaborato all’art. 15 del D. Lgs. 231/2001 un’alternativa alla sanzione interdittiva, rappresentata dal commissario giudiziale; questa soluzione deve essere adottata dal giudice nei confronti dell’ente, per un periodo pari alla durata della sanzione interdittiva che determina l’interruzione dell’attività dello stesso, se sussiste almeno una delle seguenti condizioni:

  • la società svolge un pubblico servizio o un servizio di pubblica necessità la cui interruzione può provocare un grave pregiudizio alla collettività;
  • l'interruzione dell'attività può provocare rilevanti ripercussioni sull'occupazione, tenuto conto delle dimensioni della società e delle condizioni economiche del territorio in cui è situata.

Una volta accertata la sussistenza di uno dei due presupposti, il giudice con sentenza dispone la prosecuzione dell’attività dell’ente da parte di un commissario, indicandone i compiti e i poteri con particolare riferimento alla specifica area in cui è stato commesso l’illecito; il commissario cura quindi l’azione di modelli organizzativi idonei a prevenire la commissione di reati della specie di quello verificatosi e non può compiere atti di straordinaria amministrazione senza autorizzazione del giudice.

Nonostante la tutela della collettività, il commissario giudiziale è pur sempre un’alternativa alla sanzione interdittiva ed è per questo che deve possedere un carattere sanzionatorio; ciò avviene mediante la confisca del profitto derivante dalla prosecuzione dell’attività. Infine è bene precisare come la soluzione del commissario giudiziale non possa essere adottata in caso di applicazione di una sanzione interdittiva in via definitiva.

Le sanzioni interdittive sono normalmente temporanee, ma nei casi più gravi possono eccezionalmente essere applicate con effetti definitivi.

L’art. 16 del D. Lgs. 231/2001 definisce quando la sanzione interdittiva va applicata in via definitiva: l’interdizione definitiva dall’esercizio dell’attività può essere applicata se l’ente ha tratto dal reato un profitto di un certo rilievo ed è già stato condannato, almeno tre volte negli ultimi sette anni, all’interdizione temporanea dall’esercizio dell’attività. Il giudice, inoltre, può applicare all’ente in via definitiva la sanzione del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione o del divieto di pubblicizzare beni o servizi, quando è già stato condannato alla stessa sanzione almeno tre volte negli ultimi sette anni. Infine in caso di impresa illecita, ossia un’organizzazione con l’unico scopo di consentire o agevolare la commissione di reati, deve essere sempre applicata l’interdizione definitiva dall’esercizio dell’attività.

Inoltre le sanzioni interdittive possono essere applicate anche in via cautelare, ovvero prima della condanna, qualora sussistano gravi indizi della responsabilità dell’ente e vi siano fondati e specifici elementi tali da far ritenere il concreto pericolo che vengano commessi illeciti della stessa tipologia di quello per cui si procede. Le sanzioni interdittive non si applicano se la sanzione pecuniaria è in formula ridotta.

Le sanzioni interdittive, tuttavia, non si applicano qualora l’ente, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado:

  • abbia risarcito il danno ed eliminato le conseguenze dannose o pericolose del reato (o almeno si sia efficacemente adoperato in tal senso);
  • abbia messo a disposizione dell’autorità giudiziaria il profitto del reato;
  • abbia eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato adottando e attuando effettivamente ed in modo efficace adeguati modelli organizzativi idonei a prevenire la commissione di nuovi reati della specie di quello verificatosi.

Come per le sanzioni pecuniarie, il tipo e la durata delle sanzioni interdittive sono determinati dal Giudice penale competente, tenendo conto di quanto previsto dall’art. 14 del Decreto.

Le sanzioni interdittive hanno una durata che varia da un minimo di tre mesi a un massimo di sette anni. La durata delle eventuali misure cautelari imposte è computata nella durata delle sanzioni applicate in via definitiva.

Le sanzioni interdittive devono essere riferite allo specifico settore di attività dell’ente e devono rispondere ai principi di adeguatezza, proporzionalità e sussidiarietà, in particolare ove applicate in via cautelare.

c) Confisca

La confisca del prezzo o del profitto del Reato è sempre disposta dal Giudice penale con la sentenza di condanna, salvo che per la parte che può essere restituita al danneggiato. Sono fatti salvi i diritti acquisiti dai terzi in buona fede9.

Quando non è possibile eseguire la confisca del prezzo o del profitto del Reato, la stessa può avere ad oggetto somme di denaro, beni o altre utilità di valore equivalente al prezzo o al profitto del Reato.

d) Pubblicazione della sentenza

Il giudice penale può disporre la pubblicazione della sentenza di condanna quando nei confronti dell'Ente viene applicata una sanzione interdittiva.

La sentenza è pubblicata ai sensi dell’art. 36 c.p., nonché mediante affissione nel Comune ove l’Ente ha la sede principale.

 

5.7. Le vicende modificative dell’Ente

Il Decreto regola l’incidenza delle vicende modificative dell’Ente stesso, quali trasformazione, fusione, scissione e cessione di azienda, sulla responsabilità amministrativa dipendente da Reato. Il Decreto ha tentato di contemperare l’esigenza di evitare che le predette operazioni si risolvano in agevoli modalità di elusione della responsabilità, con quella di escludere effetti eccessivamente penalizzanti, che possono costituire un limite ad interventi di riorganizzazione degli Enti privi di intenti elusivi. Si è pertanto adottato, come criterio generale, quello di regolare la sorte delle sanzioni pecuniarie inflitte all’Ente conformemente ai principi del codice civile in relazione alla responsabilità dell’Ente oggetto di modificazione per i debiti dell’ente originario, mantenendo, per converso, il collegamento delle sanzioni interdittive con il ramo di attività nell’ambito del quale è stato commesso il Reato.

In caso di:

  • trasformazione dell’Ente: resta ferma la responsabilità per i Reati commessi anteriormente alla data in cui la trasformazione ha avuto effetto;
  • fusione: l’Ente risultante dalla fusione, anche per incorporazione, risponde dei Reati dei quali erano responsabili gli Enti partecipanti alla fusione;
  • scissione parziale: resta ferma la responsabilità dell’Ente scisso per i Reati commessi anteriormente alla data in cui la scissione ha avuto effetto. Gli Enti beneficiari della scissione, parziale o totale, sono solidalmente obbligati al pagamento delle sanzioni pecuniarie dovute dall’Ente scisso per i Reati commessi anteriormente alla data dalla quale la scissione ha avuto effetto. L’obbligo è limitato al valore effettivo del patrimonio netto trasferito al singolo Ente, salvo che si tratti di Ente al quale è stato trasferito, anche in parte, il ramo di attività nell’ambito del quale è stato commesso il Reato. Quanto alle sanzioni interdittive, verranno applicate all’Ente cui è rimasto o è stato trasferito, anche in parte, il ramo di attività nell’ambito del quale il Reato è stato commesso;
  • cessione o conferimento di azienda nell’ambito della quale è stato commesso il Reato: il cessionario è solidalmente obbligato al pagamento della sanzione pecuniaria, salvo il beneficio della preventiva escussione dell’Ente cedente, e nei limiti del valore dell’azienda. L’obbligazione del cessionario è limitata alle sanzioni pecuniarie che risultano dai libri contabili obbligatori, ovvero dovute per illeciti amministrativi dei quali il cessionario era a conoscenza.

5.8. Indicazioni del Decreto circa le caratteristiche del Modello

Con riferimento all’efficacia del Modello per la prevenzione della commissione dei reati previsti dal D. lgs. 231/2001, il legislatore, all’art. 6 comma 2 D.Lgs. 231/2001, non disciplina analiticamente la natura e le caratteristiche del Modello ma statuisce che il Modello deve soddisfare le seguenti esigenze:

  • a) individuare le attività aziendali nel cui ambito possono essere commessi i reati (cosiddetta "mappatura" delle attività a rischio);
  • b) prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l'attuazione delle decisioni dell'Ente in relazione ai reati da prevenire;
  • c) individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati;
  • d) prevedere obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l'osservanza del Modello;
  • e) introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello.
Con riferimento all’efficace attuazione del suddetto Modello, il D. Lgs. 231/2001 richiede che:
  • a) il Modello preveda misure idonee a garantire lo svolgimento dell’attività nel rispetto della legge e ad individuare tempestivamente situazioni di rischio, tenendo in considerazione il tipo di attività svolta nonché la natura e la dimensione dell’organizzazione;
  • b) l’efficace attuazione del Modello sia supportato da a) una verifica periodica e l’eventuale modifica dello stesso quando sono scoperte significative violazioni delle prescrizioni di legge o qualora intervengano significativi mutamenti nell’organizzazione aziendale o nell’attività, b) un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello.

Da un punto di vista formale, l’adozione ed efficace attuazione di un Modello non costituisce un obbligo per gli Enti ma unicamente una facoltà. Pertanto, la mancata adozione di un Modello ai sensi del Decreto non comporta, di per sé, alcuna sanzione per l’Ente. Tuttavia, l’adozione ed efficace attuazione di un Modello idoneo costituisce un presupposto indispensabile per l’Ente al fine di poter beneficiare dell’esimente prevista dal Decreto nel caso di commissione dei Reati da parte dei Soggetti Apicali e/o dei Soggetti Subordinati.

Il Modello costituisce quindi il complesso di regole, principi, procedure e controlli che regolano l’organizzazione e la gestione dell’impresa con le finalità di prevenire la commissione dei Reati.

Il Modello varia e tiene conto della natura e delle dimensioni dell’Ente e del tipo di attività che esso svolge. Pertanto, non è uno strumento statico, ma è, invece, un apparato dinamico che permette all’Ente di mitigare, attraverso una corretta ed efficace attuazione dello stesso nel corso del tempo, il rischio di commissione dei Reati.

5.9. Le Linee Guida elaborate dalle associazioni di categoria

Per espressa previsione legislativa (art. 6, comma 3, D.lgs. 231/2001), i Modelli di organizzazione, gestione e controllo possono essere adottati sulla base di codici di comportamento redatti dalle associazioni rappresentative degli enti, comunicati al Ministero della Giustizia.

Confindustria, nel giugno 2021, ha emanato una versione aggiornata delle proprie “Linee Guida per la costruzione dei Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.lgs. 231/01”. 
Il Ministero della Giustizia ha approvato dette Linee Guida, ritenendo che l’aggiornamento effettuato sia da considerarsi “complessivamente adeguato ed idoneo al raggiungimento dello scopo fissato dall’art. 6 del Decreto”. 

Le linee guida di Confindustria10 indicano un percorso che può essere in sintesi così riepilogato:

  • individuazione delle aree di rischio, volta a verificare in quale area dell’attività aziendale sia possibile la realizzazione delle fattispecie previste dal D.Lgs. 231/2001;
  • predisposizione di un sistema di controllo in grado di prevenire i rischi attraverso l’adozione di appositi protocolli. Le componenti più rilevanti del sistema di controllo ideato da Confindustria sono:
    • Codice Etico;
    • sistema organizzativo;
    • procedure manuali ed informatiche;
    • poteri autorizzativi e di firma;
    • sistemi di controllo e gestione;
    • comunicazione al personale e sua formazione.
Le componenti del sistema di controllo devono essere informate ai seguenti principi:
  • verificabilità, documentabilità, coerenza e congruenza di ogni operazione;
  • applicazione del principio di separazione delle funzioni (nessuno può gestire in autonomia un intero processo);
  • documentazione dei controlli;
  • previsione di un adeguato sistema sanzionatorio per la violazione delle norme del codice civile e delle procedure previste dal Modello;
  • individuazione di un Organismo di Vigilanza, dotato dei requisiti di autonomia e indipendenza, professionalità e continuità di azione, al quale le varie funzioni aziendali debbono inviare una serie di informazioni.

Per la predisposizione del proprio Modello di organizzazione e gestione, Gianni Versace, pur non essendo associata a Confindustria, si è ispirata e ha quindi espressamente tenuto conto:

  • delle disposizioni del D.lgs. 231/2001, della relazione ministeriale accompagnatoria e del decreto ministeriale 26 giugno 2003 n. 201 recante il regolamento di esecuzione del D.lgs. 231/2001;
  • delle Linee Guida predisposte da Confindustria ed emesse nel luglio 2021.

 

6. IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO DELLA SOCIETA’

6.1. Breve Storia di Gianni Versace

Fondata a Milano nel 1978 la Gianni Versace S.r.l è una tra le più importanti Maison di moda a livello internazionale e rappresenta un simbolo del lusso e lifestyle italiano in tutto il mondo. La Società disegna, realizza e vende prodotti di abbigliamento, accessori, gioielli, orologi, occhiali, profumi e arredamento per la casa, tutti caratterizzati dal logo con la Medusa.

Il Gruppo Versace distribuisce i propri prodotti attraverso una rete di punti vendita diretti e in franchising in tutto il mondo 

Dal 1997 Donatella Versace è alla guida della direzione artistica della Maison. Oggi il Gruppo ridefinisce il proprio heritage rivolgendosi a una nuova audience globale che continua a rafforzare il ruolo di Versace nella cultura contemporanea.

Nel gennaio 2019, Gianni Versace S.r.l. è entrata a far parte del gruppo Capri Holdings Limited, gruppo fashion e luxury globale.

 

6.2. Obiettivi perseguiti dalla società con l’adozione del modello

Gianni Versace in coerenza con i principi etici di legalità, correttezza e trasparenza nella conduzione degli affari e delle attività aziendali e di Governance ai quali ha orientato le proprie regole di comportamento ha adottato un Modello coerente con le esigenze espresse dal Decreto, quale imprescindibile mezzo di prevenzione del rischio di commissione degli illeciti previsti, e lo ha aggiornato nella corrente versione con la delibera del Consiglio di Amministrazione del 7/08/2023 (in conformità al disposto dell’art. 6 comma I, lettera a) del D. Lgs 231/2001) ed ha nominato un Organismo di Vigilanza avente il compito di vigilare sul funzionamento, sull’efficacia e sull’osservanza dello stesso, nonché di promuoverne l’aggiornamento.

L’adozione e l’efficace attuazione del Modello non solo consentono a Gianni Versace di beneficiare dell’esimente prevista dal D. lgs. 231/2001 ma migliora, nei limiti previsti dallo stesso, la sua Corporate Governance, limitando il rischio di commissione dei reati.

In particolare, attraverso l’adozione del presente Modello, Gianni Versace ha inteso:

  • adeguarsi alla normativa sulla responsabilità amministrativa degli Enti, ancorché il Decreto non ne abbia imposta l’obbligatorietà;
  • verificare e valorizzare i presidi già in essere, atti a scongiurare condotte illecite rilevanti ai sensi del Decreto;
  • pretendere da parte di tutto il personale aziendale il necessario livello di sensibilizzazione e il doveroso rispetto delle disposizioni del Modello, la cui violazione è punita con severe sanzioni disciplinari;
  • informare i collaboratori esterni, i consulenti e i partner della portata della normativa nonché dei principi etici e delle norme comportamentali adottate dalla Società e imporre agli stessi il rispetto dei valori etici, informandoli altresì delle gravose sanzioni amministrative applicabili alla Società nel caso di commissione degli illeciti di cui al Decreto, in aggiunta alla responsabilità civile sugli stessi gravanti sia essa di natura contrattuale che extracontrattuale;
  • compiere ogni sforzo possibile per prevenire gli illeciti nello svolgimento delle attività sociali, mediante un’azione di monitoraggio continuo sulle aree a rischio, attraverso una sistematica attività di formazione del personale sulla corretta modalità di svolgimento dei propri compiti e mediante un tempestivo intervento per prevenire e contrastare la commissione degli illeciti;
  • affidare a un Organismo di Vigilanza, dotato di autonomi poteri, formato da persone che garantiscono da un lato l’indipendenza e l’autonomia dall’Ente e dall’altro di indiscussa professionalità, il compito di vigilare in merito alla conoscenza, diffusione, applicazione del Modello, nonché di promuovere l’aggiornamento dello stesso ogni volta che ne ravvisi l’opportunità.

Scopo del Modello è quindi la predisposizione di un sistema strutturato ed organico di procedure ed attività di controllo (preventivo, in itinere ed ex post) che abbia come obiettivo la riduzione del rischio di commissione dei reati mediante la individuazione delle Attività Sensibili e la loro conseguente proceduralizzazione.

L’adozione e l’efficace attuazione del Modello non soltanto costituisce il requisito perché la Società possa beneficiare dell’esenzione da responsabilità, ma si pone anche come integrazione delle regole di Corporate Governance.

Il Modello sarà suscettibile di eventuali modifiche e integrazioni secondo le medesime formalità con cui è stato approvato.

6.3. La funzione del modello e i suoi presupposti: il sistema integrato dei controlli interni

I principi e le regole contenuti nel Modello intendono far acquisire ai soggetti (componenti degli Organi Sociali, dipendenti, Partner a vario titolo, ecc.) che operano in nome e/o per conto e/o nell’interesse della Società, e la cui attività potrebbe sconfinare nella commissione di reati, la piena consapevolezza che determinati comportamenti costituiscono illecito penale, la cui commissione è totalmente inaccettabile, fermamente condannata e contraria agli interessi di Gianni Versace anche qualora apparentemente quest’ultima sembrerebbe poterne trarre vantaggio. A questo va aggiunta l’ulteriore consapevolezza che la commissione del reato comporterà, oltre alle sanzioni previste dalla legge, anche sanzioni di tipo interno, disciplinare o di altra natura.

Sotto un altro profilo Gianni Versace, grazie ad un costante monitoraggio dell’attività aziendale ed alla possibilità di reagire tempestivamente, si pone in condizione di prevenire la commissione dei reati e/o di irrogare agli autori le sanzioni che si renderanno opportune. Fondamentali appaiono a tal fine i compiti affidati all’Organismo di Vigilanza, deputato a svolgere il controllo sull’operato delle persone nell’ambito dell’esercizio delle Attività Sensibili.

Nella predisposizione del presente Modello si è tenuto conto delle procedure e dei sistemi di controllo esistenti ed operanti in Gianni Versace, ove giudicati idonei a valere anche come misure di prevenzione dei Reati e controllo sulle Attività Sensibili. Pertanto, il presente Modello, fermo restando la sua finalità peculiare relativa al D.lgs. 231/2001, si inserisce nel più ampio sistema di controllo costituito principalmente dalle regole di Corporate Governance e dal Sistema di Controllo Interno (SCI) in essere in azienda.

In particolare, quali specifici strumenti già esistenti e diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni della Gianni Versace anche in relazione ai Reati da prevenire, Gianni Versace ha individuati i seguenti:

  • le normative applicabili che recepiscono i principi di Corporate Governance e le best practices internazionali;
  • il Sistema di Controllo Interno, e quindi le procedure aziendali, la documentazione e le disposizioni inerenti la struttura gerarchico-funzionale aziendale ed organizzativa, ed il sistema di controllo di gestione;
  • il Codice Etico aziendale;
  • le norme inerenti il sistema amministrativo, contabile, finanziario e di reporting della Società;
  • la comunicazione al personale e la formazione dello stesso;
  • il sistema disciplinare di cui ai CCNL;
  • in generale, la normativa italiana e straniera applicabile.

I principi, le regole e le procedure di cui agli strumenti sopra elencati non vengono riportati in modo dettagliato nel presente Modello ma fanno parte del più ampio sistema di organizzazione e controllo che lo stesso intende integrare. I principi cardine a cui il Modello si ispira, oltre a quanto sopra indicato, sono:

  • i requisiti indicati dal D. lgs. 231/2001 ed in particolare:
    • la attribuzione ad un Organo di Vigilanza del compito di promuovere l’attuazione efficace e corretta del Modello anche attraverso il monitoraggio dei comportamenti aziendali ed il diritto ad una informazione costante sulle attività rilevanti ai fini del D. lgs. 231/2001;
    • la messa a disposizione dell’Organo di Vigilanza di risorse adeguate a supportarlo nei compiti affidatigli ed a raggiungere risultati ragionevolmente ottenibili;
    • l’attività di verifica del funzionamento del Modello con conseguente aggiornamento periodico;
    • l’attività di sensibilizzazione e diffusione a tutti i livelli aziendali delle regole comportamentali e delle procedure istituite.
  • i principi generali di un adeguato sistema di controllo interno ed in particolare:
    • la verificabilità e documentabilità di ogni operazione rilevante ai fini del D. lgs. 231/2001;
    • il rispetto del principio della separazione delle funzioni;
    • la definizione di poteri autorizzativi coerenti con le responsabilità assegnate;
    • la comunicazione all’Organismo di Vigilanza delle informazioni rilevanti.
  • infine, nella attuazione del sistema di controllo, pur nella doverosa opera di verifica generale dell’attività sociale, si deve dare priorità alle aree in cui vi è una significativa probabilità di commissione dei Reati ed un alto valore / rilevanza delle Operazioni Sensibili.

La responsabilità circa il corretto funzionamento del sistema di controllo interno è propria di ciascuna struttura organizzativa per tutti i processi di cui ha la responsabilità gestionale. I compiti dei diversi organi sono definiti nel rispetto delle seguenti tipologie di struttura dei controlli:

  • controlli di linea, svolti dalle singole unità operative sui processi di cui hanno la responsabilità gestionale, finalizzati ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni;
  • attività di monitoraggio, svolta dai responsabili di ciascun processo e volta a verificare il corretto svolgimento delle attività sottostanti sulla base di controlli di natura gerarchica;
  • revisione interna, finalizzata alla rilevazione delle anomalie e delle eventuali violazioni delle procedure e dei regolamenti ed alla valutazione dell’adeguatezza del complessivo sistema dei controlli interni ed esercitata da strutture indipendenti da quelle operative.

Nonostante il sistema dei controlli interni esistente sia in grado di essere utilizzato anche per la prevenzione dei reati contemplati dal Decreto, il Consiglio d’Amministrazione, sensibile all’esigenza di assicurare condizioni di correttezza e trasparenza nella conduzione degli affari e delle attività aziendali, a tutela della propria posizione ed immagine, delle aspettative dei propri azionisti e del lavoro dei propri dipendenti, ha deciso di condurre un’analisi dei propri strumenti organizzativi, di gestione e di controllo, volta a verificare la corrispondenza dei principi comportamentali e delle procedure già adottate alle finalità previste dal Decreto e, ove necessario, ad adeguarli al fine di renderli conformi alle citate finalità.

6.4. La costruzione del Modello

Il D. Lgs. 231/2001 prevede espressamente, al relativo art. 6, comma 2, lett. a), che il modello di organizzazione, gestione e controllo dell’Ente individui le attività aziendali, nel cui ambito possano essere potenzialmente commessi i reati inclusi nel Decreto. Il Modello è stato predisposto dalla Società tenendo presenti, oltre alle prescrizioni del Decreto, le Linee guida elaborate in materia da Confindustria e della giurisprudenza formatasi in materia a far data dall’introduzione della normativa. Si descrivono qui di seguito brevemente le fasi in cui si è sviluppato il lavoro di “costruzione” e di aggiornamento del presente Modello.

Fase I: Analisi e raccolta della documentazione

La Società ha proceduto ad un’approfondita analisi delle proprie attività aziendali sulla base delle informazioni raccolte dai referenti aziendali che, in ragione del ruolo ricoperto, risultano provvisti della più ampia e profonda conoscenza dell’operatività del settore aziendale di relativa competenza al fine della comprensione del contesto operativo interno ed esterno di riferimento per l’Ente. In particolare, tale fase di analisi ha consentito di verificare, funzione per funzione, l’esistenza, la conoscenza e la concreta applicazione delle procedure operative già esistenti. La fase successiva, descritta nel paragrafo che segue, è stata diretta a verificare la documentazione e le informazioni raccolte alla luce delle disposizioni di legge di cui al Decreto.

Fase II: As is Analysis e Risk Assessment (identificazione delle attività a rischio)

Dal punto di vista metodologico l’analisi dei rischi e l’individuazione dei relativi presidi sono state condotte con una modalità che prevede una prima fase di analisi del rischio e una seconda di gestione del rischio. L’analisi dei rischi è stata condotta attraverso i seguenti passaggi:

  • individuazione del rischio con specifico riferimento all’attività che lo determina e alla fattispecie di reato potenziale;
  • individuazione della possibile minaccia per l’ente, ovvero della potenziale azione avversa;
  • individuazione del soggetto (in posizione apicale o soggetto all’altrui vigilanza) dalla cui azione può derivare la minaccia.

 

I risultati dell’attività sopra descritta sono stati raccolti in una scheda descrittiva (c.d. Matrice delle Attività a Rischio–Reato), che illustra in dettaglio i profili di rischio di commissione dei reati richiamati dal D.Lgs. 231/2001, nell’ambito delle attività proprie di Gianni Versace. In particolare, nella Matrice delle Attività a Rischio-Reato sono rappresentate le aree aziendali a rischio di possibile commissione dei reati previsti dal D.Lgs. 231/2001 (c.d. “attività sensibili”), i reati associabili, gli esempi di possibili modalità e finalità di realizzazione degli stessi, nonché i processi nel cui svolgimento, sempre in linea di principio, potrebbero crearsi le condizioni, gli strumenti e/o i mezzi per la commissione dei reati stessi (c.d. “processi strumentali”). In questo modo è stato possibile realizzare una mappatura delle aree di rischio con l’evidenziazione delle attività attraverso i quali possono essere commessi i Reati.

Le categorie di reato non incluse nel presente modello (reati con finalità di terrorismo, contro le pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili) sono state comunque esaminate in via preliminare, ancorché senza check-list, e non si è ravvisata la necessità di approfondire l’analisi dovendosi optare per l’esclusione dell’applicabilità degli stessi.

Fase III: identificazione e analisi degli attuali presidi a rischio

Per le aree a rischio si è poi richiesto ai soggetti responsabili della gestione delle attività identificate di illustrare, le procedure operative e i concreti controlli esistenti, riconoscibili come idonei a presidiare il rischio individuato.

Fase IV: gap analysis

La situazione di rischio e dei relativi presidi è stata confrontata con le esigenze e i requisiti imposti dal D.Lgs. 231/2001 al fine di individuare le carenze del sistema esistente. Nei casi in cui sono state identificate attività a rischio bisognose di un presidio più puntuale, si è provveduto ad identificare, con il supporto dei soggetti responsabili di tali attività, gli interventi che più efficacemente risultassero idonei a prevenire in concreto le identificate ipotesi di rischio, tenendo conto anche dell’esistenza di regole operative vigenti ovvero anche solo di fatto rispettate nella pratica operativa.

Fase V: definizione dei protocolli

Per ciascuna area in cui è stato ravvisato un profilo di rischio l’OdV con il supporto della funzione Compliance ha raccomandato l’adozione di un protocollo specifico, inteso come insieme di regole (linee guida, procedure, limitazioni di poteri, sistemi di verifica e controllo), tali da poter essere ritenute idonee a governare il profilo di rischio individuato.

I protocolli sono stati sottoposti all’esame dei soggetti aventi la responsabilità della gestione delle attività a rischio per loro valutazione e condivisione. Un efficace sistema di protocolli non può poi prescindere dal raffronto con il sistema di Procure e Deleghe in essere, al fine di accertare la coerenza del conferimento dei poteri rispetto ai processi decisionali disciplinati.

La definizione dei protocolli si completa e si integra con il Codice Etico, sia al fine di indicare una serie di principi di condotta che devono poter valere per tutti i collaboratori e dipendenti della Società in ogni realtà territoriale in cui opera, sia al fine di riconfermare i criteri di sana, trasparente e corretta gestione cui la Società intende attenersi.

Fase VI: Sviluppo del Modello

Il presente Modello rappresenta l’evoluzione e l’aggiornamento delle precedenti versioni, nell’ottica sia di riflettere gli sviluppi sotto il profilo legislativo e organizzativo, sia di garantire l’aderenza di detto strumento alle specificità della Società e dunque la sua effettiva idoneità quale esimente della responsabilità prevista dal D.Lgs. 231/2001.

Fase VII: Revisione del Modello

Come sopra indicato, il presente Modello è soggetto a revisione periodica, nell’ottica di riflettere gli sviluppi sotto il profilo legislativo e organizzativo. I risultati delle attività di revisione del Modello che si sono susseguite sono le mappature specifiche delle attività sensibili-reati (di seguito “Mappatura”), frutto di un processo di self assessment da parte del management, sviluppato con il supporto della Funzione Compliance e con la supervisione dell’OdV.

I protocolli sono ispirati alla regola di rendere documentate e verificabili le varie fasi del processo decisionale, operativo e di controllo, proprio con riferimento alle attività sensibili individuate. L’unità operativa di riferimento recepisce il protocollo e ha poi la responsabilità di verificare che l’operatività quotidiana sia effettivamente allineata alle fasi di attuazione ed ai momenti di verifica ivi riepilogati.

6.5. Modifiche ed integrazioni del Modello

Poiché il presente Modello costituisce un “atto di emanazione dell’organo dirigente” (in conformità alle prescrizioni dell’art. 6, comma I, lettera a del D.Lgs. 231/2001) il compito di integrare e/o modificare il presente Modello è demandato al Consiglio di Amministrazione della Società.

Il Decreto espressamente prevede la necessità di aggiornare il Modello, al fine di renderlo costantemente “ritagliato” sulle specifiche esigenze dell’Ente e della sua concreta operatività. Gli interventi di adeguamento e/o aggiornamento del Modello saranno realizzati essenzialmente in occasione di:

  • mutamenti significativi nel quadro normativo di riferimento;
  • modifiche della struttura organizzativa della Società, anche derivanti da operazioni di finanza straordinaria ovvero da variazioni nell’attività della Società, anche in relazione al progresso scientifico e tecnologico;
  • violazioni o elusioni delle prescrizioni contenute nel Modello, in particolare, ove abbiano dimostrato l’inefficacia o l’incoerenza del Modello ai fini della prevenzione dei Reati.

Le modifiche e/o integrazioni di carattere sostanziale del Modello (intendendosi per tali le modifiche delle regole e dei principi generali in esso contenuti e, in particolare, qualsiasi modifica che possa riguardare i capitoli relativi al Modello della Società, il suo OdV ed il Sistema Sanzionatorio della Parte Generale e le Parti Speciali del presente Modello) sono di competenza del Consiglio di Amministrazione.

Ogni altra modifica (di natura meramente formale e non avente pertanto carattere sostanziale) ma comunque tale da rendere necessaria una modifica del Modello, è di competenza dell’Amministratore Delegato che provvede ad aggiornare il Modello, previo parere dell’Organismo di Vigilanza. L’Organismo di Vigilanza deve prontamente segnalare in forma scritta eventuali fatti e/o motivazioni che rendono necessario modificare o aggiornare il Modello al Consiglio di Amministrazione, affinché quest’ultimo adotti le delibere di sua competenza o affinché l’Amministratore Delegato provveda all’aggiornamento del Modello, nei casi in cui quest’ultimo ha il potere di provvedere autonomamente. L’attuazione dei principi e delle prescrizioni contenute nel Modello è inoltre di competenza di tutti i Destinatari e, in particolare, dei dirigenti e/o dei responsabili delle funzioni aziendali. L’OdV deve essere costantemente informato dell’aggiornamento e dell’implementazione delle procedure operative e dei suggerimenti avanzati per la loro modifica. Le modifiche delle procedure aziendali necessarie per l’attuazione del Modello avvengono ad opera delle direzioni aziendali interessate. L’Organismo di Vigilanza è costantemente informato dell’aggiornamento e dell’implementazione delle nuove procedure operative e può esprimere il proprio parere sulle proposte di modifica. Nel caso in cui l’Organismo di Vigilanza reputi necessario modificare le procedure operative, lo stesso dovrà effettuare una comunicazione al riguardo alla competente direzione aziendale.

7. IL CAPRI HOLDINGS CODICE DI CONDOTTA ED ETICA AZIENDALE

Gianni Versace considera importante il rigoroso impegno a forti valori etici per il proprio successo e ha adottato il “Codice di Condotta ed Etica Aziendale” di Capri Holdings (a seguire “Codice Etico”) che costituisce l’insieme dei principi e dei comportamenti che ispirano e guidano le azioni della Società nell’esercizio della propria attività.

Nel contesto del Decreto il Codice Etico costituisce uno dei protocolli fondamentali per la costruzione di un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire i reati rilevanti ai fini del Decreto.

Il Codice Etico è parte integrante del Modello e descrive i principi etici in cui Gianni Versace si riconosce, ai quali attribuisce valore etico ed ai quali chi lavora alle dipendenze della Società o con essa collabori o intrattenga relazioni, deve conformarsi, e che Gianni Versace intende osservare nello svolgimento della propria attività in aggiunta alle leggi e, più in generale, alle disposizioni vigenti in tutti i Paesi nei quali opera.

I Destinatari e i Terzi Destinatari sono tenuti ad osservare e, per quanto di propria competenza, a fare osservare i principi contenuti nel Codice Etico.

Le violazioni delle prescrizioni del Codice Etico costituiscono comportamenti sanzionabili dalla Società in base al Sistema Disciplinare che costituisce parte integrante del Modello ed eventualmente anche in base alle normative vigenti ed agli altri codici esistenti in Società.

L’Organismo di Vigilanza deve essere tempestivamente informato dai Destinatari di ogni informazione attinente alla mancata attuazione e violazione, anche solo potenziale, del Codice, come meglio precisato al successivo paragrafo 13.5, fermo restando che la mancata segnalazione di un fatto e/o di una circostanza idonea ad integrare il pericolo di una violazione del Codice costituisce anch’essa una violazione passibile di sanzione.

 

8. IL SISTEMA DI CONTROLLO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO E IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE

La salute e la sicurezza dei lavoratori e la creazione ed il mantenimento di un ambiente di lavoro salubre sono obiettivi primari di Gianni Versace. Per la verifica sistematica del raggiungimento di tali obiettivi, Gianni Versace ha predisposto un adeguato sistema di controllo fondato sulla conoscenza – anche attraverso appositi e periodici corsi – dei rischi presenti in azienda, della prevenzione e del monitoraggio.

Il sistema di controllo, che si ispira ai requisiti previsti dall’ISO 45001:2018, prevede tra l’altro:

  • una struttura organizzativa con compiti e responsabilità definiti formalmente in coerenza con lo schema organizzativo e funzionale della Società;
  • un’articolazione di funzioni che assicura le competenze tecniche adeguate e i poteri necessari per valutare, gestire e controllare il rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori;
  • l’introduzione di un sistema integrato di organizzazione e di gestione della salute e sicurezza sul lavoro;
  • una continua analisi del rischio e della criticità dei processi;
  • l’adozione delle migliori tecnologie;
  • il controllo e l’aggiornamento delle metodologie di lavoro;
  • l’apporto di interventi formativi e di comunicazione.
Conformemente al D. Lgs. 81/2008 e successive modifiche e integrazioni, il sistema risponde alle seguenti misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori:
  • valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza;
  • programmazione della prevenzione complessivamente intesa come tutela delle condizioni di lavoro e dell’ambiente;
  • eliminazione o riduzione dei rischi;
  • preferenza per ciò che non è pericoloso;
  • limitazione del numero dei lavoratori esposti al rischio;
  • utilizzo limitato di agenti chimici, fisici o biologici;
  • priorità delle misure di prevenzione collettiva;
  • adeguato utilizzo e verifica delle misure di prevenzione individuale;
  • controllo sanitario;
  • informazione e formazione dei lavoratori, dei rappresentanti dei lavoratori, dei dirigenti e dei preposti, in considerazione dei rispettivi ruoli nel sistema di sicurezza;
  • partecipazione e consultazione dei lavoratori;
  • adeguatezza ed esaustività delle informazioni ai lavoratori;
  • regolare manutenzione delle attrezzature, degli ambienti e degli impianti;
  • predisposizione delle misure di sicurezza e di emergenza.

Le procedure aziendali sono state predisposte in conformità alla vigente normativa relativa alla salute e sicurezza sul lavoro.

Gianni Versace riconosce e promuove la salvaguardia dell’ambiente e contribuisce allo sviluppo sostenibile del territorio e all’individuazione delle soluzioni industriali di minor impatto ambientale, come anche previsto nel Codice Etico, ispirandosi ai principi di cui allo standard internazionale ISO 14001:2015.

La Società a tal fine e per garantire il rispetto delle leggi e dei regolamenti applicabili in materia ambientale, con particolare riferimento al Decreto Legislativo 9 aprile 2006, n. 152 adotta procedure efficaci dirette tra l’altro a:

  • 1) proceduralizzare e monitorare i processi e le attività maggiormente sensibili alle tematiche ambientali e i rischi connessi;
  • 2) formalizzare opportune disposizioni organizzative al fine di individuare i responsabili del rispetto della normativa ambientale ed i responsabili operativi per la gestione delle tematiche ambientali alla luce della valutazione dei rischi;
  • 3) proceduralizzare e monitorare le attività di pianificazione e consuntivazione delle spese in materia ambientale.

 

9. IL SISTEMA DISCIPLINARE

9.1. Principi generali

L’effettività del Modello è legata anche all’adeguatezza del sistema sanzionatorio per la violazione delle regole di condotta e, in generale, delle procedure e dei regolamenti interni.

Il Sistema Disciplinare opera nel rispetto delle norme vigenti, ivi incluse quelle della contrattazione collettiva, ha natura eminentemente interna a Gianni Versace, non sostitutivo, ma preventivo e complementare rispetto alle norme di legge o di regolamento vigenti, nonché integrativo delle altre norme di carattere intra-aziendale.

L’applicazione delle misure sanzionatorie stabilite dal Modello non sostituisce eventuali ulteriori sanzioni di altra natura (quali a titolo esemplificativo, penale, amministrativa, civile e tributaria) che possano derivare dal medesimo fatto di reato.

Per quanto non espressamente previsto nel Sistema Disciplinare, troveranno applicazione le norme di legge e di regolamento ed, in particolare, le previsioni di cui all’art. 7 della legge 20 maggio 1970, n. 300 (Statuto dei Lavoratori) nonché le previsioni della contrattazione collettiva e dei regolamenti aziendali applicabili.

L’applicazione di sanzioni disciplinari per violazione delle regole di condotta ed inosservanza delle disposizioni aziendali è indipendente dal giudizio penale e dal suo esito, in quanto tali normative sono assunte dall’azienda in piena autonomia a prescindere dal carattere di illecito penale che la condotta possa configurare.

La sanzione sarà commisurata alla gravità dell’infrazione e alla eventuale reiterazione della stessa; della recidività si terrà altresì conto anche ai fini della comminazione di una eventuale sanzione espulsiva.

Una non corretta interpretazione dei principi e delle regole stabiliti dal Modello potrà costituire esimente soltanto nei casi di comportamenti di buona fede in cui i vincoli posti dal Modello dovessero eccedere i limiti di approfondimento richiesti ad una persona di buona diligenza.

Sono sanzionabili:

  • le violazioni di procedure interne previste dal presente Modello o l’adozione, nell’espletamento delle Attività Sensibili, di comportamenti non conformi alle prescrizioni del Modello sia che espongano sia che non espongano la società ad una situazione oggettiva di rischio di commissione di uno dei Reati ex D. Lgs. 231/2001;
  • l’adozione di comportamenti in violazione alle prescrizioni del presente Modello e diretti in modo univoco al compimento di uno o più Reati;
  • l’adozione di comportamenti in violazione delle prescrizioni del presente Modello, tale da determinare la concreta o potenziale applicazione a carico della Gianni Versace di sanzioni previste dal D.Lgs. 231/2001.

Le sanzioni, di natura disciplinare e contrattuale, e l’eventuale richiesta di risarcimento danni, verranno commisurate anche al livello di responsabilità ed autonomia del Dipendente, ovvero al ruolo e all’intensità del vincolo fiduciario connesso all’incarico conferito agli Amministratori, Società di Service (intendendosi le società terze con le quali la Gianni Versace intrattiene rapporti contrattuali).

Il sistema sanzionatorio è soggetto a costante verifica e valutazione da parte dell’Amministratore Delegato e del Responsabile Risorse Umane, responsabili della concreta applicazione delle misure disciplinari su eventuale segnalazione dell’Organo di Vigilanza e sentito il superiore gerarchico dell’autore della condotta censurata.

Il sistema sanzionatorio di natura disciplinare troverà applicazione anche nei confronti dell’Organo di Vigilanza o di quei soggetti, Dipendenti o Amministratori, che, per negligenza e imperizia, non abbiano individuato e conseguentemente eliminato i comportamenti posti in violazione del Modello.

La violazione dello specifico obbligo di vigilanza dei sottoposti gravante sugli apicali comporterà, da parte della Società, l’assunzione delle misure sanzionatorie ritenute più idonee in conformità a quanto previsto dal CCNL in relazione, da una parte, alla natura e gravità della violazione commessa e, dall’altra, alla qualifica del medesimo apicale che dovesse commettere la violazione.

I comportamenti tenuti dai lavoratori dipendenti che non rivestono la qualifica di dirigenti in violazione delle singole regole comportamentali dedotte nel presente Modello sono da intendersi, altresì, come illeciti disciplinari.

Con riferimento alle sanzioni irrogabili nei riguardi dei lavoratori dipendenti esse rientrano tra quelle previste dal codice disciplinare aziendale, nel rispetto delle procedure di cui all’articolo 7 della Legge 30 maggio 1970, n. 300 (Statuto Lavoratori) ed eventuali normative speciali applicabili.

In relazione a quanto sopra, il Modello fa riferimento alle categorie di fatti sanzionabili previste dall’apparato sanzionatorio esistente, cioè alle previsioni di cui ai Contratti Collettivi Nazionali (“CCNL”) di categoria vigenti e applicabili ai dipendenti di Gianni Versace.

 

10. LE PROCEDURE

Nell’ambito del proprio sistema organizzativo e nel rispetto dei principi del Modello, la Società è dotata di un insieme di procedure scritte e di istruzioni operative monitorate dalla funzione Compliance e dalla funzione Internal Audit, che ne assicurano la coerenza per le parti di propria competenza (le “Procedure”).

Le Procedure sono volte a regolare i comportamenti nelle varie attività operative e a consentire i controlli, preventivi e successivi, di correttezza delle operazioni per garantire l’effettiva uniformità di comportamento all’interno della Società, nel rispetto delle disposizioni normative che ne regolano l’attività.

Le Procedure, che danno attuazione ai principi e alle misure di prevenzione dei Reati, costituiscono parte integrante del Modello e vengono predisposte dalla Società in aderenza ai seguenti principi:

  • adottare le misure volte a garantire che ogni operazione sia verificabile, documentata, coerente e congrua, trasparente, verificabile e inerente all’attività aziendale;
  • regolare lo svolgimento delle attività prevedendo adeguati punti di controllo e obiettivi e misure chiaramente espressi;
  • favorire il coinvolgimento di più soggetti al fine di consentire un’adeguata separazione di compiti tra coloro che svolgono le diverse fasi di un processo e la contrapposizione delle funzioni, in particolare con riferimento alle Attività Sensibili;
  • consentire la documentazione dei controlli effettuati;
  • garantire il costante aggiornamento in funzione delle variazioni intervenute nei processi aziendali e nel sistema organizzativo.

Le Procedure sono costantemente aggiornate, anche su proposta o segnalazione dell’OdV, al fine di garantire il raggiungimento delle finalità del Modello, senza che ciò dia luogo a modifica del Modello stesso.

Le Procedure vengono diffuse mediante specifica attività di comunicazione e vengono messe a disposizione di tutti i relativi Destinatari tramite pubblicazione nell’intranet aziendale. La relativa formazione viene erogata secondo il catalogo formativo annuale.

Tutti i Dipendenti hanno l’obbligo di essere a conoscenza delle Procedure e di rispettarle nell’esercizio dei compiti loro assegnati.

 

11. II SISTEMA DI DELEGHE E PROCURE

Il sistema di deleghe e procure è caratterizzato da elementi di sicurezza, ai fini della prevenzione dei Reati (rintracciabilità ed evidenziabilità delle Operazioni Sensibili) e consente la gestione efficiente dell’attività aziendale.

Si intende per “delega” quell’atto interno di attribuzione di funzioni e compiti, riflesso nel sistema di comunicazioni organizzative. Si intende per “procura” il negozio giuridico unilaterale con cui Gianni Versace attribuisce poteri di rappresentanza nei confronti di terzi. Ai titolari di una funzione aziendale che necessitano, per lo svolgimento dei loro incarichi, di poteri di rappresentanza, viene conferita una “procura generale funzionale" di estensione adeguata e coerente con le funzioni ed i poteri di gestione attribuiti al titolare attraverso la delega.

I requisiti essenziali del sistema di deleghe e procure ai fini di una efficace prevenzione dei Reati sono i seguenti:

  • tutti coloro (compresi soggetti terzi con i quali la società intrattiene rapporti contrattuali) che intrattengono per conto di Gianni Versace rapporti con la Pubblica Amministrazione devono essere dotati di procura in tale senso;
  • le deleghe devono coniugare ciascun potere di gestione alla relativa responsabilità e ad una posizione adeguata nell’organigramma ed essere aggiornate in conseguenza dei mutamenti organizzativi;
  • ciascuna delega deve definire in modo specifico ed inequivoco i poteri del delegato e il soggetto (organo ed individuo) a cui il delegato riporta gerarchicamente;
  • i poteri gestionali assegnati con le deleghe e la loro attuazione devono essere coerenti con gli obiettivi aziendali;
  • le “procure generali funzionali” sono conferite esclusivamente a soggetti dotati di delega interna o di specifico contratto di incarico che descriva i relativi poteri di gestione e, ove necessario, sono accompagnati da apposita comunicazione che fissi l’estensione dei poteri di rappresentanza ed eventualmente limiti di spesa numerici, richiamando comunque i vincoli posti dai processi di approvazione del budget.

L’Organo di Vigilanza verifica periodicamente, con il supporto del Dipartimento Legal, il sistema di deleghe e procure in vigore e la loro coerenza con tutto il sistema delle comunicazioni organizzative, raccomandando eventuali modifiche nel caso in cui il potere di gestione e/o la qualifica non corrisponda ai poteri di rappresentanza conferiti al procuratore o via siano altre anomalie.

12. L’ORGANISMO DI VIGILANZA (OdV)

12.1. Requisiti dell’Organismo di Vigilanza e sua composizione

L’art. 6, primo comma, lett. b) del Decreto condiziona l’esenzione dalla responsabilità amministrativa dell’Ente all’istituzione di un Organismo interno all’Ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo, che vigili sul funzionamento e l’osservanza del Modello e che ne curi l’aggiornamento.

Come pure suggerito dalle Linee Guida di Confindustria, la struttura collegiale di suddetto organismo appare la miglior garanzia per consentire allo stesso di poter efficacemente assolvere i suoi compiti.

Ulteriore caratteristica dell’OdV è rappresentata dal fatto che i suoi membri abbiano una conoscenza approfondita dell'attività della società e che siano al contempo dotati di quell’autorevolezza e indipendenza tali da assicurare la credibilità e la cogenza sia dell’OdV che delle sue funzioni.

La composizione dell’Organismo di Vigilanza deve quindi soddisfare i tre requisiti seguenti, elaborati preliminarmente dalle linee guida delle principali associazioni di categoria e, successivamente, confermati dalla giurisprudenza come ineliminabili ai fini di un'effettiva ed efficace attuazione del Modello:

  • Autonomia e indipendenza: è necessario che sia garantita all’OdV l’indipendenza gerarchica e che i suoi membri non effettuino attività gestionali e operative che risultino oggetto del controllo da parte del medesimo Organismo che, rendendolo partecipe di decisioni ed attività operative, ne potrebbero compromettere l’obiettività di giudizio nel momento delle verifiche sui comportamenti e sul Modello. Detta indipendenza gerarchica deve peraltro essere garantita anche mediante l’inserimento dell’OdV quale unità di staff in posizione elevata nell’organizzazione societaria. L’attività di reporting dell’OdV sarà pertanto indirizzata esclusivamente al vertice societario, ovvero al Consiglio di Amministrazione nel suo complesso. Va ribadito che i requisiti di autonomia ed indipendenza debbono essere considerati con riferimento all’Organismo di Vigilanza collegialmente inteso, e non già con riferimento ai singoli membri. In ogni caso, le Linee guida delle associazioni di categoria, confermate dai pronunciati giurisprudenziali, pur ribadendo la necessità di un Organismo interno all’Ente, suggeriscono la possibilità di ricerca dei membri anche tra soggetti esterni alla realtà societaria. L’Organismo di Vigilanza di Gianni Versace dispone dei requisiti in oggetto anche in considerazione della presenza di due soggetti esterni. Inoltre, la composizione dell’OdV e la qualifica dei suoi componenti deve essere tale da assicurare, sia sotto il profilo oggettivo, che sotto quello soggettivo, l’assoluta autonomia delle sue valutazioni e determinazioni. Infine questo requisito è garantito dalla previsione, nell’ambito del processo annuale di budgeting, di risorse finanziarie adeguate destinate al funzionamento dell’Organismo di Vigilanza.
  • Professionalità: requisito che deve essere inteso come il bagaglio di conoscenze professionali, teoriche, tecniche e pratiche necessarie per svolgere efficacemente le funzioni assegnate all’OdV, ovvero conoscenze specialistiche di valutazione e gestione dei rischi, di analisi delle procedure, di organizzazione aziendale, di finanza, di revisione e di tipo giuridico-penale per comprendere le modalità realizzative dei reati di cui dispongono i componenti dell’Organismo di Vigilanza. E’ necessario infatti che l’OdV sia in grado di assolvere le proprie funzioni ispettive rispetto all’effettiva applicazione del Modello e che, al contempo, abbia le necessarie qualità per garantire la dinamicità del Modello medesimo, attraverso proposte di aggiornamento da indirizzare al vertice societario.
  • Continuità d’azione: con riferimento a tale requisito, l’Organismo di Vigilanza è tenuto a vigilare costantemente, attraverso poteri di indagine, sul rispetto del Modello da parte dei Destinatari, a curarne l’attuazione e assicurarne il costante aggiornamento, rappresentare un riferimento costante per tutto il personale di Gianni Versace. La continuità d'azione è garantita con l'inserimento nell'Organismo di una risorsa interna all'ente.

Quanto alla composizione dell’Organismo (su cui, in mancanza di una più precisa definizione legislativa, va registrata una mutevole successione di opinioni e di orientamenti fra i commentatori e nelle stesse associazioni di categoria), Confindustria ipotizza una serie di soluzioni alternative, indicando, tra quelle preferibili, una composizione mista fra soggetti interni ed esterni alla società, che risultino comunque privi di deleghe operative.

Gianni Versace ritiene di aderire a detta soluzione, idonea a coniugare ancor meglio gli aspetti di autonomia con quelli di professionalità e competenza: un Organismo plurisoggettivo composto da un professionista interno alla società e da due professionisti esterni.

La scelta di due professionisti esterni, esperti in materie connesse alla disciplina prevista dal D.Lgs. 231/2001 ed al contempo liberi da vincoli economici e professionali con la società, assicura la necessaria competenza, non disgiunta dalla piena indipendenza.

I componenti, come sopra nominati, nonché quelli che dovessero in futuro sostituirli, debbono possedere i requisiti di onorabilità, assenza di conflitti di interesse e assenza di rapporti di parentela con il vertice societario. La ricorrenza e la permanenza di tali requisiti verranno di volta in volta accertate dal Consiglio di Amministrazione sia in sede di nomina sia durante tutto il periodo in cui il componente dell'OdV resterà in carica. Al fine di consentire all’Organismo di Vigilanza di svolgere appieno le proprie funzioni, si è poi previsto che lo stesso potrà avvalersi di consulenti sia esterni (ad esempio avvocati penalisti e società di consulenza su temi specifici) che interni. Per quanto concerne la salute e sicurezza sul lavoro, l’Organismo di vigilanza dovrà avvalersi di tutte le risorse attivate per la gestione dei relativi aspetti.

12.2. I compiti e i poteri dell’Organismo di Vigilanza

Le funzioni istituzionali dell’Organismo di Vigilanza sono state indicate dal legislatore del Decreto all’art. 6, primo comma, lettera b), e sono ricomprese nelle seguenti espressioni:

  • (i) vigilare sul funzionamento e sull’osservanza dei Modelli;
  • (ii) curare il loro aggiornamento.
Le attività poste in essere dall’Organismo di Vigilanza non possono essere sindacate da alcun altro Organismo o struttura aziendale, fermo restando che l’organo dirigente (CdA) vigila sull’adeguatezza del suo intervento, poiché ad esso compete la responsabilità ultima del funzionamento (e dell’efficacia) del Modello organizzativo.

All’OdV non competono poteri di gestione o decisionali relativi allo svolgimento delle attività della Società, né poteri organizzativi o di modifica della struttura aziendale, né poteri sanzionatori.

L’Organismo di Vigilanza dispone di autonomi poteri di iniziativa e di controllo nell’ambito di tutti i settori e funzioni della Società tali da consentire l’efficace espletamento dei compiti previsti nel Modello. A tal fine l’OdV si dota di proprie regole di funzionamento attraverso l’adozione di un proprio Regolamento interno che viene portato a conoscenza del Consiglio di Amministrazione.

In adempimento dell’attività istituzionale di vigilanza di cui al punto a), all’OdV di Gianni Versace compete lo svolgimento delle seguenti più specifiche attività:

  • a) predisporre il piano annuale delle verifiche su adeguatezza e funzionamento del Modello (Programma Annuale di Vigilanza);
  • b) effettuare verifiche su base continuativa, nell’ambito del Programma Annuale, sulle attività od operazioni individuate nelle aree a rischio ed effettuare verifiche mirate su operazioni od atti specifici posti in essere nelle aree di attività a rischio;
  • c) all'esito di ogni attività ispettiva, informativa e propositiva redigere verbale analitico il cui contenuto sarà riportato nel proprio libro e, se ritenuto opportuno, sarà altresì comunicato alle figure apicali interessate;
  • d) raccogliere, elaborare e conservare le informazioni rilevanti in funzione del rispetto del Modello, nonché aggiornare la lista delle informazioni che devono essere obbligatoriamente trasmesse all’OdV o tenute a sua disposizione;
  • e) valutare le segnalazioni di possibili violazioni e/o inosservanze del modello;
  • f) condurre le indagini volte all’accertamento di possibili violazioni delle prescrizioni del Modello anche con supporto di altre Funzioni aziendali quali Internal Audit, Legal ed HR;
  • g) segnalare le violazioni accertate all'organo competente per l'apertura del procedimento disciplinare;
  • h) verificare che le violazioni del Modello siano effettivamente e adeguatamente sanzionate dagli organi competenti;
  • i) collaborare con la Società nell’informazione e formazione sul Modello, ovvero:
    • valutare l’adeguatezza dei programmi di formazione del personale e del contenuto delle comunicazioni periodiche da farsi ai Destinatari e agli Organi Sociali finalizzate a fornire agli stessi la necessaria sensibilizzazione e le conoscenze di base della normativa di cui alla D. Lgs. 231/2001, di competenza della Funzione Human Resources di Gianni Versace;
    • monitorare le iniziative dirette a favorire la diffusione e adeguata conoscenza e comprensione del Modello presso tutti i Destinatari (ivi inclusi i corsi e le comunicazioni) svolte dalla funzione HR e promuoverne l’adozione qualora risultino mancanti e/o insufficienti e inadeguate a seguito dell’attività di assessment di cui al punto precedente;
    • riscontrare con l’opportuna tempestività, anche avvalendosi di professionisti esterni, le richieste di chiarimento provenienti dalle funzioni o risorse aziendali ovvero dagli organi amministrativi e di controllo, qualora connesse e/o collegate al Modello;
  • j) controllare l’effettiva presenza e la regolare tenuta ed efficacia della documentazione richiesta in relazione a quanto previsto nel Modello per le diverse tipologie di reato;
  • k) riferire periodicamente agli Organi Sociali di Gianni Versace in merito all’attuazione delle politiche aziendali a supporto dell’attività ex D. Lgs. 231/2001.

In merito all’adempimento del secondo compito istituzionale di cui alla lettera b), è bene premettere che l’aggiornamento del Modello è approvato dall’organo dirigente (Consiglio di Amministrazione), il quale appunto, a mente dell’art. 6 comma 1 lett. a), ha la responsabilità diretta dell’adozione e dell’efficace attuazione del Modello stesso.

L’OdV garantisce l’attività di aggiornamento e, a tal fine, svolge le seguenti attività:

  • monitorare l’evoluzione della normativa di riferimento e dell’organizzazione aziendale al fine di verificare esigenze di aggiornamento del Modello;
  • predisporre misure idonee ai fini di mantenere aggiornata la mappatura delle aree a rischio, coordinandosi con le altre funzioni aziendali;
  • vigilare sull’adeguatezza e sull’aggiornamento dei protocolli rispetto alle esigenze di prevenzione dei reati e verificare che ogni parte che concorre a realizzare il Modello sia e resti rispondente e adeguata alle finalità del Modello come individuate dalla legge, a tal fine potendosi avvalere delle informazioni e della collaborazione da parte dei responsabili dei processi/attività sensibili a rischio reato; restando precisato che in ogni caso le attività di controllo sono demandate alla responsabilità primaria del management operativo e sono considerate parte integrante di ogni processo aziendale (“controllo di linea”);
  • valutare, nel caso di effettiva commissione di reati e di significative violazioni del Modello, l’opportunità di introdurre modifiche al Modello stesso;
  • proporre al Consiglio di Amministrazione le modifiche al Modello;
  • verificare l’effettività e la funzionalità delle modifiche del Modello adottate dal Consiglio di Amministrazione.

Al fine di garantire la piena efficacia della sua azione, l'OdV ha libero accesso a tutta la documentazione aziendale che possa rilevare ai fini della verifica del corretto funzionamento del Modello.

Ai fini di un pieno e autonomo adempimento dei propri compiti, all’OdV è assegnato un budget annuo adeguato, stabilito con delibera dal Consiglio di Amministrazione, che dovrà consentire all'OdV di poter svolgere i suoi compiti in piena autonomia, senza limitazioni che possano derivare da insufficienza delle risorse finanziarie in sua dotazione.

12.3. Durata in carica, decadenza e revoca

La nomina dell’Organo di Vigilanza e la revoca del suo incarico sono di competenza del Consiglio di Amministrazione, con facoltà per lo stesso di delegare i legali rappresentanti della società affinché provvedano con le necessarie sostituzioni in caso di dimissioni dell’Organo di Vigilanza, riferendo al Consiglio di Amministrazione stesso che dovrà ratificare la nuova nomina.

I componenti dell’Organismo di Vigilanza restano in carica tre anni e sono in ogni caso rieleggibili. Essi sono scelti tra soggetti in possesso di un profilo etico e professionale di indiscutibile valore e non debbono essere in rapporti di coniugio o parentela con i Consiglieri di Amministrazione.

Possono essere nominati componenti dell’Organismo di Vigilanza dipendenti della Società e professionisti esterni. Detti ultimi non debbono avere con la Società rapporti tali da integrare ipotesi di conflitto di interessi.

I compensi dei componenti dell’Organismo di Vigilanza, sia interni che esterni alla Società, non costituiscono ipotesi di conflitto di interessi.

Non può essere nominato componente dell’Organismo di Vigilanza, e, se nominato decade, l’interdetto, l’inabilitato, il fallito o chi è stato condannato, anche con sentenza non passata in giudicato o con sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti ex art. 444 c.p.p. (c.d. patteggiamento), ad una pena che importi l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi, ovvero sia stato condannato, anche con sentenza non passata in giudicato o con sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti ex art. 444 c.p.p. (c.d. patteggiamento), per aver commesso uno dei reati previsti dal D.Lgs. 231/2001.

Qualora, nel corso dell’incarico, dovesse sopraggiungere una causa di decadenza, il membro interessato è tenuto ad informare immediatamente gli altri componenti dell’OdV ed il Consiglio di Amministrazione.

I requisiti di eleggibilità e/o le ipotesi di decadenza sono estese anche ai soggetti di cui l’OdV si avvale nell’espletamento del proprio incarico, così che l’OdV, nell’espletamento dei propri compiti, non potrà avvalersi di soggetti che versino nelle condizioni di ineleggibilità e/o decadenza sopra menzionate.

In aggiunta alla perdita dei requisiti di eleggibilità, costituiscono ulteriori cause di cessazione dall’incarico:

  • la rinuncia, da inviarsi al Consiglio di Amministrazione e agli altri componenti dell’OdV, mediante comunicazione scritta e motivata, almeno un mese prima della data in cui la rinuncia avrà effetto;
  • la morte o la sopravvenuta incapacità o impossibilità ad esercitare l’incarico;
  • la cessazione, per qualsiasi ragione o causa, dall’incarico ricoperto in Versace per il/i componente/i interno/i.

Il Presidente dell’Organismo di Vigilanza, o un altro componente nel caso di cessazione del Presidente, dovrà comunicare senza indugio al Consiglio di Amministrazione il verificarsi di una delle predette cause dalle quali derivi la necessità di sostituire un membro dell’OdV e il Consiglio di Amministrazione dovrà provvedere tempestivamente alla sostituzione del componente cessato.

In caso di rinuncia, sopravvenuta incapacità, morte, revoca o decadenza del Presidente dell’OdV, subentra a questi il membro più anziano fino alla data della delibera con cui il Consiglio di Amministrazione nomina il nuovo presidente.

Il Consiglio di Amministrazione può revocare, con delibera consiliare, sentito il parere del Collegio Sindacale, i componenti dell’Organismo in ogni momento ma solo per giusta causa.

Costituiscono giusta causa di revoca dei componenti:

  • l’accertamento di un grave inadempimento da parte dell’Organismo di Vigilanza nello svolgimento dei propri compiti;
  • l’omessa comunicazione al Consiglio di Amministrazione di un conflitto di interessi che impedisca il mantenimento del ruolo di componente dell’Organismo stesso;
  • la sentenza di condanna della Società, passata in giudicato, ovvero una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti ex art. 444 c.p.p. (c.d. patteggiamento), ove risulti dagli atti l’omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’Organismo di Vigilanza;
  • la violazione degli obblighi di riservatezza in ordine alle notizie e alle informazioni acquisite nell’esercizio delle funzioni proprie dell’Organismo di Vigilanza;
  • per il componente legato alla Società da un rapporto di lavoro subordinato, l’avvio di un procedimento disciplinare per fatti da cui possa derivare la sanzione del licenziamento.

Qualora la revoca avvenga senza giusta causa, il componente revocato può chiedere di essere immediatamente reintegrato in carica.

Ciascun componente può recedere in ogni momento dall’incarico con preavviso scritto di almeno 30 giorni, da comunicarsi ai Consiglieri di Amministrazione con raccomandata A.R.

12.4. L’attività di Reporting dell’Organismo di Vigilanza

Al fine di garantire la piena autonomia e indipendenza nello svolgimento delle relative funzioni, l’Organismo di Vigilanza comunica direttamente al Consiglio di Amministrazione della Società e al Collegio Sindacale.

L’Organismo di Vigilanza riferisce sia al Consiglio di Amministrazione sia al Collegio Sindacale lo stato di fatto sull’attuazione del Modello e gli esiti dell’attività di vigilanza svolta con le seguenti modalità:

  • almeno annualmente, nei confronti del Consiglio di Amministrazione, attraverso una relazione scritta, nella quale vengano illustrate le attività di monitoraggio svolte dall’Organismo stesso, le criticità emerse e gli eventuali interventi correttivi o migliorativi opportuni per l’implementazione del Modello;
  • periodicamente il Collegio Sindacale e l’Organismo di Vigilanza si incontrano per discutere di presunte violazioni poste in essere dai vertici aziendali o dai componenti del Consiglio di Amministrazione.

L’OdV su base periodica informa anche l’Amministratore Delegato. Inoltre, il Collegio Sindacale può richiedere in qualunque momento di visionare i libri dell’Organismo di Vigilanza.

Degli incontri verrà redatto verbale e copia dei verbali verrà custodita dall’OdV e dagli organismi interessati.

L’OdV si coordinerà con le funzioni aziendali competenti per i diversi profili specifici, ed in particolare, ma non esclusivamente, con la Direzione Human Resources, Direzione Finance, Administration & Controlling Gianni Versace, la Direzione Affari Legali e Societari nonché con l’Internal Audit e Compliance.

Il Collegio Sindacale, il Consiglio di Amministrazione e l’Amministratore Delegato hanno la facoltà di chiedere in qualsiasi momento all’Organismo di Vigilanza, il quale, a sua volta, ha la facoltà di richiedere, attraverso le funzioni o i soggetti competenti, la convocazione dei predetti organi per motivi urgenti.

12.5. Flussi informativi nei confronti dell’Organismo di Vigilanza

Il D.Lgs. 231/2001 enuncia tra le esigenze che il Modello deve soddisfare, l’istituzione di obblighi informativi nei confronti dell’OdV.

I flussi informativi hanno ad oggetto tutte le informazioni e tutti i documenti che devono essere portati a conoscenza dell’OdV, secondo quanto previsto dai protocolli e dagli altri elementi regolamentari che concorrono a costituire il Modello.

Tutte le strutture aziendali hanno l’obbligo di informativa verso l’Organismo di Vigilanza, secondo le modalità sotto esposte.

L’obbligo si estende ai seguenti flussi informativi:

  • flussi informativi generali;
  • flussi informativi specifici per processo rilevante ai fini del Decreto.

Tutti i dipendenti, dirigenti e tutti coloro che cooperano al perseguimento dei fini della Società sono tenuti ad informare, ogni qualvolta l’evento si verifichi e tempestivamente, l’Organismo di Vigilanza in ordine ad ogni deroga, violazione o sospetto di violazione di propria conoscenza rispetto a:

  • norme comportamentali prescritte dal Codice Etico e dal Modello;
  • principi di comportamento e modalità esecutive disciplinate dai protocolli e dalle procedure aziendali rilevanti ai fini del Decreto.

A tali fini è stato istituito un canale di comunicazione anonimo consistente nell’invio all’OdV di corrispondenza riservata presso un indirizzo di posta da parte del personale che voglia procedere alla segnalazione; siffatta modalità di trasmissione delle informazioni è intesa a garantire la riservatezza per i segnalatori del messaggio, anche al fine di evitare atteggiamenti ritorsivi nei confronti del segnalante.

L’Organismo di Vigilanza è quindi informato, mediante apposite segnalazioni pervenute tramite la casella di posta organismodivigilanza@versace.it da parte dei Destinatari, in merito ad eventi che potrebbero ingenerare responsabilità di Gianni Versace ai sensi del D.Lgs. 231/2001. Valgono al riguardo le seguenti precisazioni di carattere generale:

  • devono essere raccolte eventuali segnalazioni relative alla commissione o alla ragionevole convinzione di commissione, dei Reati o comunque a comportamenti in generale non in linea con le regole di comportamento di cui al presente Modello;
  • se un dipendente desidera segnalare una violazione (o presunta violazione) del Modello, lo stesso può contattare il suo diretto superiore. Qualora la segnalazione non dia esito, o il dipendente si senta a disagio nel rivolgersi al suo diretto superiore per la presentazione della segnalazione, il dipendente ne deve riferire all’Organo di Vigilanza attraverso la casella di posta dedicata organismodivigilanza@versace.it che garantisce l’anonimato del segnalante;
  • l’Organo di Vigilanza valuta le segnalazioni ricevute; gli eventuali provvedimenti conseguenti sono applicati a cura del Management o del Consiglio di Amministrazione su segnalazione dell’Organo di Vigilanza.

Oltre alle segnalazioni relative a violazioni di carattere generale sopra descritte, devono essere obbligatoriamente ed immediatamente trasmesse all’Organo di Vigilanza le informazioni concernenti:

  • le segnalazioni pervenute al Comitato Etico di Gruppo in applicazione a quanto disposto dalla procedura di Gestione delle Segnalazioni nonché dal Regolamento del Comitato Etico, laddove le medesime costituiscano elementi di potenziale interesse in ambito 231, o costituiscano situazioni di grave violazione al Codice Etico, tali da ledere la sicurezza e l’immagine della Società;
  • lo Statuto aggiornato della Società;
  • la Visura camerale;
  • il sistema di deleghe e procure in essere;
  • i Verbali del Consiglio di Amministrazione che possano assumere rilevanza per il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D. Lgs. 8 giugno 2001, n.231;
  • le notifiche di atti giudiziari nei confronti della Società, i provvedimenti e/o le notizie provenienti da organi di polizia giudiziaria, o da qualsiasi altra autorità, anche amministrativa, comunicazioni da Autorità Amministrative Indipendenti (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Garante per la Protezione dei Dati Personali) dai quali si evinca lo svolgimento di indagini, anche nei confronti di ignoti, per i reati di cui al Decreto da cui possa derivare una responsabilità per la Società, fatti salvi gli obblighi di riservatezza e segretezza legalmente imposti;
  • le attività di controllo svolte dai Responsabili delle Funzioni Aziendali dalle quali siano emersi fatti, atti, eventi od omissioni con profili di criticità rispetto all’osservanza delle norme del Decreto e notizie relative all’effettiva attuazione, a tutti i livelli aziendali, del Modello;
  • le richieste di assistenza legale inoltrate dai dirigenti e/o dai dipendenti in caso di avvio di procedimento giudiziario per i reati previsti dal Decreto;
  • i procedimenti disciplinari svolti e delle eventuali sanzioni irrogate (ivi compresi i provvedimenti verso i Dipendenti), ovvero dei provvedimenti di archiviazione di tali procedimenti corredati, quando possibile, della copia degli atti e delle motivazioni del provvedimento di archiviazione;
  • le segnalazioni di infortuni gravi o malattie professionali che integrino il reato di omicidio colposo o di lesioni colpose gravi o gravissime, occorsi sul lavoro;
  • l’attestazione sull’adeguatezza e sull’effettiva applicazione delle procedure nel corso del periodo cui si riferiscono le informazioni di bilancio, nonché la corrispondenza di queste alle risultanze dei libri e delle scritture contabili e la loro idoneità a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale economica e finanziaria della Società;
  • le segnalazioni di incidenti ambientali o situazioni con potenziali impatti in materia ambientale che integrino i reati di tutela dell’ambiente previsti dal D.Lgs. 121/11;
  • le decisioni relative alla richiesta, erogazione e utilizzo di finanziamenti pubblici.

L’Organismo di Vigilanza, nel corso dell’attività di indagine che segua alla Segnalazione, agirà in modo da garantire che i soggetti coinvolti non siano oggetto di ritorsioni, discriminazioni o, comunque, penalizzazioni, assicurando la riservatezza del soggetto che effettua la segnalazione e il rispetto della normativa sulla tutela dei dati personali, fatta salva la ricorrenza di eventuali obblighi di legge che impongano diversamente e la tutela dei diritti di Gianni Versace. Si ricorda che a tutela del segnalante la normativa italiana prevede che l’adozione di misure discriminatorie nei confronti dei soggetti che effettuano le suddette segnalazioni può essere denunciata all’Ispettorato nazionale del lavoro, per i provvedimenti di propria competenza, oltre che dal segnalante, anche dall’organizzazione sindacale indicata dal medesimo. Inoltre, il licenziamento ritorsivo o discriminatorio del soggetto segnalante è nullo. Sono altresì nulli il mutamento di mansione ai sensi dell’art. 2103 del Codice civile, nonché qualsiasi altra misura ritorsiva o discriminatoria adottata nei confronti del segnalante11.

I membri dell’Organismo di Vigilanza non potranno riferire in alcun caso al di fuori di Gianni Versace, salvo gli obblighi di legge, quanto appreso nell’esercizio delle proprie funzioni.

Tutte le informazioni, generali e specifiche, devono essere fornite in forma scritta ed indirizzate alla casella di posta dell’Organismo di Vigilanza (organismodivigilanza@versace.it).

Ogni informazione e segnalazione prevista nel Modello è conservata dall’Organismo di Vigilanza in un apposito archivio informatico e/o cartaceo in conformità alle disposizioni contenute nel Decreto Legislativo n. 196/2003 come aggiornato ed integrato dal nuovo Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati Personali (GDPR).

13. WHISTLEBLOWING

13.1. Whistleblowing

Con il Decreto Legislativo 10 marzo 2023, n. 24 il Consiglio dei ministri ha dato attuazione alla direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2019, riguardante “la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle disposizioni normative nazionali” (di seguito anche “Decreto Whistleblowing”). Tale provvedimento è volto alla creazione di una disciplina unica a tutela delle segnalazioni, a tutela sia del settore pubblico, che del settore privato e ha comportato, da un lato l’abrogazione: a) dell’articolo 54-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165; b) dell’articolo 6, commi 2-ter e 2-quater, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231; c) dell’articolo 3 della legge 30 novembre 2017, n. 17912  e dall’altro l’aggiornamento del comma 2-bis del citato art. 6. 
Le disposizioni del Decreto in argomento si applicano ai “soggetti del settore privato”, che: (i) hanno impiegato, nell’ultimo anno, la media di almeno cinquanta lavoratori subordinati con contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato, ovvero (ii) rientrano nell’ambito di applicazione del D.lgs. 231/2001 e hanno adottato modelli di organizzazione e gestione ivi previsti, anche se non superano la media di lavoratori subordinati sopra indicata.
In particolare, l’art. 6, comma 2-bis odierno dispone che, ai sensi del decreto legislativo attuativo della direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2019, i Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo prevedano:

  • propri canali di segnalazione interna, che garantiscano, anche tramite il ricorso a strumenti di crittografia, la riservatezza dell’identità della persona segnalante, della persona coinvolta e della persona comunque menzionata nella segnalazione, nonché del contenuto della segnalazione e della relativa documentazione;
  • il divieto di atti di ritorsione, identificabili in qualsiasi comportamento, atto o omissione, anche solo tentato o minacciato, posto in essere in ragione della segnalazione, della denuncia all’autorità giudiziaria o contabile o della divulgazione pubblica e che provoca o può provocare alla persona segnalante o alla persona che ha sporto la denuncia, in via diretta o indiretta, un danno ingiusto13;
  • un sistema disciplinare, adottato ai sensi del successivo comma 2, lettera e), nei confronti di chi viola le misure di tutela del segnalante, nonché di chi effettua con dolo o colpa grave segnalazioni che si rivelino infondate. In caso di controversie legate all’erogazione di sanzioni disciplinari, demansionamenti, licenziamenti, trasferimenti ovvero sottoposizione del segnalante ad altra misura organizzativa avente effetti negativi sulle condizioni di lavoro, spetta al datore di lavoro provare che tali misure siano state adottate sulla base di ragioni estranee alla segnalazione (c.d. “inversione dell’onere della prova a favore del segnalante”). 

La Società al fine di garantire l’efficacia del sistema di whistleblowing assicura la puntuale informazione di tutto il personale dipendente e dei soggetti che con la stessa collaborano con riferimento alla conoscenza, comprensione e diffusione degli obiettivi e dello spirito con cui la segnalazione deve essere effettuata. 
In particolare, oggetto delle segnalazioni dovranno essere violazioni14 di disposizioni normative nazionali o dell’Unione europea che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’amministrazione pubblica o dell’ente privato, di cui siano venute a conoscenza in un contesto lavorativo pubblico o privato. 


Non saranno meritevoli di segnalazione, invece: 
a) contestazioni, rivendicazioni o richieste legate ad un interesse di carattere personale della persona segnalante o della persona che ha sporto una denuncia all’autorità giudiziaria o contabile che attengono esclusivamente ai propri rapporti individuali di lavoro o di impiego pubblico, ovvero inerenti ai propri rapporti di lavoro o di impiego pubblico con le figure gerarchicamente sovraordinate;

b) segnalazioni di violazioni laddove già disciplinate in via obbligatoria dagli atti dell’Unione europea o nazionali indicati nella parte II dell’allegato al presente decreto ovvero da quelli nazionali che costituiscono attuazione degli atti dell’Unione europea indicati nella parte II dell’allegato alla direttiva (UE) 2019/1937, seppur non indicati nella parte II dell’allegato al presente decreto;

c) segnalazioni di violazioni in materia di sicurezza nazionale, nonché di appalti relativi ad aspetti di difesa o di sicurezza nazionale, a meno che tali aspetti rientrino nel diritto derivato pertinente dell’Unione europea.

Le segnalazioni devono fornire elementi utili a consentire ai soggetti preposti di procedere alle dovute e appropriate verifiche ed accertamenti (art. 6, comma 2-bis, D.lgs. 231/2001). 

13.2. La procedura di Whistleblowing

La Società, al fine di garantire l’efficacia del sistema di Whistleblowing, ha adottato una specifica procedura di Gruppo intitolata “Whistleblower Policy – Procedures for Investigating Employee or Third Party Complaints” (di seguito anche “Policy”) per la gestione delle segnalazioni effettuate dai dipendenti e dalle terze parti, che rende edotti i dipendenti circa l’esistenza di appositi canali di comunicazione che consentono di presentare le eventuali segnalazioni, fondate su elementi di fatto precisi e concordati. 
Nell’ottica di dare compiuta attuazione alla disciplina del Decreto Whistleblowing, la Società ha, altresì, integrato tale Policy con il documento intitolato “European Union Addendum to the Whistleblowing Policy” (di seguito anche, l’“Addendum”), in cui sono declinate tutte le disposizioni del Decreto 24/2023 e previste delle singole sottosezioni “Paese”, per dare adeguata disciplina alle eventuali previsioni ad hoc, adottate a livello locale, nelle diverse legislazioni che hanno implementato la Direttiva su richiamata. 
La Policy adottata dalla Società - comprensiva dell’Addendum e delle sezioni “Paese” - è volta a regolamentare, incentivare e proteggere, chiunque, nell’ambito del proprio contesto lavorativo, venendo a conoscenza di un illecito e/o di un’irregolarità sul luogo di lavoro, decide di farne segnalazione. Tenuto conto del riferimento al “il contesto lavorativo”, le tutele normative previste per il segnalante sono rivolte sia coloro che sono legati a un rapporto di lavoro subordinato con la Società, sia a ogni altra persona che abbia un qualsiasi rapporto di collaborazione, che “prestano la propria attività presso soggetti del settore privato"15

Oggetto delle segnalazioni saranno quindi:
- condotte illecite che integrano una o più fattispecie di reato da cui possa derivare una responsabilità per l’ente ai sensi del Decreto;
- condotte che, pur non integrando alcuna fattispecie di reato, sono state poste in essere contravvenendo a regole di condotta, procedure, protocolli o disposizioni contenute all’interno dei documenti normativi aziendali;
- condotte considerate non etiche e/o in violazione del Codice Etico;
- condotte che costituiscono una violazione ai sensi dell’art. 2, comma 1, lett. a) del D.lgs. 24/2023 (ref. nota 14).

Le segnalazioni devono fornire elementi utili a consentire ai soggetti preposti di procedere alle dovute e appropriate verifiche ed accertamenti.
Le segnalazioni potranno pervenire utilizzando la hotline dedicata messa a disposizione dalla Società:

800-172-444
digitando, quando richiesto, il seguente numero:
855-224-4261

oppure
tramite l’Ethics Point di Gruppo (https://secure.ethicspoint.com/domain/media/en/gui/52946/index.html

Inoltre - sempre con le medesime garanzie di riservatezza dell’identità della persona segnalante, della persona coinvolta e della persona comunque menzionata nella segnalazione, nonché del contenuto della segnalazione e della relativa documentazione - eventuali segnalazioni potranno pervenire tramite l’indirizzo di posta elettronica appositamente istituito organismodivigilanza@versace.it (secondo le modalità descritte nel par. 12.5).

La Società agisce in modo da garantire i segnalanti contro qualsiasi forma di ritorsione o comportamenti discriminatori, diretti o indiretti, per motivi collegati, direttamente o indirettamente, alla segnalazione.

13.3. Misure disciplinari nei confronti dei destinatari delle segnalazioni

Ai fini di quanto previsto in materia di Whistleblowing, si rinvia a quanto disciplinato nel Sistema Disciplinare identificato dalla Società.

14. DIFFUSIONE DEL MODELLO: COMUNICAZIONE, INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI DESTINATARI

14.1. Premessa

Gianni Versace consapevole dell’importanza che gli aspetti formativi e informativi assumono in una prospettiva di prevenzione, definisce un programma di comunicazione e formazione volto a garantire la divulgazione a tutto il personale dei principali contenuti del Decreto e degli obblighi dallo stesso derivanti, nonché delle prescrizioni del Modello e dei principi del Codice Etico.

Ai fini dell’efficace attuazione del Modello, è obiettivo generale di Gianni Versace garantire verso tutti i Destinatari del Modello medesimo una corretta conoscenza e divulgazione delle regole di condotta ivi contenute. Tutto il personale, nonché i soggetti apicali, i consulenti, i partner ed i collaboratori esterni sono tenuti ad avere piena conoscenza sia degli obiettivi di correttezza e trasparenza che si intendono perseguire con il Modello, sia delle modalità attraverso le quali la Società intende perseguirli.

Obiettivo di carattere particolare è poi rappresentato dalla necessità di garantire l’effettiva conoscenza delle prescrizioni del Modello e le ragioni sottese ad un’efficace attuazione nei confronti di risorse le cui attività sono state riscontrate a rischio. Tali determinazioni sono indirizzate verso le attuali risorse di Gianni Versace nonché verso quelle ancora da inserire.

14.2. Comunicazione

L’adozione del presente Modello (da intendersi anche nei suoi vari aggiornamenti) è comunicata a tutto il personale in forza al momento dell’adozione stessa. In particolare, la comunicazione viene disposta attraverso:

  • Acknowledgment tramite sistema Workday;
  • diffusione del Modello su supporti informatici quali share folder sulla rete aziendale che consente in ogni momento, da qualsiasi terminale della rete aziendale, di consultare il Modello e le procedure operative dallo stesso previste e così consentendo di verificare costantemente le modalità di azione e di compimento della specifica attività.

Ai nuovi assunti viene consegnato un employee handbook con indicato il link dove trovare il Codice Etico, il Modello e le varie procedure aziendali (alcune delle quali da sottoscrivere per presa visione tramite il sistema Workday), con il quale assicurare agli stessi le conoscenze considerate di primaria rilevanza.

I suddetti soggetti, al momento della comunicazione del presente Modello, si impegnano, nello svolgimento dei propri compiti afferenti alle aree rilevanti ai fini del Decreto e in ogni altra attività che possa realizzarsi nell’interesse o a vantaggio della Società, al rispetto dei principi, regole e procedure in esso contenuti.

Per quanto concerne i Terzi Destinatari, il responsabile del Dipartimento Legal e il responsabile della direzione alla quale il contratto si riferisce determinano le modalità di comunicazione del Modello e del Codice Etico, che ne è parte integrante. In particolare, nei contratti stipulati dalla Società con i Terzi Destinatari, sono inserite specifiche clausole che prevedono l’obbligo del rispetto del Modello e del Codice Etico con applicazione delle relative sanzioni in caso di violazione.

14.3. Formazione

Al fine di garantire una diffusione capillare e un’effettiva conoscenza del D.Lgs. 231/2001 e del presente Modello, Gianni Versace ha l’onere di svolgere un’accurata attività di formazione nei confronti del proprio personale.

L’attività di formazione è differenziata, nei contenuti e nelle modalità di erogazione, in funzione della qualifica dei Destinatari, del livello di rischio dell’area in cui operano e dell’avere o meno funzioni di rappresentanza della Società.

Tutti i programmi di formazione avranno un contenuto minimo comune consistente nell’illustrazione dei principi del D. Lgs. 231/2001, degli elementi costitutivi il Modello delle singole fattispecie di reato previste dal D. Lgs. 231/2001 e dei comportamenti considerati sensibili in relazione al compimento dei sopraccitati reati.

In aggiunta a questa matrice comune ogni programma di formazione sarà modulato, ove necessario, al fine di fornire ai suoi fruitori gli strumenti adeguati per il pieno rispetto del dettato del Decreto in relazione all’ambito di operatività e alle mansioni dei soggetti destinatari del programma stesso.

L’attività di formazione sarà svolta periodicamente a cadenze stabilite e ripetuta in occasione di cambiamenti di mansioni che incidano sui comportamenti rilevanti ai fini del Modello (formazione anche di tipo individuale attraverso istruzioni specifiche e personali), nonché in relazione all’introduzione di modifiche sostanziali al Modello stesso.

La partecipazione ai programmi di formazione sopra descritti è obbligatoria e il controllo circa l’effettiva frequenza è demandata alla direzione Human Resources che ne relaziona all’OdV.

L’attività di formazione viene erogata attraverso corsi da tenersi in aula e corsi distribuiti in modalità e-learning e il relativo contenuto viene aggiornato in relazione all’evoluzione della normativa (es. introduzione di nuove fattispecie di reati presupposto) e del contenuto del Modello (es. adozione di nuove parti speciali).

15. LE VERIFICHE SULL’ATTUAZIONE DEL MODELLO

Il Modello sarà oggetto alle attività di verifica e monitoraggio dell’effettività ed efficacia del Modello che verranno promosse sulla base di un piano di vigilanza predisposto dall’OdV e che saranno oggetto di reporting nei confronti degli Organi Sociali come specificato in precedenza.

NOTE PIE' PAGINA

1    L’art. 64 del D.lgs.21 novembre 2007, n. 231 ha abrogato i commi 5 e 6 dell’art. 10 della L. 16 marzo 2006, n. 146, che aveva introdotto nel novero dei Reati transnazionali, il riciclaggio (art. 648-bis c.p.) e l’impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648-ter c.p.).

2    Non rileverebbero, quindi, ai fini della responsabilità dell’ente le condotte derivanti da semplice imperizia, mera sottovalutazione del rischio o imperfetta esecuzione delle misure antinfortunistiche.

3    La frode cui fa riferimento il Decreto non necessariamente richiede artifici o raggiri ma presuppone che la violazione del Modello sia determinata da un aggiramento dei presidi di controllo in esso previsti che sia idoneo a “forzarne” l’efficacia.

4    La conformità dell’Ente ai sistemi di certificazione non costituisce presunzione di conformità ai requisiti del Decreto.

5    Così come è soggetto al Decreto ogni Ente costituito all’estero in base alle disposizioni della propria legislazione che abbia la sede dell’amministrazione o l’oggetto principale in Italia. 

6    Il delitto è tentato quando in presenza di atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere un delitto, l’azione non si compie o l’evento non si verifica (art. 56 c.p.) 

  Tuttavia, per alcuni reati (quali, ad esempio, i reati di cui agli artt. 25-sexies e 25-duodecies) le sanzioni pecuniarie risultano differenziate rispetto a quelle previste all’art. 10 del Decreto.

8    E non può comunque essere superiore a Euro 103.291,00.

9    Ai fini della confisca si deve far riferimento al momento di realizzazione del reato e non a quello di percezione del profitto, così che non sarà suscettibile di confisca il profitto derivante da un reato che non era al momento di realizzazione della condotta incluso nel novero dei reati presupposto di cui al Decreto (ma lo era al momento di conseguimento del profitto).

10   Da ultimo aggiornate nel giugno 2021.

11   È onere del datore di lavoro, in caso di controversie legate all’irrogazione di sanzioni disciplinari, o a demansionamenti, licenziamenti, trasferimenti o sottoposizione del segnalante ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro, successivi alla presentazione della segnalazione, dimostrare che tali misure sono fondate su ragioni estranee alla segnalazione stessa.

12   Recante le “Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato”, con cui il Legislatore, in un primo tentativo di armonizzare le disposizioni previste per il settore pubblico, aveva introdotto specifiche previsioni per gli enti destinatari del D.lgs. 231/2001 e inserito all’interno dell’art. 6 del D.lgs. 231/2001 i tre commi bis), ter) e quater), due dei quali ad oggi abrogati e sostituiti dal nuovo disposto.

13   A mero titolo esemplificativo, l’art. 17 elenca tutta una serie di atti che possono costituire “ritorsioni”, ovvero: a) il licenziamento, la sospensione o misure equivalenti; b) la retrocessione di grado o la mancata promozione; c) il mutamento di funzioni, il cambiamento del luogo di lavoro, la riduzione dello stipendio, la modifica dell’orario
di lavoro; d) la sospensione della formazione o qualsiasi restrizione dell’accesso alla stessa; e) le note di merito negative o le referenze negative; f) l’adozione di misure disciplinari o di altra sanzione, anche pecuniaria; g) la coercizione, l’intimidazione, le molestie o l’ostracismo; h) la discriminazione o comunque il trattamento sfavorevole; i) la mancata conversione di un contratto di lavoro a termine in un contratto di lavoro a tempo indeterminato, laddove il lavoratore avesse una legittima aspettativa a detta conversione; l) il mancato rinnovo o la risoluzione anticipata di un contratto di lavoro a termine; m) i danni, anche alla reputazione della persona, in particolare sui social media, o i pregiudizi economici o finanziari, comprese la perdita di opportunità economiche e la perdita di redditi; n) l’inserimento in elenchi impropri sulla base di un accordo settoriale o industriale formale o informale, che può comportare l’impossibilità per la persona di trovare un’occupazione nel settore o nell’industria in futuro; o) la conclusione anticipata o l’annullamento del contratto di fornitura di beni o servizi; p) l’annullamento di una licenza o di un permesso; q) la richiesta di sottoposizione ad accertamenti psichiatrici o medici.

14   Per violazioni, nello specifico si intendono: comportamenti, atti od omissioni che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’amministrazione pubblica o dell’ente privato e che consistono in: 1) illeciti amministrativi, contabili, civili o penali che non rientrano nei numeri 3), 4), 5) e 6); 2) condotte illecite rilevanti ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, o violazioni dei modelli di organizzazione e gestione ivi previsti, che non rientrano nei numeri 3), 4), 5) e 6); 3) illeciti che rientrano nell’ambito di applicazione degli atti dell’Unione europea o nazionali indicati nell’allegato al presente decreto ovvero degli atti nazionali che costituiscono attuazione degli atti dell’Unione europea indicati nell’allegato alla direttiva (UE) 2019/1937, seppur non indicati nell’allegato al presente decreto, relativi ai seguenti settori: appalti pubblici; servizi, prodotti e mercati finanziari e prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo; sicurezza e conformità dei prodotti; sicurezza dei trasporti; tutela dell’ambiente; radioprotezione e sicurezza nucleare; sicurezza degli alimenti e dei mangimi e salute e benessere degli animali; salute pubblica; protezione dei consumatori; tutela della vita privata e protezione dei dati personali e sicurezza delle reti e dei sistemi informativi; 4) atti od omissioni che ledono gli interessi finanziari dell’Unione di cui all’articolo 325 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea specificati nel diritto derivato pertinente dell’Unione europea; 5) atti od omissioni riguardanti il mercato interno, di cui all’articolo 26, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, comprese le violazioni delle norme dell’Unione europea in materia di concorrenza e di aiuti di Stato, nonché le violazioni riguardanti il mercato interno connesse ad atti che violano le norme in materia di imposta sulle società o i meccanismi il cui fine è ottenere un vantaggio fiscale che vanifica l’oggetto o la finalità della normativa applicabile in materia di imposta sulle società; 6) atti o comportamenti che vanificano l’oggetto o la finalità delle disposizioni di cui agli atti dell’Unione nei settori indicati nei numeri 3), 4) e 5).

15   Ovvero: (i) lavoratori autonomi o titolari di un rapporto di collaborazione; (ii) lavoratori o i collaboratori, che forniscono beni o servizi o che realizzano opere in favore di terzi; (iii) liberi professionisti e i consulenti; (iv) volontari e tirocinanti, retribuiti e non retribuiti; (v) azionisti e persone con funzioni di amministrazione, direzione, controllo, vigilanza o rappresentanza, anche qualora tali funzioni siano esercitate in via di mero fatto, che prestano la propria attività presso la Società.1

ORGANISATIONAL MODEL

GENERAL SECTION

1. PREAMBLE

This document represents the Organisational Model (below, “the Model”) according to Legislative Decree no. 231/2001 and subsequent additions (below, “the Decree”) adopted in the current version by the Board of Directors of Gianni Versace S.r.l. (below, “the Company” / “Gianni Versace”) with resolution-dated 7/08/2023.

Choosing this Model, Gianni Versace has meant to configure and introduce a structured and organic system of principles and organisational and control procedures, in order to avoid the commission of Offences sanctioned by the Decree (below, the “Offences”) – according to the legality corporate culture mentioned by the Decree Report – respecting its own corporate governance, intended as a governance system designed to direct an optimal organisational management. Gianni Versace’s governance is composed by an internal framework and a System of controls built in order to achieve the best results possible by pursuing the corporate purpose, according to the laws and respecting the principles and standards established in the “Capri Holdings Code of Conduct and Corporate Ethics” (below, “Code of Ethics”).

The Model has the following purposes:

  • diffusion of a corporate culture inspired by fairness, transparency and legality: the Company condemns every single behavior that is against the law or internal framework and, particularly, to standards contained in the present Model and in its protocols;
  • diffusion of a control culture;;
  • an efficient and balanced organisation of the Company, particularly regarding the process to make decisions and to them transparency, the prevision of controls, both prior and subsequent and to the way information are managed, both internal and external;
  • implement suitable measures in order to remove promptly possible risky situations that could cause commission of Offences;
  • a proper information to the Addressees (as following definition) for those activities that lead to the risk of carrying out Offences.
2. DEFINITIONS

i. “Model”: the present Organisational Model according to Legislative Decree no. 231/2001;

ii. “Legislative Decree no. 231/2001” or also called as “Decree”: the Legislative Decree no. 231 dated 8th June 2001 and subsequent additions;

iii. “Persons in a top position”: persons who hold positions of representation, administration or management of the entity or its autonomous organisational unit which have own financial and functional autonomy, or the entity which carry out the management and control of the Company;

iv. “Subordinate subjects”: all those who are subject to the management and supervision of persons in a top position;

v. “Sensitive activities”: the activities that can involve in the risk of commission of Offences;

vi. “Corporate boards”: the members of the Board of Directors and the members of the Board of Auditors of Gianni Versace S.r.l.;

vii. “Supervisory body” or also known as “SB”: body who has the task of constantly monitoring the compliance with the Model and the relative updates according to article 6, letter b) of the Decree;

viii. “P.A. ”: the Public Administration, included the officers and the subjects in charge of providing public services;

ix. “Partner”: contractual counterparts of Gianni Versace S.r.l., i.e. suppliers, agents, licensees, clients, commercial partners, both individuals or legal entities, with which, Gianni Versace S.r.l., reaches any kind of contractual collaborations regulated by law, where the addressees are meant to cooperate with the Company in the sensitive activities area;

x. “Predicate Offences for the Decree” or also known as “Offences”: the specific offences subject to the provisions of the Legislative Decree no. 231/2001 and subsequent additions;

xi. “Control protocols”: protocols directed to program the way how the entity’s decisions are made and their implementation in order to prevent the offences;

xii. “Procedures”: organisational rule that describes roles, responsibilities and the operational modes of how create a corporate process or a sequence of activities.

3. STRUCTURE OF THE MODEL

This document consists of a General Section and a Special Section.

The General Section deals with the description of the regulations contained in the Legislative Decree 231/2001, the indication – in the relevant sections for the purposes of the Decree – of the regulation specifically applicable to the Company, the description of the offences relevant to Gianni Versace S.r.l., the indication of the recipients of the Model, the operating principles of the Supervisory Body, the definition of a disciplinary system dedicated to the monitoring of violations of the Model, the indication of the obligations to communicate and to train personnel planned by the Model.

The Special Section is composed by an introductive section and from specific “Offences Categories” that regard different kinds of Offences abstractly applicable to Gianni Versace S.r.l. where are reported (i) the description of the offence’s circumstances, (ii) the sensitive activities and (iii) the existing control measures for the prevention or mitigation of offences.

The Offences Categories are the followings:

  • Annex A – Offences in relationship with the Public Administration (these kind of offences are mentioned in the articles 24 e 25 of the Decree no. 231/2001);
  • Annex B – IT Offences and Illegal Use of Data, introduced by the Law no. 48/2008 (offences mentioned by article no. 24-bis of the Decree no. 231/2001);
  • Annex C – Organised Crime Offences and Transnational Crimes introduced by the Law no. 94/2009 (offences mentioned by the article no. 24-ter of the Decree no. 231/2001);
  • Annex D – Offences of Forgery of Money, Public Credit Cards, Revenue stamps and instruments or Signs of Recognition (offences mentioned by article no. 25-bis of the Decree no. 231/2001);
  • Annex E – Crimes against Industry and Trade (offences mentioned by the article no. 25-bis 1 of the Decree no. 231/2001);
  • Annex F – Corporate Offences (offences mentioned by the article no. 25-ter of the Decree no. 231/2001);
  • Annex G – Crimes of Manslaughter and Serious or Very Serious Injuries Committed in Violation of the Accident Prevention Regulations (offences mentioned by the article no. 25-septies of the Decree no. 231/2001);
  • Annex H – Offences of Receiving Stolen Goods, Money Laundering and Use of Money, Goods or Benefits of Illicit Origin as Well as Self-Laundering (offences mentioned by the article no. 25-octies of the Decree no. 231/2001);
  • Annex I – Offences Relating to the Violation of Copyright (offences mentioned by the article no. 25-novies of the Decree no. 231/2001);
  • Annex J – Inducement not to Make Statements or to Make False Statements to the Judicial Authorities (offences mentioned by the article no. 25-decies of the Decree no. 231/2001);
  • Annex L – Environment Offences, introduced by the Legislative Decree no. 121/2011 (offences mentioned by the article no. 25-undecies of the Decree no. 231/2001);
  • Annex M – Employment of Third–Country Nationals Without a Residence Permit, introduced by the Legislative Decree no. 109/2012 (offences mentioned by the article no. 25-duodecies of the Decree no. 231/2001);
  • Annex N – Crimes Against the Individual, introduced by the Law no. 228/2003 (offences mentioned by the article no. 25-quinquies of the Decree no. 231/2001);
  • Annex O – Offences relating the market abuse, introduced by the Law no. 62/2005 (offences mentioned by article no. 25-sexies of the Decree no. 231/2001);
  • Annex P – Offences relating to Racism and Xenophobia, introduced by the Law no. 167/2017 (offences mentioned by article no. 25-tredecies of the Decree no. 231/2001).
  • Special Part Q - Tax Offences introduced by Law 157/2019 (Article 25-quinquiesdecies);
  • Special Part R - Contraband Offences, introduced by Legislative Decree 75/2020 (Article 25-sexiesdecies);
  • Special Part S- Offences relating non-cash payment instruments introduced by the D.lgs.n. 75/2020 (art. 25-octies.1).
Are also integral section of the Model:
  • the Code of Ethics ;
  • the Risk Self Assessment aimed for identifying sensitive activities;
  • the Policies, procedures and behavior standards currently applicable.

These acts and documents can be found, according to the methods provided for their divulgation, within the Company.

4. ADDRESSEES

The “Addressees” of the Model are:

  • those who perform administration, management or control Functions in the Company or in one of its autonomous organisational units;
  • all the employees and, particularly, those who execute sensitive activities marked as risky. The rules established by the Model must be respected from all the workers that are related to the Company by a relationship of employment – managers, directors, office workers and workers;
  • all those persons who collaborate with the Company on the basis of a semi-subordinate employment relationship, such as project workers, temporary workers, agents (not exhaustive examples and below, the “Third Addressees”).

The Model represents the internal regulation of the Company, which is applicable to all those that work for the company, independently from the organisational level they have. The forbidden behaviors which result sanctioned by the Decree and the respect of the measures contained in the Code of Ethics have to be respected also by those persons who have relationships with the Company, such as suppliers, advisors, and business partners by agreeing to specific contract terms. In particular, the respect of the measures contained in the Model represents an essential section of the contractual obligations that employees have, according to the article no. 2104 and subsequent of the Italian Civil Code. Furtherly, the Addressees have the following obligations:

  • a) to abstain from behaviors against the rules established in the Model and laws applicable;
  • b) to address to their immediate superiors (SB) for the necessary clarifications about the Model or the applicable laws;
  • c) to refer to the SB each violation of the Model, even the potential ones, with the methods described in paragraph no. 12.5;
  • d) to cooperate with the SB and the Internal Manager as indicated in the Special Section of the Model and to cooperate in case of surveys by the Company, the SB or the Authorities in order to find out alleged breaches related to the Model or to the Code of Ethics.

Gianni Versace S.r.l. dedicates the necessary attention in order to the correct and efficient implementation of the Model, guaranteeing its diffusion and verifying the knowledge of all the relevant persons, which have to work with.

The Company, besides, carries out constantly updating activities as well as verifying measures in order to check the knowledge of the subordinate subjects and persons in a top position.

5. REGULATORY FRAMEWORK: THE LEGISLATIVE DECREE 8TH OF JUNE 2001 No. 231 AND ITS EVOLUTION

5.1. The administrative liability system for crime under the Legislative Decree 8th of June 2001 no. 231 

The Legislative Decree no. 231 of 8 June 2001 which title is “Regulatory framework of the administrative liability of legal entities, Companies and associations without legal status, according to the article no. 11 of the Law no. 300 of 29 September 2000”, has introduced for the first time within the national legal system the administrative liability for those who are not single individuals (below, “Entities/Institutions”).

A very important law print was established with the introduction of the proxy law no. 300 of 29 September 2000, which operates, besides, by approving the Convention on the financial protection of the European Communities of 26 of July 1995, the European Convention of 26 May 1997 related to the corruption fighting and the OCSE Convention of 17 September 1997 also related to the corruption fighting with a focus on foreign public officers within international business transactions and conforming itself to those international law tools planned for providing liabilities paradigms for legal entities and a related system of penalties able to hit corporate crimes.

The Legislative Decree no. 231/2001 operates in a framework of internationals obligations and – aligning itself with many legal systems of other countries – establishes the liability for entities, considered “as an independent center of interests and legal relationships, a landmark for different precepts, and a matrix of decisions and activities of those subjects that operate in the name, on behalf or in any case in the interest of the entity” (concept provided by the “Grosso Commission” within the relation made about the Italian Criminal Code reform).

The introduction of the administrative liability for the entities is due to a consideration made by analyzing those misconducts where the decisions about the applicable behavior are not taken by the single individuals but mostly are taken from the persons in a top position.

Other reasons for the introduction of the administrative liability related to the corporate structure regard the possibility that some offences could be facilitated by it or, in other cases, the corporate structure can lead to serious consequences right through an unfair use of it.

5.2. The nature of the liability

The explanatory report of the Legislative Decree no. 231/2001, referring to the administrative liability, emphasize “the born of a tertium genus (a third category) that conjugates the essential standards of the penal and administrative system, in order to align the reasons for the preventive efficacy with those of the maximum guarantee”.

Indeed, the Decree has introduced into our legal system a form of liability of the “administrative” kind – according with the article no. 27, 1st subparagraph of the Constitution of the Italian Republic (“The penal liability is personal”).

The type of liability here introduced can be considered as a penal-administrative liability. Even though has been defined as “administrative” by the Legislator and even predicting administrative penalties, it has the typical features of the penal liability since attains to the commission of a Crime, it is ascertained through a penal process and it is sanctioned only through the proper guarantees of the penal process.

5.3. Predicate offences of the Decree and subsequent additions

The Company can only be held liable for a limited number of offences (known as “predicate offences”) which are strictly indicated by the Legislator.

At the date when the Model has been implemented the Offences predicted by the Decree belong to the following categories:

  • (a) Offences in relationship with the Public Administration (referred to article no. 24 and no. 25 of the Decree);
  • (b) IT offences and illegal use of Data (referred to article no. 24-bis of the Decree, introduced by article no. 7 of Law no. 48 of 18 March 2008 entitled “Ratification and Execution of the Convention by the European Council on the IT offences that took place in Budapest on the 23rd of November 2001, and compliance regulations for the internal legal system”);
  • (c) Organized crime offences (referred to article no. 24-ter of the Decree, introduced by article no. 2, subparagraph 29, of Law no. 94 of 15 July 2009 entitled “Regulations on public safety”);
  • (d) Offences against public faith (forgery of money, public credit cards and revenue stamps, and instruments or signs of recognition) (referred to article no. 25-bis of the Decree, introduced by article no. 6 of the Law Decree no. 350 of 25 September 2001, converted in law no. 409 of 23 September 2001, entitled “Urgent Regulations in sight of the Euro introduction (…)”, as modified by the Law no. 99 of 23 July 2009);
  • (e) Crimes against industry and trade (referred to article no. 25-bis.1 of the Decree, introduced by the article no. 15, subparagraph 7, letter b), of the Law no. 99 of 23 July 2009, entitled “Regulations for the development and the internalization of companies, including energy measures”);
  • (f) Corporate offences (referred to article 25-ter of the Decree, introduced by article no. 3, subparagraph 2 of the Legislative Decree no. 61 of 11 April 2002, entitled “Framework of penal and administrative illegal conducts regarding commercial companies, according to article no. 11 of Law no. 366 of 3 October 2001, as modified by the Law no. 262 of 28 December 2005, Law no. 190 of 6 November 2012 and lastly, by the Law no. 69 of 27 May 2015”).
  • (g) Crimes for the purposes of terrorism and subversion of the democratic order (referred to article no. 25-quarter of the Decree, introduced by the article no. 3 of the Law no. 7 of 14 January 2003, entitled “Ratification and Execution of the International Convention on the repression of financing terrorism phenomes, that took place in New York on the 9 December 1999, and compliance regulations for the internal legal system”);
  • (h) Crimes of mutilating female genital organs (referred to article 25-quarter.1 of the Decree, introduced by article no. 8 of the Law no. 7 of 9 January 2006, entitled “Regulations regarding the prevention and prohibition of crimes of mutilating female genital organs”);
  • (i) Crimes against the individual (referred to art. 25-quinquies of the Decree, introduced by the article no. 5 of the Law no. 228 of 11 August 2003, entitled “Measures against trafficking in persons”, as modified by the Law no. 38 of 6 February 2006, by the Legislative Decree no. 39 of 4 March 2014 and lastly, by the Law no. 199 of 29 October 2016);
  • (j) Market abuse offences (referred to article no. 25-sexies of the Decree, introduced by article no. 9 of the Law no. 62 of 18 April 2005, “Regulations for the fulfillments of obligations consequent the belonging of Italy to the European Communities. European Law 2004”));
  • (k) Crimes relating to health and safety in the workplace (manslaughter and serious negligent personal injury) (referred to article no. 25-septies of the Decree, introduced by the article no. 9 of the Law no. 123 of 3 August 2007, entitled “Measures on health protection and occupational safety and proxy to the Government for accomplishing the reform of health and safety framework” as modified by article no. 300 of Legislative Decree no. 81 of 9 April 2008, entitled “Implementation of article no. 1 of the Law no. 123 of 3 August 2007 regarding health and safety in the workplace”);
  • (l) Offences of receiving stolen goods, money laundering and use of money, goods or benefits of illegal origin, as well as self-laundering (referred to article no. 25-octies of the Decree, introduced by the article no. 63, subparagraph 3 of the Legislative Decree no. 231 of 21 November 2007, entitled “Execution of the Directive no. 2005/60/CE regarding the prevention of using the financial system for money laundering and financing terrorism, and by the Directive no. 2006/70/CE which indicates how those measures have to be implemented”, as modified by the Law no. 186 of 15 December 2014)1 ;
  • (m) Offences relating non-cash payment instruments (referred to article no. 25-octies 1 of the Decree, introduced Legislative Decree 184/2021, on "Implementation of Directive (EU) 2019/713 of the European Parliament and of the Council of 17 April 2019 on combating fraud and counterfeiting of non-cash means of payment and replacing Council Framework Decision 2001/413/GAI;
  • (n) Offences relating to the violation of copyright (referred to article no. 25-novies of the Decree, introduced by article no. 15, subparagraph 7, letter c) of Law no. 99 of 23rd July 2009, entitled “Regulations for the development and the internalization of companies, including energy measures”);
  • (o) Crimes of inducing people not to make statements or to make false statements to the judicial authorities (referred to article no. 25-decies of the Decree, introduced by article no. 4, subparagraph 1, of Law no. 116 of 3 August 2009, entitled “Ratification and execution of the ONU Convention against corruption, implemented by the Ordinary Assembly of ONU on the 31st October 2003 with settlement no. 58/4, signed by the Italian State on the 9th December 2003, and compliance regulations for the national legal system and additions to the Italian Criminal Code and Italian code of penal procedures”, as subsequently replaced by article no. 2of the Legislative Decree no. 121 of 7th July 2011);
  • (p) Environmental offences (referred to article no. 25-undecies of the Decree, introduced by the article no. 2, subparagraph 2, of the Legislative Decree no. 121 of 7 July 2011 entitled “Implementation of Directive no. 2008/99/CE on the environmental protection and of the Directive no. 2009/123/CE which modifies the Directive no. 2005/35/CE regarding the pollution provoked by ships and the introduction of penalties for violations”, as modified by the Law no. 68 of 22 May 2015);
  • (q) Employment of third-country nationals without a residence permit (referred to article no. 25-duodecies of the Decree, introduced by the article no. 2, subparagraph 1, of the Legislative Decree no. 109 of 16 July 2002 entitled “Implementation of the Directive no. 2009/52/CE which introduces minimum law standards regarding penalties and measures for the employers which use citizens of foreign countries without a residence permit”);
  • (r) Racism and xenophobia (referred to article no. 25-terdecies of the Decree, introduced by the Law no. 167 of 20 November 2017);
  • (s) Transnational crimes (referred to article no. 10 of the Law no. 146 of 16 March 2006, entitled “Ratification and execution of the United Nations Convention and Protocols against transnational crimes, adopted by the General Assembly on 15th of November 2000 and May 31st 2001, as amended by Legislative Decree no. 231 of 21 November 2007);
  • (t) Crimes related to fraud in sports competitions, abusive gambling or betting and gambling performed by using prohibited (referred to article no. 25-quaterdecies of the Decree, introduced by the Law no. 39 of 3 March 2019, entitled “Ratification and execution of the European Council Convention on the manipulation of sports competitions, made in Magglingen the 18th of September 2014”.
  • (u) Tax Offences (Article 25-quinquiesdecies of the Decree introduced by Law 157/2019 as subsequently amended by Legislative Decree 75/2020);
  • (v) Contraband Offences (Article 25-sexiesdecies of the Decree introduced by Legislative Decree 75/2020);
  • (w) Offences against the cultural heritage (Articles 25-septiesdecies and 25-duodevicies of the Decree, introduced by Law No.9/2022 containing "Provisions on crimes against the cultural heritage").

Through the analysis performed (as described in the paragraph no. 6.3 of the present Model), it has been established that the following predicated offences are not applicable to Gianni Versace S.r.l.:

  • (a) Crimes for the purposes of terrorism and subversion of the democratic order (referred to article no. 25-quarter of the Decree, introduced by the article no. 3 of the Law no. 7 of 14 January 2003, entitled “Ratification and Execution of the International Convention on the repression of financing terrorism phenomes, that took place in New York on the 9 December 1999, and compliance regulations for the internal legal system”);
  • (b) Crimes of mutilating female genital organs (referred to article 25-quarter.1 of the Decree, introduced by article no. 8 of the Law no. 7 of 9 January 2006, entitled “Regulations regarding the prevention and prohibition of crimes of mutilating female genital organs”);
  • (c) Crimes related to fraud in sports competitions, abusive gambling or betting and gambling performed by using prohibited (referred to article no. 25-quaterdecies of the Decree, introduced by the Law no. 39 of 3 March 2019, entitled “Ratification and execution of the European Council Convention on the manipulation of sports competitions, made in Magglingen the 18th of September 2014”).
  • (d) Offences against the cultural heritage (Articles 25-septiesdecies and 25-duodevicies of the Decree, introduced by Law No.9/2022 containing "Provisions on crimes against the cultural heritage").

Considering Gianni Versace’s activity, as resulted from the analysis performed for the implementation of the Model (referred to paragraph 6.4 below), the Offences applicable to Gianni Versace are the following with indication of the relevant cases for each category of Offence:

  • (a) Offences in relationship with the Public Administration (article no. 24 and no. 25 of the Decree), if committed against the State or other public entity:
    • misappropriation of public funds (referred by article no. 316-bis Criminal Code);
    • improper perception of provisions against the State (referred by article no. 316-ter, Criminal Code);
    • corruption for performing a specific function (referred by article no. 318 and no. 321, Criminal Code);
    • corruption for a practice against the office duties (reffered by article no. 319 and no. 321, Criminal Code);
    • corruption in judicial acts (article no. 319-ter and no. 321, Criminal Code);
    • improper induction in giving or promising benefits (article no. 319-quater, Criminal Code);
    • corruption of a person entrusted of a public service (article no. 320 and no. 321, Criminal Code);
    • incitement of corruption (article no. 322, Criminal Code);
    • aggravated fraud against the State or another public entity or the pretext of exonerating someone from military service (article no. 640, subparagraph 2, no. 1, Criminal Code);
    • serious fraud to the damage of the government or another public entity or the European Communities (article no. 640-bis, Criminal Code);
    • IT fraud (article no. 640-ter, Criminal Code);
    • traffic of illicit influences (article no. 346-bis, Criminal Code).
  • (b) IT offences and illegal use of Data (article no. 24-bis of the Decree):
    • IT documents (article no. 491-bis, Criminal Code);
    • abusive access to an IT system or telematics access (article no. 615-ter, Criminal Code);
    • possession, and unauthorized distribution and installation of equipment, codes and other devices for 'access to computer or telematic system (article no. 615-quarter, Criminal Code);
    • unlawful detention, distribution and installation of computer equipment, devices or programs aimed at damaging or disrupting a computer or telecommunications system (Article 615-quinquies of the Criminal Code);
    • interception, impediment or illicit interruption of IT or telematics communications (article no. 617-quarter, Criminal Code);
    • detention, distribution and installation of equipment and other means of conducting interception, impeding or interrupting computer or telematic communications (article no. 617-quinquies, Criminal Code);
    • damage of information, data and IT programs (article no. 635-bis, Criminal Code);
    • damage to information, data and computer programs used by the state or other public body or otherwise of public utility (Article 635-ter of the Criminal Code);
    • damage to computer or telematic systems (Article 635-quater of the Criminal Code);
    • damaging computer or telematic systems of public utility (Article 635-quinquies of the Criminal Code).
  • (c) Organized crime offences (article no. 24-ter of the Decree):
    • criminal association (article no. 416, Criminal Code);
    • mafia type association, including foreign ones (article no. 416-bis, Criminal Code)
  • (d) Offences against public faith (forgery of money, public credit cards and revenue stamps, and instruments or signs of recognition) (article no. 25-bis of the Decree):
    • Spending and introduction of false coins, without an agreement, within the State (article no. 455, Criminal Code).
  • (e) Offences against the industry and trade (article no. 25-bis.1 of the Decree):
    • trade fraud (article no. 515, Criminal Code);
    • sale of industrial products by using mendacious features (article no. 517, Criminal Code);
    • production and trade of goods by usurping industrial property deeds (article no. 517- ter, Criminal Code).
  • (f) Corporate offences (article no. 25-ter of the Decree):
    • false corporate communications (article no. 2621 and no. 2621-bis, civil code);
    • preventing control (article no. 2625, subparagraph 2, civil code);
    • illicit operations on stocks or shares or carried out by the holding company (article no. 2628, civil code);
    • improper distribution of profits and reserves (article no. 2627, civil code);
    • operations against the creditors (article no. 2629, civil code);
    • fake development of capital (article no. 2632, civil code);
    • impediment to implement the functionalities of the public vigilance authorities (article no. 2638, civil code);
    • corruption between individuals (article no. 2635, civil code);
    • incitement to corruption between individuals (article no.2635-bis, civil code).
  • (g) Crimes against individuals (article no. 25-quinquies of the Decree):
    • enslavement or maintenance in slavery or servitude (article no. 600, Criminal Code);
    • illicit intermediation and working exploitation (article no. 603, Criminal Code).
  • (h) Crimes of manslaughter and serious or very serious injuries committed in violation of the accident prevention regulations (referred to article no. 25-septies of the Decree):
    • manslaughter (referred to article no. 589, subparagraph 2, Criminal Code);
    • negligent personal injuries (referred to article no. 590, subparagraph 3, Criminal Code).
  • (i) Offences of receiving stolen goods, money laundering and use of money, goods or benefits of illegal origin, as well as self-laundering (referred to art no. 25-octies of the Decree):
    • receiving goods (referred to article no. 648, Criminal Code);
    • money laundering (referred to art no. 648-bis, Criminal Code);
    • use of money, goods or benefits of illegal origin (referred to art no. 648-ter, Criminal Code);
    • self-laundering (referred to art no. 648-ter.1., Criminal Code).
  • (j) Offences relating to the violation of copyright (referred to art no. 25-novies, of the Decree):
    • Offences related to the violation of copyright and other laws inherent its execution (referred to article no. 171 subparagraph no. 1, letter a-bis, article no. 171-bis and article no. 171-ter of Law no. 633 of 22 April 1941).
  • (k) Crimes of inducing people not to make statements or to make false statements to the judicial authorities (referred to article no. 25-decies of the Decree):
    • crimes of inducing people not to take statements or to make false statements to the judicial authorities (referred to article no. 377-bis, Criminal Code).
  • (l) Environmental offences (article no. 25-undecies, of the Decree):
    • violation of environmental laws (referred to article no. 137 of the Legislative Decree no. 152, of 3 April 2006) related to drainage of liquid waste on land (referred to article no. 103 of the Legislative Decree no. 152, of 3 April 2006), underground drainage (referred to article no. 104 of Legislative Decree no. 152, of 3 April 2006), sewage system drainage (referred to article no. 107 of the Legislative Decree no 152, of 3 April 2006) and hazardous substance disposals (referred to article no. 108 of the Legislative Decree no 152, of 3 April);
    • unauthorized waste management activity (referred to article no. 256 of the Legislative Decree no 152, of 3 April 2006) which refers to the predicate offences that recall the cases noted in the same decree with single authorization for new disposal plants and waste recovery (referred to article no.208), authorizations renewal for those entities in possess of environmental certifications (referred to article no. 209), authorizations for particular circumstances (referred to article no. 210), authorization for researching and testing plants (referred to article no. 211), national bar of environmental operators (referred to article no. 212), activities and features assessment of waste for the admission to the simplified system (referred to article no. 214), self-disposal (referred to article no. 215), recovery operations (article no. 216), prohibition of abandoning goods (referred to article no. 192), prohibition of mixing hazardous waste (referred to article no. 187) and electric and electronical waste, medical waste, outdated vehicles and products and products containing asbestos (referred to article no. 227);
    • violation of the obligations inherent cleaning up sites (referred to article no. 257 of the Legislative Decree no. 152, of 3 April 2006);
    • violation of the communication obligations, of the mandatory registers and forms (referred to article no. 258 of the Legislative Decree no. 152, of 3 April 2006);
    • illicit traffic of waste (referred to article no. 259 of the Legislative Decree no. 152, of 3 April 2006);
    • organized activities for illicit traffic waste (referred to article no. 452-quaterdecies, Criminal Code);
    • IT system for controlling the traceability of waste (referred to article no. 260-bis of the Legislative Decree no. 152, of 3 April 2006);
    • penalties (referred to article no. 279 of the Legislative Decree no. 152, of 3 April 2006);
    • termination and reduction of damaging substances for the atmospheric status of ozone (article no. 3 of Law no. 549, of 28 December 1993);
    • destruction or deterioration of habitats within an internal protected site (referred to article no. 733-bis, Criminal Code);
    • environmental pollution (referred to art. 452-bis, Criminal Code);
    • environmental calamity (referred to article no. 452-quater, Criminal Code);
    • intentional crime against the environment (referred to article no. 452-quinquies, Criminal Code);
    • aggravating circumstances (referred to article no. 452-octies, Criminal Code).
  • (m) Employment of third-country nationals without a residence permit (referred to article no. 25-duodecies of the Decree):
    • permanent or temporary employment relationship – employment of foreign citizens without a regular residence permit or with an expired residence permit, without renewal request or revoked or canceled (referred to article no. 22, subparagraph no. 12-bis of the Legislative Decree no. 286, of 25 July 1998).
  • (n) Transnational offences (referred to article no. 10 of the Law no. 146 of 16 March 2006):
    • criminal association (referred to article no. 416, Criminal Code);
    • mafia type associations including foreign ones (referred to art. 416-bis, Criminal Code)
    • inducing people not to make statements or to make false statements to the judicial authorities (article no. 377-bis, Criminal Code);
    • personal aiding (referred to article no. 378, Criminal Code).
  • (o) Racism and xenophobia (referred to article no. 25-terdecies of the Decree):
    • Racism and xenophobia (article no. 5, subparagraph no. 2 of Law no. 167 of 20 November 2017).
  • (p) Market abuses (article no. 25-sexies of the Decree):
    • market manipulation (referred to article no. 185 of the Legislative Decree no. 58 of 24 February 1998);
    • insider trading (referred article no. 184 of the Legislative Decree no. 58 of 24 February 1998).
  • (q) Tax Offences (Article 25-quinquiesdecies of the Decree):
    • Fraudulent returns by means of invoices for non-existent operations (Article 2 of Legislative Decree 74/2000); 
    • Fraudulent return by means of other artifices (Article 3 of Legislative Decree 74/2000);
    • The issue of invoices or other documents in relation to non-existent operations (Article 8 of Legislative Decree 74/2000);
    • The concealment or destruction of accounting documentation (Article 10 of Legislative Decree 74/2000);
    • The fraudulent deduction of tax payments (Article 11 of Legislative Decree 74/2000);
    • False Return (Article  4 of Legislative Decree 74/2000);
    • Failure to file a return (Article 5 of Legislative Decree 74/2000);
    • Set-off not due (Article 10-quater of Legislative Decree 74/2000).
  • (r) Contraband Offences (Article 25-sexiesdecies of the Decree):
    • Contraband in the movement of goods across land borders and customs areas (Article 282 of Presidential Decree 73/1943);
    • Other cases of contraband in the movement of goods across land borders and customs areas (Article 292 of Presidential Decree 73/1943).
  • (s) Offences related non-cash payment instruments (Article art. 25-octies.1 of the Decree):
    • improper use and falsification of non-cash payment instruments (art. 493-ter, Criminal Code);
    • detention and distribution of computer equipment, devices or programs aimed at committing crimes regarding non-cash payment instruments (Article 493-quater of the Criminal Code).

5.4. Criteria of attribution of liability to the Entity

In addition to the commission of one of the predicate offences, other regulatory requirements must be integrated in order for the entity to be punishable pursuant to Legislative Decree 231/2001. These additional criteria for the liability of entities can be divided into "objective" and "subjective".

The objective criteria establish that Entities can be considered liable whenever the illegal behaviors indicated by the Decree are carried out providing that:

  • a) the offence has been committed in the interest and/or to the advantage of the Entity;
  • b) the offence has been committed:
    • “by persons who hold positions of representation, administration or management of the entity, as well as the persons who manage, even if only de facto, the Entity itself or in autonomy a financial business unit” (also known as “Persons in a top position”);
    • “by persons subordinated to the management and supervision of those indicated at letter a)” (known also as “Subordinate Subjects”).

The “interest” concept is realized whenever the illicit conduct is carried out in order to obtain a benefit for the Company; the same liability can concern the Company whenever this obtains indirect advantages (economic or patrimonial benefits) from the illicit conduct, even if the author of the conduct has acted without the intention of achieving a benefit for the Company. On the contrary, the Entity’s liability is excluded when the offence, even if committed by violating the dispositions of the Model, has not been able to make the Company obtaining any kind of advantage nor the offence has been committed in the Entity’s interest but in the exclusive interest of the author that has committed the crime.

In order to applicate the administrative liability the interest and advantage criteria are between them alternative. The law does not require that the benefit obtained or hoped has necessarily economic nature: the liability of the entity exists not only when it has drawn an immediate financial advantage from the commission of the crime, but also in the hypothesis in which, even in the absence of such result, the fact is justified in the interest of the company. The Company cannot be held liable when the offence has been committed independently or against its will or in the exclusive interest of the author of the criminal conduct or third parties. The articles no. 6 and no. 7 of the Decree provide to describe the criteria for the implementation of the subjective liability of the Entity, which are different for any subject considered (persons in a top position or subordinated subjects).

It is also important to point out that, if the offence is committed by qualified persons of an entity belonging to a group, the concept of interest can be understood as "group" and extended in an unfavorable sense to the parent company or other company belonging to the same.

In order to applicate the liability of the parent company is necessary that:

  • a predicate offence has been committed in the immediate and direct interest or advantage not only of the subsidiary but also of the parent company;
  • individuals functionally connected to the parent company have participated in the commission of the predicate offence, making a causally significant contribution proven in a concrete and specific manner.

Referring to negligent crimes, such as murder or very serious injuries committed in violation of the accident prevention regulations (referred to article no. 25-septies of the Decree) and certain environmental crimes (referred to article no. 25-undecies of the Decree), the interest and/or the advantage of the Entity shall not be attributable to the event (i.e., death of the worker) instead to the conduct that has made possible the event, so long as criteria such as awareness and intentionality of the conduct were due to reach an advantage for the Entity.

Therefore, the interest and/or the advantage can be recognized in saving security costs or increasing the velocity of performing actions or in increasing the productivity arisen from the absence of the adoption of safety and environmental measures.

The liability of the Entity is not applicable when the offence has been committed independently or against its will or in the exclusive interest of the author of the conduct or third parties.

The articles no. 6 and no. 7 of the Decree provide to describe the criteria for the implementation of the subjective liability of the Entity, which are different for any subject considered (persons in a top position or subordinated subjects).

When persons in a top position commit crimes, the Decree provides for the exclusion of the entity from liability only if the same proves that:

  • the task of supervising the functioning of and compliance with the models and their updating has been entrusted to a body of the entity with autonomous powers of initiative and control;
  • there has been no omission or insufficient supervision by the aforementioned body;
  • those who have acted did it by circumventing the regulations provided by the Model2.

The conditions mentioned above must be jointly applied in order to exclude the application of liability for the Entity; the exemption for the Entity from liability depends by the evidence that the same is able to produce on adopting a Model able to prevent the commission of crimes and its efficient implementation.

When a subordinate subject commits crimes, the article no. 7 of the Decree provides that the Entity will be liable only when the accomplishment of the crime will have been facilitated from the inobservance of the obligations related to management and supervision; the same inobservance can be excluded when the Entity, before the commission of the crime, has adopted and implemented a Model able to prevent the offences.

The article no. 30 of the Legislative Decree no. 81 of 9 April 2009, which concerns the health and safety within the workplace, establishes that the Model, in order to exempt the administrative liability for the Company, must be integrated with a corporate system able to fulfill all the related legal obligations:

  • respecting the technical and structural law standards inherent the facilities, plants, workplace, bio and chemical agents;
  • the risk assessment for the activities and the preparation of the prevent and protection measures needed;
  • organized activities, such as, emergencies, contract procedures, security periodic meetings, workers representatives consultations for security matters;
  • health monitoring activities;
  • information and education activities for the workers;
  • supervisory activities concerning the respect of procedures and job instructions for working safely;
  • acquisition of documents and certifications necessarily required by law;
  • periodic checks concerning the application and the efficacy of the procedures adopted.

The Model must provide appropriate recording systems for the activities listed above. In any case, the Model must provide, as required by the nature and dimension of the organization and from the activity carried out, a coordination of functionalities that ensures technical skills and the needed authority to check, assess and for managing and controlling the risks, as well as a suitable system for sanctioning the disrespect of the control measures indicated in the Model. The Model must also provide an appropriate control system on itself and has to maintain all the conditions needed for its suitability in time.

Lastly, the already mentioned article no. 30 establishes that as first implementation, those Models that are compliant with:

  • UNI-INAIL guide lines for having a system related to health and safety in the workplace (SGSL) of 28 September 2001, or
  • the British Standard OHSAS 18001:2007;
are supposed to be compliant to the requirements above mentioned.

The presumption of conformity concerns to the evaluation of the preventive abstract suitability of the legal model; it is not referred also to its efficient implementation, which will be performed by the judicial authority by analyzing the concrete observance of the implementation of the Model3.

5.5. Offences committed abroad

According to article no. 4 of Legislative Decree 231/2001, the entity may be called to testify in Italy in relation to crimes committed abroad covered under the decree.

The conditions (provided by the regulation or inferable from the complex of Legislative Decree 231/2001), on which the entity's liability for crimes committed abroad is based, are:

  • the Entity must have its head office in the territory of the Italian State;
  • the Entity can only respond in the cases and under the conditions provided by articles no. 7 of the Italian Criminal Code “Political crime committed abroad”, article no. 9 of the Italian Criminal Code “Common crime of the citizen abroad” and article no. 10 of the Italian Criminal Code, “Common crime of the foreigner abroad” (in cases where the law provides that the guilty person – a natural person – is punished at the request of the Minister of Justice, proceedings are brought against the entity only if the request is also made against the Entity itself;
  • the offence must be committed abroad by a person functionally linked to the entity, pursuant to article no. 5, paragraph no. 1, of Legislative Decree no 231/2001;
  • the State of the place where the offence was committed does not proceed against the entity4.

5.6. Sanctions

The articles from no. 9 to no. 23 of the Legislative Decree no. 231/2001 provide for a sanctioning mechanism for the predicate offences, imposing penalties directly to the Company, which differ in nature and method of execution:

  • monetary sanctions;
  • interdictory sanctions;
  • confiscation;
  • publication of the sentence.

The competent criminal judge will have the task, once the liability of the Entity has been established, to define the amount to be paid and if this one has to be actually done.

The Entity is considered liable even if the Offence has been committed in the concept of trying; in such hypothesis, the monetary and interdictory sanctions will be reduced from one-third to a half (referred to article no. 26 of the Decree).

According to article no. 26 of the Decree, the Entity is not liable when willingly avoids the fulfilment of the offence or the realization of the event.

a) Monetary sanctions

Whenever the Entity is condemned, it is always applicable the monetary sanction. Each type of crime has in its correspondence an edictal range that goes from a minimum to a maximum of quotas (absolutely from 100 to 1000 quotas), and each quota can vary from €258 to €1,549. The judge therefore has the possibility to commensurate the penalty to be imposed both in relation to the seriousness of the offence and the manner in which it was committed, and in relation to the economic conditions of the entity. In order to guarantee the payment of the fees, the judge may also order the precautionary seizure of the entity's assets.

The sanction is reduced: (i) by half when a) the author of the crime has committed the fact in his (or third parties) mainly interest and the Company has not received benefits or a minimum advantage and b) the financial loss determined has not a major impact; (ii) from one third to a half, if the Entity, before the opening statement of first degree, has a) entirely paid the damage and has provided to eliminate all the harmful or dangerous consequences of the crime or has started a process in order to remedy to all the consequences above mentioned, or b) has been adopted and implemented an appropriate Model to prevent offences within the same category of the one occurred; from a half to two-thirds when are applicable the conditions mentioned by letters a) and b) of point (ii).

b) Interdictory sanctions

The interdictory sanctions may be applied in addition to monetary sanctions, but only if expressly provided for the offence for which they are being applied and only if at least one of the following conditions are met:

  • the entity has made a significant profit from the offence and the offence was committed by persons in a senior position, or by a subordinate person, but only when the commission of the offence was made possible by serious organisational shortcomings;
  • in the event of repetition of the offences.

The disqualification sanctions provided by the Decree are:

  • temporary or permanent disqualification from exercising the activity: this kind of sanction is applicable only when the other sanctions are not appropriate to the type of crime committed and involve the suspension or the withdrawal of licensees or concession that are functional to the activity;
  • suspension or revocation of authorizations, licenses or concessions that are functional to the commission of the offence;
  • prohibition of contracting with the Public Administration, except to obtain the performance of a public service; the prohibition can be related to restricted kinds of contracts or public sectors;
  • exclusion from subsidies, financing, contributions or subsidies and possible revocation of those already granted;
  • Temporary or permanent prohibition of advertising goods or services.

If necessary, the interdictory sanctions can be applied jointly.

The Offences, which are related to the interdictory sanctions, are those mentioned by articles no. 24, no. 24-bis, no. 25, no. 25-bis, no. 25-bis.1, no. 25-quarter, no. 25-quarter.1, no. 25-quinquies, no. 25-septies, no. 25-octies, no. 25-novies and no. 25-undecies of the Decree and lastly, the transnationals Offences referred mentioned by the Law no. 246 of 2006.

The legislator has elaborated within the article no. 15 of the Decree an alternative to the interdictory sanction, represented by the legal commissioner; the judge when concerning the entity, for the same period of the interdictory sanction, must adopt this solution, which establishes the activity interruption, if at least one of the following conditions persist:

  • the company runs a public service which interruption may cause a serious harm to the community;
  • the activity interruption may provoke serious harm on the occupation level, considering the company’s seize and the economic conditions on the territory where it is situated.

Once the existence of one of the two conditions mentioned above has been ascertained, the judge through sentence will design a commissioner, indicating his or her duties and his or her authority with particular reference to the specific area where the offence was committed; the commissioner’s task is related to manage the Model’s action in order to prevent the commissions of crimes within the same category of the one already committed. He cannot execute any kind of special administration without the authorization of a judge.

The legal commissioner is an alternative to the interdictory sanction and this is the reason why it must have a sanctioning nature; this situation is carried out by confiscating the profits consequent the activity continuation. The alternative of the legal commissioner cannot be applied when the company has received a permanent interdictory sanction.

Exceptionally applied with definitive effects, disqualification sanctions are usually temporary.

The article no. 16 of the Decree no. 231/2001 establishes when the interdictory sanction is permanent: it can only be applied when the entity has reached a profit through the commission of the crime and it has already been condemned, at least three times in last seven years, to the temporary interdiction of the activity. Further, the judge can apply to the entity as a permanent measure the sanction of prohibition of contacting the public administration or the prohibition of advertise its own goods or services when it has already been condemned to the same sanction at least three times in the last seven years. Lastly, in case of criminal business, such as an organization with the purpose of allowing or facilitating the commission of crimes, must be always applied the permanent interdiction of continuing the activity.

Furthermore, the interdictory sanctions can be applied also as precautionary measure, meaning that it can be applied before a sentence, if exist serious evidences of the entity’s liability and exist serious reasons that concern a very possible situation where a crime, having the same nature of the one considered, can be committed. The interdictory sanctions cannot be applied if the monetary sanction is reduced.

The interdictory sanctions are not applicable when the entity, before the first-degree statement opening has:

  • fully paid and eliminated all the harmful and dangerous consequences related to the crime (or it has started a process in order to do it);
  • given to the authority the profit gained through the commission of the crime;
  • eliminated the organisational shortfalls which have caused the commission of the crime and implemented appropriate organisational models for preventing the commission of crimes forming part the category of the one committed.

As well as the monetary sanctions, the competent criminal judge, considering the previsions of article no. 14 of the Decree, establishes the type and lifetime of the interdictory sanctions.

The interdictory sanctions have a lifetime that goes from a minimum of three months to a maximum of seven years. The duration of any interim measures imposed shall be calculated in the duration of sanctions finally enforced.

The interdictory sanctions must refer to the specific activity sector of the entity and must answer to the principles of adequacy, proportionality, subsidiarity, particularly when applied as precaution.

c) Confiscation

The confiscation consists in the acquisition by the State of the price or profit of the crime (ordinary confiscation) or of a value equivalent to them (confiscation for equivalent). This type of sanction cannot be applied to the rights acquired by third parties when they have acted respecting the good faith principle.

When it is not possible to confiscate the price or the profit reached through the crime, the same sanction can act on an equivalent amount of money or goods or other benefits that have the same worth gained through the crime committed.

d) Publication of the sentence

The judge can order the publication of the sentence when an interdictory sanction is applied to the Entity. The sentence is publicized according to article no. 36, Criminal Code, as well as by posting in the municipality where the entity has its headquarters.

5.7. Events affecting the Organization

The Decree regulates the regime of the liability of the Entity in the event of changes, or in the case of transformation, merger, division and transfer of business.

The Decree has attempted to adapt the need to prevent the commission of crimes by carrying out the operations mentioned above with the necessity of excluding excessively punitive effects that can establish a limit to the reorganization of the entities that do not have elusiveness purposes. As a general criterion, the principles of the civil laws on the liability of the converted entity for the debts of the original entity are applied to the monetary penalties imposed on the entity. The disqualification sanctions, on the other hand, remain at the expense of the entity in which the branch of activity where the offence was committed remained (or was merged).

In the event of:

  • changes to the Entity: liability for offences committed before the date on which the change took place remain applicable. The new entity will therefore be the recipient of the sanctions applicable to the original entity for acts committed before the transformation;
  • merger: the entity resulting from the merger, including by incorporation, is liable for offences for which the entities that took part in the operation were responsible. If it took place before the conclusion of the assessment of the entity's liability, the judge must take into account the economic conditions of the original entity and not those of the entity resulting from the merger;
  • partial demerger: liability for the offences committed before the date on which the partial demerger took effect remains unaffected. The new entities will therefore be the recipient of the sanctions applicable to the original entity, for acts committed before the transformation. The obligation is limited to the value for the equity transferred unless the obligation is related to the entity that has received, also partially, the branch of activity where the crime was committed. Concerning the disqualification sanctions, they will be applied to the Entity which will run the branch activity where the crime has been committed;
  • transfer or contribution of the company: in the event of a transfer or contribution of the company in the context of which the offence was committed, except for the benefit of the prior enforcement of the transferor body, the transferee is jointly and severally obliged with the transferor body to pay the pecuniary sanction, within the limits of the value of the transferred company and within the limits of the pecuniary sanctions resulting from the compulsory accounting books, or of which the transferee was aware. In any case, the disqualification sanctions apply to entities to which the branch of activity in which the offence was committed has remained or has been transferred.

5.8. Indications of the Decree concerning the characteristics of the Model

According to the efficacy of the Model for preventing the commission of the crimes mentioned by the Decree no. 231/2001, the legislator, according to article no. 6, subparagraph no. 2 of the Decree, does not provide a fixed discipline to align nature and features of the Model, but establishes that the Model must have the following characteristics:

  • a) to identify the activities where could be committed crimes (the so called “mapping process” of the activities subject to risks);
  • b) to establish specific protocols in order to program an information process related to the crimes to prevent;
  • c) to identify management methods of the financial assets appropriate for preventing the commission of crimes;
  • d) to provide obligations for the information process related to the body that is in charge for supervising the functionality and the observance of the Model;
  • e) to implement an appropriate disciplinary system to sanction the disrespect of the rules indicated by the Model.
With reference to the effective implementation of the Model, the Decree no. 231/2001 requires that:
  • a) the Model must provide appropriate measures for guaranteeing the carrying out of the activities by respecting the law and by identifying promptly the risky situations, considering the type of activity carried out and the nature and seize of the organization;
  • b) the efficacy on adopting the Model is supported by a) a periodic test and eventually a modify of the Model when are discovered relevant violations of the law prescriptions or when intervene relevant changes in the organization or in the business, b) an appropriate disciplinary system that sanctions the disrespect of the measures indicated by the Model.

The adoption of the Model it is not mandatory, but it is an act of freewill. Therefore, by not adopting the Model there are not any sanctions to be applied for the Company. However, the adoption of the Model represents an essential assumption for being exempted from the application of the administrative liability in case of commissions of crimes by persons in a top position or subordinate subjects.

The Model can be defined as a complex of rules, principles, procedures and controls that regulate the organization and the management of the company, by having the purposes of prevention the committing crimes.

The Model changes by considering the nature and seize of the Entity and the type of business that this runs. Consequently, it is not a stationary tool, but is a dynamic system that allows the Entity to mitigate, through a correct and efficient implementation of the Model in its lifetime, the risk of committing crimes.

5.9. The Guide Lines elaborated by trade associations

According to the law (referred to article no. 6, subparagraph no. 3, Decree no. 231/2001) the Organisational Models can be adopted in accordance with codes of conduct prepared by the trade associations and communicated to the Minister of Justice.

Confindustria, in June 2021, has released an updated version of its own “Guide Lines for the building of Organisational Models according to Decree no. 231/2001”. 

The Minister of Justice has approved the Guide Lines assuming that the update is “adequate and appropriate to the purpose established by article no. 6 of the Decree”.

The guide lines established by Confindustria indicate a process that can be summarized as follows:

  • identification of the Company processes and activities in which it is possible that the predicate crimes indicated in the Decree are committed;
  • risk self assessment of the commission of offences and of the internal control system suitable for preventing unlawful conduct. The most relevant features of the control system designed by Confindustria are:
    • Code of Ethics;
    • organised system;
    • manual and IT procedures;
    • power of authorization and signature;
    • management and control systems;
    • information and education of the employees.
The sections of the control system must be related to the following principles:
  • verifiability, documentability, consistency and congruency in each operation;
  • application of the segregation of duties principle (no one can handle autonomously an entire process);
  • documentation about the controls;
  • existence of an appropriate discipline system that for the violation of the Civil Code laws or the measures of the Model;
  • identification of a SB that operates by adopting principles of autonomy, independence, professionality to whom the different functions of the company have to send information flows.

In order to create its own Organisational Model, Gianni Versace, even if not associated to Confindustria, has taken inspiration and has expressly considered:

  • the dispositions of the Decree no. 231/2001 and its ministerial report and the ministerial decree no. 201 of 26 June 2003 containing the execution regulation of the Decree no. 231/2001;
  • the Guide Lines established by Confindustria and released on June 2021.
6. THE ORGANISATIONAL MODEL;

6.1. Brief History of Gianni Versace

Founded in 1978 in Milan, Gianni Versace S.r.l. is one of the leading international fashion design houses and a symbol of Italian luxury world-wide. It designs, manufactures, distributes and retails fashion and lifestyle products including haute couture, prèt-à-porter, accessories, jewellery, watches, eyewear, fragrances, and home furnishings all bearing the distinctive Medusa logo.

The Versace Group distributes its products through a world-wide network of direct and franchised stores.

Donatella Versace has been Artistic Director of Versace since 1997 and has steered the brand into the 21st century. Today, Versace represents its heritage through its strong and fearless designs, while addressing a new global audience which continues to strengthen Versace’s position in contemporary culture.

In January 2019, the Gianni Versace S.r.l. joined Capri Holdings Limited, a global fashion and luxury group.

6.2. Objectives pursued by the Company with the adoption of the Model

Gianni Versace, in line with the ethical principles of legality, correctness and transparency in conducting of business,  corporate and governance activities has adopted a Model consistent with the needs expressed by the Decree, as an essential process of prevention of the risk of committing the offences provided, and updated it in the current version with the resolution of the Board of Directors of August 7th, 2023 (in compliance with the provisions of article no. 6 paragraph I, letter a) of Legislative Decree no. 231/2001) and has appointed a Supervisory Body having the task of supervising its functioning, efficacy and compliance, as well as promoting its updating.

The adoption and efficient implementation of the Model not only allows Gianni Versace to benefit from the exemption provided by the Legislative Decree no. 231/2001 but improves, within the limits set by the same, its Corporate Governance, limiting the risk of commission of offences.

In particular, through the adoption of the present Model, Gianni Versace has meant to:

  • adapt to the administrative liability law, even if the Decree has not established its mandatory;
  • verify and valorize the controls already existing and having the purpose on avoiding illicit conducts relevant to the Decree;
  • demanding from the whole personal involved in the company the necessary respect to the dispositions of the Model which violation is sanctioned with strict disciplinary sanctions;
  • to inform external collaborators, consultants and business partners of the scope of the law as well as the ethical principles and behavioral rules adopted by the Company and impose on them the respect of ethical values, also informing them of the serious administrative sanctions applicable to the Company when are committed the crimes mentioned by the Decree, in addition to the civil liability, having contractual and extra-contractual nature;
  • make every possible effort to prevent offences by carrying out the corporate activities, through a continuous monitoring of the risk areas, through systematic staff training activities on the correct way to carry out their duties and through prompt intervention to prevent and counter the commission of offences;
  • entrust to a SB, provided with autonomous powers, made up of people who guarantee independence, autonomy and professionalism, the task of supervising the knowledge, diffusion, application of the Model, as well as to promote the updating of the same whenever it sees the opportunity.

The purpose of the Model is therefore the preparation of a structured and organic system of procedures and control activities, which has as its objective the reduction of the risk of committing crimes through the identification of Sensitive Activities and their consequent proceduralist.

The adoption and effective implementation of the Model not only constitutes the requirement for the Company to benefit from the exemption from liability, but also acts as an integration of the Corporate Governance rules.

The Model will be subject to any changes and additions according to the same formalities with which it was approved.

6.3. The function of the Model and its assumptions: the integrated system of internal controls

The principles and rules contained in the Model are intended to make the subjects (members of the Corporate Bodies, employees, various Partners etc.) who operate in the name and / or on behalf and / or in the interest of the Company, and whose activity could trespass over into the commission of crimes, the full awareness that certain behaviors constitute criminal offence, whose commission is totally unacceptable, firmly condemned and contrary to the interests of Gianni Versace even if apparently the latter would seem able to take advantage of it. Besides, it has to be added the awareness that the commission of the offense will entail, in addition to the penalties provided for by law, also internal, disciplinary or other sanctions.

From another point of view, thanks to a continuous monitoring of the company’s activities and to the possibility of reacting promptly, Gianni Versace is able to prevent the commission of crimes and to impose appropriate sanctions to those who commit the offences. In order to accomplish this, result essential the tasks assigned to the SB which has the duty to control all the people who have to operate in the area of the Sensitive Activities.

All the procedures and the already existing systems of control in Gianni Versace have been taken in consideration in order to prepare the present Model (if judged as appropriate to prevent the commission of offences and suitable for controlling the Sensitive Activities). Therefore, this Model, on the understanding to its specific purpose relating to Legislative Decree 231/2001, is part of the wider control system consisting mainly of the Corporate Governance rules and the Internal Control System (ICS) existing in the company.

The main governance instruments adopted by the Company can be summarised as follows:

  • corporate bylaws, which, in compliance with the laws in force, contain various provisions relating to corporate governance aimed at ensuring the correct performance of management activities;
  • the Internal System of Control, and so the procedures, the documentation, the dispositions inherent the hierarchical structure and the management control system;
  • the Code of Ethics;
  • the rules concerning the accounting, administrative, financial and reporting of the company;
  • the communications to the employees and them education;
  • the disciplinary system;
  • generally, the Italian and foreign law applicable.

The principles, rules and procedures referred to the tools listed above are not detailed in Model but are part of the wider organisation and control system that it intends to integrate. The essential principles, which the Model takes inspiration from, are:

  • the requirements indicated by the Decree no. 231/2001 and especially:
    • appointment of the Supervisory Body, with the task of ensuring the effectiveness and correct application of the Model, also through the constant monitoring of a Corporate conduct and continuous information on activities relevant to each business area for the purposes of Legislative Decree no. 231/2001;
    • establishing the necessary resources to the SB in order to accomplish its tasks;
    • verification of the Model functioning with a consequent periodic update;
    • activities of awarness and diffusion of the behavior rules.
  • general principles of an appropriate internal control system:
    • verifiability and documentability of each operation relevant for the purposes of Legislative Decree no. 231/01;
    • compliance with the principle of segregation of duties;
    • the definition of powers of authorization in line with the responsibilities assigned;
    • the communications to the SB of facts and information deemed relevant by anyone.
  • lastly, the implementation of the control system must give priority to the areas where subsist a relevant possibility that crimes can be committed.

The responsibility for the correct functioning of the internal control system is specific to each organisational structure for all the processes for which it has management responsibility.

The different tasks established for each body are defined by respecting the following control structures:

  • first level of controls, carried out by the single operating units on the processes of which they have the management responsibility, designed to ensure the proper functioning of the operations;
  • monitoring activity, carried out by the owners of the processes and aimed to verify the proper functioning of the underlying activities on a basis of controls having hierarchical nature;
  • internal audit, aimed to find anomalies and eventual violations of the procedures and regulations and also designed for evaluating the adequacy of the internal control system and executed by independent structures from those operational.

Although the existing internal control system is capable of being used for the prevention of the offences mentioned by the Decree, the Board of Directors, sensitive to the need of ensuring conditions of correctness and transparency in the conduction of business and corporate activities, to protection of its position and image, of the expectations of its shareholders and of the work of its employees, has decided to conduct an analysis of its organisational, management and control tools, aimed to verify the correspondence of the behavioral principles and procedures already adopted to the purposes set out in the Decree and, where necessary, to adapt them in order to bring them into compliance with the purposes mentioned above.

6.4. The construction of the Model

The Legislative Decree no. 231/2001 expressly provides, according to article no. 6, subparagraph no. 2, letter a), that the Organisational Model must be capable of identifying the corporate activities in which scope can be committed the crimes mentioned within the Decree.

The Model has been set up by the Company considering, in addition to the dispositions of the Decree, the Guide Lines of Confindustria and the dispositions emerged by the jurisprudence. The phases needed to develop and update the Model are briefly described below

Phase I: Analysis and collection of the documentation

The Company has carried out a deep analysis of its corporate activities on the basis of the information collected by the company representatives who, due to their role, are provided with the widest and deepest knowledge of the operations of the corporate sector of their competence in order to understand the internal and external operating context of reference for the Company.

In particular, the phase here considered has allowed verifying, functionality by functionality, the existence, the knowledge and the concrete application of the already existing operational procedures.

The next phase, described in the following paragraph, has been directed to verify the documentation and the information collected according to the dispositions of the Decree.

Phase II: As is Analysis and Risk Assessment (identification of the activities at risk)

From a methodological point of view, the risk assessment and the individuation of the existing controls are performed with a method that provides a first phase of risk assessment and a second one of risk management The risk assessment has been conducted through the following steps:

  • individuation of the risk with a specific benchmark to the activity which determines it and to the predicate offence;
  • individuation of the possible threat for the entity or the or the possible hostile action;
  • individuation of the subject (in a top position or subordinated) from whom action can rise the threat.

The results mentioned above have been collected in a descriptive document (knows as Matrix of the activities subject to risk and offence) which illustrates the detailed profiles of risk of commission crimes mentioned by the Decree, in the context of Gianni Versace’s activities. In particular, within the Matrix of activities subject to risk and offence are represented the corporate areas at risk of possible commissions of the offences provided by the Decree (so-called “sensitive activities"), the related crimes, the examples of modes and purposes for realizing them and the processes where these offences can be committed. In this manner, it has been possible to realize a mapping process of the risk areas showing the activities, which through the offences can be committed.

The categories of offences which are not included in the Model (offences with terrorism purpose, practices of mutilation of females genital organs) have been considered in a preliminary analysis where has been taken the decision to do not include them in the Model as their applicability to the Company is not possible.

Phase III: identification and analysis of the controls already implemented

Has been required to all the subjects that are in charge of the management of the risk areas where have been identified sensitive activities to illustrate the operative procedures and the concrete existing controls that can be recognizable as appropriate to garrison the risk identified.

Phase IV: gap analysis

The risk situation has been compared with the exigencies and the requirements imposed by the Legislative Decree no. 231/2001 in order to identify the shortfalls of the current system. In cases where have been identified risk activities that need a garrison more detailed, jointly with the owners of such risk activities, it has been provided to identify the additional actions that could result more efficient in order to prevent the identified hypothesis of risk, considering also the existence of operating rules even if respected in the operative practice.

Phase V: definition of protocols

For each area where has been identified a risk profile the SB, jointly with the Compliance function, has recommended the adoption of a specific protocol, intended as a complex of rules (guide lines, procedures, power limitations, assessment and control systems) that can be considered as appropriate in order to govern the risk profile identified.

The protocols have been submitted to the attention of the owners of the risk activities management in order to be evaluated and shared. An efficient system of protocols cannot be built without analyzing the system of proxies and powers of attorney in order to ascertain the coherence between the power assigned and the decisional processes managed.

The definition of the protocols is completed and integrated with the Ethical Code, both in order to indicate a series of principles of conduct that must be valid for all the collaborators and employees of the Company in each territorial reality in which it operates, and in order to reconfirm the criteria of proper, transparent and correct management which the Company intends to comply with.

Phase VI: Development of the Model

The present Model represents the evolution and the updating of the previous versions, in order to show the legal and organisational developments and to guarantee the compliance of this tool to the Company and its effective suitability as exemption of the administrative liability indicated by the Legislative Decree no. 231/2001.

Phase VII: Review of the Model

As indicated above, the present Model is subject to a periodic review in order to show the recent legal and organisational developments. The results of the review activity are intended as the mapping processes of the sensitive activities, which are the result of a management self-assessment activity developed with the support of the Compliance Division and the supervision of the SB.

The protocols are inspired by the rules of decision-making and operational and control processes documented and verifiable, relating to the sensitive activities identified. The operational unit subject to the protocol transposes it and then has the responsibility to verify that the daily operatively is aligned to the phases of implementation and to the moments of verification.

6.5. Modifications to the Model

The Model represents an “act of emanation by the management board” (in compliance with article no. 6, subparagraph I, letter a) of the Decree no. 231/2001) and due to its nature, the obligation to integrate and update the Model is delegated to the Board of Directors of the Company.

The Model must always be promptly modified or supplemented by the Board of Directors, upon proposal of the SB and always after consultation of the SB itself, when:

  • significant changes have occurred in the regulatory framework, organisation or activity of the Company;
  • changes to the organisational structure of the Company (such as corporate finance transactions or scientific and technologic progress);
  • violations or circumventions of the provisions contained therein have occurred, which have demonstrated that they are not effective in preventing crimes.

Any substantial changes and/or additions to this Model (i.e., changes to the rules and general principles contained therein and, in particular, any changes that may concern the chapters relating to the Company's Model, its Supervisory Body and the System of Sanctions of the General Section and the Special Sections of this Model) are the responsibility of the Board of Directors.

Any other modification (of a purely formal nature and therefore not of a substantial nature) but in any case such as to make it necessary to amend the Model, represents a responsibility of the Chief Executive Officer who updates the Model, subject to the opinion of the Supervisory Body. The Supervisory Body must promptly report in writing any facts and/or reasons that make it necessary to amend or update the Model to the Board of Directors, so that the latter may adopt the resolutions falling within its competence or so that the Chief Executive Officer may update the Model, in cases where the latter has the power to do so autonomously. The implementation of the principles and prescriptions contained in the Model is also a responsibility of all the Recipients and, in particular, of the managers and/or heads of the Company’s departments. The SB must be constantly informed of the updating and implementation of the operating procedures and of the suggestions made for their modifications. Changes to Company procedures necessary for the implementation of the Model are made by the relevant company departments concerned. The Supervisory Body is constantly informed of the updating and implementation of the new operating procedures and may express its opinion on the changes proposed. If the Supervisory Body deems it necessary to modify the operating procedures, it must notify the competent company management.

7. THE CAPRI HOLDINGS CODE OF CONDUCT AND CORPORATE ETHICS

 Gianni Versace considers a strict commitment to strong ethical values to be important to its success and has adopted Capri Holdings' "Code of Conduct and Business Ethics" (hereafter "Code of Ethics"), which constitutes the set of principles and behaviors that inspire and guide the Company's actions in the conduct of its business..
In the context of the Decree, the Code of Ethics represents an essential protocol for building up an organisational model capable to prevent the predicate offences.
The Code of Ethics is an integrated section of the Model, describes the ethics principles that Gianni Versace recognize as important, and to which everyone who works in the Company has to comply with. The Code of Ethics must be respected as well as the legal framework and all the current dispositions of every country in which has a business activity.  
The Recipients and Third Parties are required to observe the Ethics principles and, as far as they are concerned, to make other people observe the principles contained in the Code of Ethics.
The Code of Ethics violations will be subjected to sanctions imposed by the Disciplinary System (which is also an integrated section of the Model) and eventually to sanctions imposed by other existing codes of the Company. 
The SB must be promptly informed by the Recipients of any information that may concern the non-application or the violation (even if potential), of the Code (please refer to paragraph no. 12.5). In case of no communication of a circumstance or a fact capable to integrate the danger of committing a violation of the Code, the same behavior can be recognized as a violation and be subjected to a possible sanction. 

8. THE HEALTH AND SAFETY CONTROL SYSTEM ON WORKPLACES AND THE ENVIRONMENTAL MANAGEMENT SYSTEM

The employees’ health and safety and the creation and maintenance of a healthy work environment are essential purposes for Gianni Versace. For the systematic verification of those purposes, Gianni Versace has appointed an appropriate control system based on the knowledge of the risks existing in the company, their prevention and monitoring.

The control system, which is inspired to ISO 45001:2018, provides:

  • an organisational structure with tasks and responsibilities formally defined in coherence with the Company’s organisational system and functionalities;
  • an articulation of the functionalities which ensure the required and adequate technic skills and the powers to evaluate, manage and control the risk for health and safety of the employees;
  • the introduction of an integrated organisation and management system of health and safety in the workplace;
  • a continuing operation of analyzing risks and critics processes;
  • the adoption of the best technologies available;
  • the control and the update of the work methods;
  • the implementation of education and communication trainings.
In compliance with the Legislative Decree no. 81/2008 and subsequent additions, the system concerns the following health and safety measures:
  • health and safety risk assessment;
  • prevention panning understood as the complex of the work and environmental conditions;
  • elimination or reduction of the risks;
  • preference for what is not dangerous;
  • limitation of the number of workers exposed to risk;
  • limited utilize of chemical, physic or bio agents;
  • priority of general preventing plans;
  • adequate utilize and verification of the prevention plans utilized for individuals;
  • sanitary control;
  • information and education of the workers, of their representatives, of the managers and supervisors, in consideration of their roles in the health and safety system;
  • involvement and consultation with the workers;
  • adequacy and completeness of the information given to the workers;
  • periodic maintenance of the equipment, environments and plants.
  • preparation of the emergency safety measures.

The corporate procedures have been prepared in compliance to the current law inherent health and safety in the workplace.

Gianni Versace recognizes and promotes the environment safeguard and contributes to the sustainable development on the territory and to the identification of industrial solutions with a lower environmental impact, as also provided by the Code of Ethics, which is inspired to the international standard ISO 14001:2015.

In order to respect the environmental laws and the regulations and referring especially to the Legislative Decree no. 152 of 9 April 2006, the Company adopts procedures directed to:

  • 1) to proceduralize and monitoring the processes and the activities most sensitive to environmental issues and associated;
  • 2) to formalize appropriate organisational dispositions in order to identify the liable subject for respecting the environmental law and the liable subjects for the environmental risk assessment;
  • 3) to proceduralize and monitoring the planning activities and the environmental expenses recap.
9. THE DISCIPLINARY SYSTEM

9.1. General principles

The effectiveness of the Model is connected also to the adequacy of the sanctioning system for the violation of the conduct rules and generally, of the internal procedures and regulations.

The Disciplinary System operates in compliance with the current regulations (also included those of collective negotiation) and has an internal nature which does not replace the current regulations but acts as complementary to them and as an integrated system to the other corporate dispositions.

The application of the punitive measures indicated by the Model does not replace further sanctions of other nature (such as, administrative, criminal, civil and fiscal penalties) which may arise from the same offence.

For those aspects not regulated by the Disciplinary System, will find application the regulations provided by article no. 7 of the Law no. 300 of 20 May 2000 (so-called “Workers’ Statute) and in addition the regulations of the collective negotiation and corporate dispositions applicable.

The application of punitive measures for the violation of the conduct rules and inobservance of the corporate dispositions results being independent from the criminal judgement and its own result. The company assumes such dispositions autonomously and regardless of the character of the criminal offense that the conduct may configure.

The sanction will be proportionate to the gravity of the violation and its recurrence. In case of expulsive sanction will be considered also the recidivism of the same.

A non-correct interpretation of the principles and rules established by the Model may constitute exemption only in cases of good faith behavior in which the constraints set by the Model exceed the limits of a detailed analysis required to a person, which use the principle of good diligence.

Are subjected to sanctions:

  • the violations of internal procedures provided by the Model or the adoption, in carrying out the Sensitive activities, of behaviors that do not comply with the dispositions of the Model whether they expose or do not expose the company to an objective risk situation of committing one of the Crimes mentioned by the Legislative Decree no. 231/2001;
  • the adoption of behaviors that violate the dispositions of the Model and directed to the fulfilment of a crime;
  • the adoption of behaviors that violate the dispositions of the Model capable to determine the concrete or potential application of sanctions to Gianni Versace for the offences mentioned within the Legislative Decree no. 231/2001.

The disciplinary and contractual sanctions, and the eventual request of compensation for damages, will be commensurate to the level of responsibility and autonomy of the Employee, or with the role and intensity of the fiduciary constraint connected with the assignment given to the Directors, and Service Companies (meaning third parties companies with which Gianni Versace has business relationships).

The system of sanctions is subjected to a continuous verification and evaluation of the CEO and the HR Manager, which are liable for the concrete application of the disciplinary measures on the eventual alert of the SB.

The system of sanctions finds application even toward the SB or to those subjects whom negligent behaviors have not identified and consequently not eliminated the behaviors, which took place against the Model.

The violation of the specific supervisory obligation of those subjects, which are subordinated to the persons in a top position, will provide punitive penalties imposed by the Company and according to the NCA, by considering the nature and gravity of the violation and the role of the person in a top position.

The violation of single behavioral rules from those employees that do not have managerial qualifications are to be understood as disciplinary offenses.

The sanctions that can be imposed to the employees are forming part of the ones provided by the disciplinary corporate code, according to article no. 7 of the Law no. 300 of 30 May 1970 (Workers’ Statute) and eventual special regulations applicable.

The Model refers to the categories of sanctionable facts provided by the existing sanctioning system, which refers to the National Collective Agreements ("NCA") which is applicable to Gianni Versace’s employees.

10. THE PROCEDURES

As part of its organisational system and in compliance with the principles of the Model, the Company is equipped with a complex of written procedures and operating instructions monitored by the Compliance function and the Internal Audit function, which ensure consistency for the sections within its competence (the “Procedures").

The Procedures are aimed to regulate the behavior in the different operating activities and at allowing the preventive and subsequent controls on the correctness of the operations in order to guarantee the effective uniformity of behavior within the Company, in compliance with the regulatory provisions that regulate its activity.

The procedures which applicate the principles and prevention measures for offences are integrated as section of the Model and are prepared by the Company in compliance with the following principles:

  • to adopt measures that ensure that each operation is verifiable, documented, coherent and congruous, transparent and inherent the business;
  • to regulate the regular performing of the activities by providing adequate control points and purposes and measures clearly defined;
  • to encourage the involvement of multiple subjects in order to realize a proper separation of tasks between those who carry out the different phases of a process and to facilitate the contrast of the functions, in particular with reference to Sensitive Activities;
  • to allow the traceability of the controls performed;
  • to guarantee the continuous updating of them in order to transpose all the modifies that can take place in the corporate processes and into the organisational system.

The Procedures are constantly updated, also on proposal or notification from the SB, in order to guarantee the achievement of the purposes of the Model, without proceeding to its modification.

The Procedures are spread through a specific communication activity and are made available to all the Recipients through a publication on the corporate intranet. The related education is provided according to the annual education catalog.

All the employees have the obligations to be aware of the Procedures and to respect them while carrying out the tasks them given.

11. THE SYSTEM OF PROXIES AND POWERS OF ATTORNEY

The system of proxies and powers of attorney is defined by security features in order to prevent the commission of Offences (traceability of the Sentitive Activities) and allows the efficient management of the corporate business.

By "proxy" is meant the internal act of attribution of functions and tasks, reflected in the system of organisational communications. For “powers of attorney” is meant the unilateral legal transaction with which Gianni Versace attributes powers of representation in front of third parties. To those functions owners that need powers of representation, in order to accomplish their tasks, is gave a general power of attorney which is coherent with their functionalities and management powers.

In order to prevent the commission of offences, the essential requirements for the system of proxies and powers of attorney are:

  • all those subjects (including third parties with whom the company has business relationships) who have business relations with the Public Administration on behalf of Gianni Versace must be provided with a formal proxy;
  • the proxies must combine each management power with the related liability and an adequate position in the organization chart and be updated as a result of organisational changes;
  • each proxy must indicate all the powers given to the subject and to who has to report (body or individual);
  • the management powers assigned must be aligned with the corporate purposes;
  • the “general functional proxies” are exclusively conferred to subjects that have an internal power of attorney or a contract that describes the management powers and where necessary, are accompanied by a specific communication that extends the representation powers and where appropriate, eventual spending limits, always respecting the budget approval process.

The Supervisory Body periodically verifies, with the support of the Legal Department, the system of proxies and powers of attorney and their consistency with the entire system of organisational communications and recommending eventual changes in the event that the management power and / or the qualification does not correspond to the powers of representation conferred to the attorney or in case there are other anomalies.

12. THE SUPERVISORY BODY (SB)

12.1. Requirements and its composition

The article no. 6, subparagraph no. 1, letter b) of the Decree provides that the entity may be exempted from liability resulting from the commission of the offences indicated, if the management body has, among other things adopted models of organisation, management and control suitable for preventing the offences considered and entrusted with the task of supervising the functioning of and compliance with the Model and ensuring that it is updated to a body of the entity with autonomous powers of initiative and control.

As advised by the Guide Lines of Confindustria, the body structure is seen as the best guarantee to allow itself to accomplish its own tasks.

A further feature of the SB is represented by the fact that its own members have a deep knowledge and simultaneously have an authority and independence such as to ensure the credibility and unavoidable of the SB and its functions.

The composition of the SB must therefore meet the following three requirements, which have been drawn up by the guidelines of the main trade associations and then confirmed by the jurisprudence as unavoidable for the purposes of effective and efficient implementation of the Model:

  • Autonomy and independence: it is necessary that to the SB is guaranteed hierarchical independence and that its members do not carry out management and operational activities that are subject to control by the same Body which, by making it participate in decisions and operational activities, could compromise its objectivity of judgement when verifying behaviors and the Model. This hierarchical independence must also be guaranteed through the inclusion of the SB as a staff unit in a high position within the corporate organisation. The reporting activity of the SB will therefore be addressed exclusively to the top management of the company, which is the Board of Directors. It should be reiterated that the requirements of autonomy and independence must be considered with reference to the Supervisory Body as a unique complex, and not with reference to individual members. In any case, the Guidelines of the trade associations, confirmed by the pronouncements of the jurisprudence, while reaffirming the need for an internal Body, suggest the possibility of finding members even among subjects outside the company. The Gianni Versace Supervisory Body requires the presence of two external parties. Moreover, the composition of the Supervisory Body and the qualification of its members must be such as to ensure, both objectively and subjectively, the absolute autonomy of its evaluations and determinations. Finally, this requirement is guaranteed by the provision, as part of the annual budgeting process, of adequate financial resources allocated to the functioning of the Supervisory Body.
  • Professionalism: requirement that has to be understood as the complex of professional, theoretical, technical and practical knowledge necessary to perform the functions assigned to the SB, which means that the member must have also knowledge about risk management and risk assessment, analysis of procedures, business organization, finance, audit and legal knowledge in order to understand how crimes can be committed. It is necessary for the SB to be capable of performing its functions and to guarantee the dynamism of the Model thorough updated proposals to the top management.
  • Continuity of action: the SB, through its powers of investigation must continuously supervise the respect of the Model from the Addressees, to verify that its implementation has been efficient and ensure its continuous update, representing the whole workforce of Gianni Versace. The continuity of actions is guaranteed by inserting an internal asset within the SB.

With regard to the composition of the Body (on which, in the absence of a more precise legislative definition, there is a changing succession of opinions and orientations among the commentators and in the trade associations themselves), Confindustria suggests a series of alternative solutions, indicating, among the preferable ones, a mixed composition between subjects internal and external to the company, which are in any case without operational powers. Gianni Versace considers that adhere to the above solution, which is appropriate to conjugate better the requirement of autonomy with the one of professionalism and competencies: a multi-person Body made by an internal professional and two externals.

The choice that concerns the two professionals, experts in subjects connected to the Decree no. 231/2001 and at the same time free for economics and professional constraints with the company, ensures the necessary competence and of course the independence requirement.

Each member of the Supervisory Board must be endowed with professionalism, honourableness, independence, functional autonomy and continuity of action, as well as the necessary competence to carry out the tasks entrusted by the Decree.

The Board of the Directors will be in charge of controlling the persistence of the requirements of the SB members. In order to allow the SB to do its functions, it has been provided that the SB can request the services of external consultants (i.e., lawyers specialized in criminal offences or consultancy companies regard specific issues) and also internal. Regarding the health and safety in the workplaces issues, the SB will have to use all the resources activated for the management of the related aspects.

12.2. The tasks and the powers of the Supervisory Board

The tasks assigned to the Supervisory Board are indicated within the article no. 6, subparagraph 1, letter b) of the Decree and are represented by the following expressions:

  • (i) supervise the functioning and observance of the Models;
  • (ii) updating the Models.
The activities carried out by the SB cannot be delegated to other corporate bodies. The liability of its effectiveness relapses on the Board of Directors, which is the body that the law identifies as main responsible for the implementation of the Model.

The SB does not have management or decisional powers related to the other corporate activities, and neither organisational, structuring changes or sanctioning powers.

In order to carry out the tasks assigned to it, the Supervisory Board is provided with all the powers of initiative and control over all the Company activities and personnel levels, and reports exclusively and directly to the Board of Directors, in order to accomplish effectively the duties provided by the Model. The SB adopts own rules of operating through the adoption of an own internal Regulation which is shared with the Board of Directors.

As a fulfilment of the institutional supervisory activities referred to point a), the Supervisory Body of Gianni Versace is responsible for carrying out the following more specific activities:

  • a) to prepare an annual plan to verify compliance with and operation of the Model (Supervision annual program);
  • b) to carry out targeted checks on specific operations or specific acts, carried out within the areas of Company activity identified as at risk of crime;
  • c) to prepare for each investigation and information activity the result which will be indicated in the book of activities of the SB;
  • d) to collect, elaborate and preserve the relevant information for the Model and to update the list of information that mandatorily must be transmitted or kept by the SB;
  • e) to consider the eventual notifications of possible violations or inobservance of the Model;
  • f) to conduct the investigations meant to find possible violations by cooperating with the other functions, such as Internal Audit, Legal and HR;
  • g) to report violations ascertained by the competent corporate body for the initiation of disciplinary proceedings;
  • h) to verify that the violations of the Model are effectively and adequately sanctioned;
  • i) to cooperate with the Company in order to:
    • assess the adequacy of the staff education programs and the content of the periodic communications that have to be sent to the Recipients and to the Corporate Bodies, aimed to give them the necessary awareness and knowledge of the Decree no. 231/2001 which competence is attributed to Gianni Versace’s Human Resources Direction;
    • to monitor the appropriate initiatives to spread the knowledge and understanding of the model for all the Addressees and to promote the adoption of new ones if the first result inadequate;
    • to find promptly, also with the help of external professionals, the requests for any clarifications coming from the corporate bodies or functions and related to the Model;
  • j) to control the existence and effectiveness of the required documentation related to the Model for the different categories of crimes;
  • k) to refer periodically to the Corporate Bodies of Gianni Versace the news about the implementing of the dispositions mentioned within the Decree.

Regarding the fulfilment mentioned by letter b), the update of the Model is approved by the Board of the Directors, which has, according to article no. 6, subparagraph 1, letter a), the responsibility for its implementation.

The SB guarantees the update activities of the Model and performs the following activities:

  • monitoring the evolution of the law and of the business structure in order to check possible updates needed by the Model;
  • to prepare suitable measures to keep the mapping process updated by coordinating with the other functions;
  • monitoring the adequacy and updating of the protocols respecting the needs of crimes prevention and verifying that every part that gives its own contribute for forming the Model remains responsive and adequate to the purposes of the Model as identified by law, by using information and cooperating with the owners of the sensitive activities; it must be specified that the control activities are subject to the primary responsibility of the operational management and are considered an integral section of each business;
  • to evaluate, in the case of commission of crimes and significant violations of the Model, the opportunity to introduce changes to the Model itself;
  • to propose the identified changes to the Board of Directors;
  • to verify the effectiveness and functionality of the Model changes adopted by the Board of Directors.

In order to guarantee the maximum effectiveness to its action, the SB has free access, without the need for any prior authorization, to any Company’s document that the SB considers relevant and/or necessary for the performance of its functions.

The Supervisory Body determines its annual budget and submits it to the Board of Directors for approval, without prejudice in any case to the right to request the extension of the budget, for specific needs proposed from time to time, in order to always be in a position to perform its duties in full economic and managerial autonomy.

12.3. Appointment, Revocation and Withdrawal of Supervisory Body Members

The appointment of the Supervisory Body and the revocation of its mandate are a responsibility of the Board of Directors, which has the faculty to delegate the legal representatives of the company to provide for the necessary replacements in case of resignation of the Supervisory Body and reporting it to the same Board of Directors which will have to ratify the new appointment.

The members of the SB remain in office for three years from the date of their appointment and are always eligible for re-election. They are chosen from subjects with an ethical and professional profile of unquestionable value and must not be relationships with the members of the Board of Directors.

Company employees and external professionals can be appointed members of the Supervisory Body. These last must not have relations with the Company such as to integrate hypotheses of conflict of interest.

The fees of the members of the Supervisory Board, both internal and external to the Company, do not constitute hypotheses of conflict of interest.

It cannot be appointed as member of the SB and if appointed decays, the interdicted, the incapacitated, the bankrupt or who has been convicted, even with a sentence that is not yet final or issued pursuant to article no. 444 et seq. of the Code of Criminal Procedure (so called “plea deal”), to a penalty that implies an interdiction, even temporary, from the public offices or an inability to exercise managerial tasks, or has been convicted, even with a sentence that is not yet final or issued pursuant to article no. 444 et seq. of the Code of Criminal Procedure (so called, “plea deal”) for having committed one of the crimes indicated by the Decree no. 231/2001.

If a cause for revocation occurs in the course of the assignment, the member concerned has to inform immediately the other members of the SB and the Board of the Directors.

The eligibility requirements and / or the forfeiture hypotheses are also extended to the subjects who help the SB through its assignments, so that the SB, in carrying out its duties, will not be able to be helped by subjects who pay in the conditions of ineligibility and / or forfeiture mentioned above.

In addition to the loss of the eligibility requirements, the following causes constitutes further reasons of termination of the office:

  • the waiver, to be sent to the Board of Directors and to the other members of the SB indicating the reasons for such choice and sent at least one month earlier the date on which the waiver will take effect;
  • death or subsequent inability or impossibility to exercise the assignment;
  • the termination, for any reason or cause, of the position held in Versace.

The Chairman of the Supervisory Body, or another member in the event of cessation of the Chairman, must promptly notify to the Board of Directors that occurred of one of the aforementioned causes from which derives the need to replace a member of the SB and the Board of Administration will have to replace promptly the discontinued component.

In the event of renunciation, subsequent incapacity, death, revocation or forfeiture of the President of the SB, the oldest member takes over until the date on which a new resolution of the Board of Directors will appoint a new chairman.

The Board of Directors can revoke, through a board resolution, after hearing the opinion of the Board of Auditors, the members of the Body at any time but only for just cause.

Below, are mentioned the conditions that justify revocation for just cause:

  • the verification of a serious breach by the Supervisory Body in the performance of its duties;
  • the non-communication to the Board of Directors of the existence of a conflict of interests that avoids the maintenance of the role as member of the SB;
  • the Company's conviction, which has become final, or a sentence to apply the penalty at the request of the parties pursuant to article no. 444 of the Code of Criminal Procedure (so called, “plea deal”), if it appears from the deeds that the Supervisory Body has failed or failed to exercise sufficient vigilance;
  • violation of the confidentiality obligations regarding the news and information acquired in the exercise of the functions of the Supervisory Body;
  • for the subject who has a subordinate relationship, the initiation of a disciplinary process for facts from which the sanction of dismissal may derive.

If the revocation occurs without a just cause, the revoked member can request to be immediately reinstated in the office. Each member can withdraw from the assignment at any time with written notice of at least 30 days, to be communicated to the Board of the Directors by registered letter with return receipt.

12.4. The reporting activity of the Supervisory Body

In order to guarantee a fully autonomy and independence in accomplishing its functions, the SB has to communicate directly to the Board of Directors and to the Board of Auditors.

The SB reports to both the Board of Directors and Board of Auditors about the implementation of the Model and the results of the monitoring activities with the following methods:

  • at least once per year, the SB has to communicate to the Board of Directors with a written report the monitoring activities, the issues arisen and what should be the next steps in order to improve the Model;
  • periodically the Board of Auditors and the SB have to meet for discussing about hypothetical breaches realized by persons in a top position.

The SB informs periodically also the CEO. Furthermore, the Board of Auditors can require in any moment to view the books of the SB.

After each meeting must be written a report and its copy will be kept by the SB and by the bodies involved.

The SB will coordinate with the other competent corporate functions for the different specific profiles and particularly, but not exclusively, with the Directions of HR, Finance, Administration & Control, Legal Affairs, Corporate, Internal Audit and Compliance of Gianni Versace.

The Board of Auditors, the Board of Directors and the CEO have the faculty to convene in any moment the SB and this one has the same faculty when urgent reasons arise.

12.5. Information flows to the Supervisory Body

The Decree no. 231/2001 indicates the requirements, the obligations and the information to the SB that the Model must satisfy.

The information flows concern the information and the documents that must be taken to the attention of the SB, according to the protocols and to the other dispositions, which define the Model.

All the corporate structures have an information obligation to the SB, according to the modes listed below:

The obligation is extended to the following information flows:

  • general information flows;
  • specific information flows for each process relevant to the Decree.

All employees, managers and all those who cooperate in the pursuit of the Company's purposes are required to inform the Supervisory Body, whenever the event occurs, in order to deal with any exception, violation or suspected violation of their knowledge:

  • behavioral rules indicated in the Ethical Code and in the Model;
  • behavioral principles and executive modes regulated by protocols and corporate procedures relevant to the Decree.

For such purposes has been constitute a communication channel, which allows to the Company’s personnel to send each information they want to report remaining anonymous; such modality of reporting is meant to guarantee the anonymity in order to prevent those who report from retaliation conducts.

The SB results informed through specific notifications received by an E-mail box organismodivigilanza@versace.it from the Recipients, related to events that could generate liability of Gianni Versace, according to the Decree.

The following explanations are related to a general framework:

  • any report relating the commission or a reasonable belief of a commission of Crimes or general conduct not adequate with the rules of conduct established in this Model must be collected;
  • if an employee wants to report a violation (or a potential violation) of the Model can report to his/her hierarchal superior. If the report does not give the hoped results or if the employee does not feel comfortable in communicating the violation to his/her hierarchical superior has to send an E-mail to organismodivigilanza@versace.it which guarantees always the anonymity of the communication;
  • the SB assess the notifications received. The eventual measures will be applied by the management body or by the Board of Directors.

In addition to the reports relating to general violations described above, must be sent to the SB the information concerning:

  • the notifications received by the Ethical Group Committee according to the dispositions of the procedure of General Reporting and by the Regulation of the Ethical Code, where such dispositions constitute potential interest relevant to the Decree no. 231/2001 and capable of damaging the Company’s security and image;
  • the updated Statute of the Company;
  • the Certificate of incorporation;
  • the current system of proxies and powers of attorney;
  • the Reports of the Board of Directors which can assume relevance for the Model, according to article no. 231/2001;
  • notifications of judicial acts against the Company, measures and / or news from judicial police bodies or from any other authority (also administrative), communications from Independent Administrative Authorities (Competition and Market Authority, Guarantor for the Protection of Personal Data) which indicate the development of the investigations, also against unknown persons, for the offenses referred to the Decree from which could rise a liability for the Company, without prejudice to the obligations of confidentiality and secrecy legally imposed;
  • the control activities carried out by the Heads of the Corporate Functions from which emerged facts, acts, events or omissions with critical profiles in compliance with the provisions of the Decree and the Model;
  • request of legal assistance sent from the managers and / or by the employees in case of initiation of a judicial process for the offences related to the Decree;
  • the disciplinary proceedings carried out and any penalties imposed (including the measures against Employees), or the archiving measures of the accompanied proceedings and when possible, accompanied also by a copy of the documents and the reasons for the archiving measure;
  • the reports of serious accidents or occupational diseases that integrate the crime of manslaughter or serious or very serious injuries occurred in the workplace;
  • the certification of the adequacy and effective application of the procedures during the period to which the financial statement information are related to, as well as their correspondence to the results of the accounting books and their suitability to provide a true and correct representation of the Company's economic and financial position;
  • the reports regarding environmental accidents or situations that have a potential impact on environmental matters which are relevant to Legislative Decree no. 121/2011;
  • the decisions inherent the requests, provisions and utilize of public funding.

The SB, during the activity of supervision arisen as consequence of the notification, will act in such way that the reporting employee will always be guaranteed to not be subject to retaliation, discrimination or penalizations, ensuring his or her anonymity and the respect of the law on the personal data, with an exception when Gianni Versace’s rights could be damaged. The Italian law establishes, in order to protect the reporting employee from the prohibited conducts mentioned above, the possibility to report the conduct to the National Inspectorate of Work, for the measures for which it is competent. The same right is given also to the Syndicate. Furthermore, the dismissal (seen as a retaliation) is invalid like also the changes of mansions, according to article no. 2103 of the Civil Code and each other measure of retaliation adopted against the reporting employee.

The members of the Supervisory Body must not report outside Gianni Versace’s perimeter the information acquired in the exercise of their functions, except for legal obligations.

All the information, both general and specific, must be sent in written form and addressed to the E-mail box of the Supervisory Body (organismodivigilanza@versace.it).

Each information and report provided by the Model is conserved by the SB in a specific IT achieve and or in a papery storage in compliance with the Legislative Decree no. 196/2003 as updated and integrated by the new European Regulation on the Protection of Personal Data (GDPR).

13. WHISTLEBLOWING

13.1. Whistleblowing

With Legislative Decree No. 24 of March 10, 2023, the Council of Ministers implemented Directive (EU) 2019/1937 of the European Parliament and of the Council of October 23, 2019, on "the protection of persons who report suspected violations of Union law and laying down provisions regarding the protection of persons who report breaches of national laws" (hereinafter also "Whistleblowing Decree"). This measure is aimed at the creation of a single discipline for the protection of whistleblowing, for the protection of both the public and private sectors, and involved, on the one hand, the repeal of: a) Article 54-bis of Legislative Decree No. 165 of March 30, 2001; b) Article 6, paragraphs 2-ter and 2-quater, of Legislative Decree No. 231 of June 8, 2001; c) Article 3 of Law No. 179  of November 30, 2017; and, on the other hand, the updating of paragraph 2-bis of the aforementioned Article 6. 
The provisions of the Decree in question apply to "private sector entities," which: (i) have employed, in the last year, an average of at least fifty subordinate workers with permanent or fixed-term employment contracts, or (ii) fall within the scope of application of Legislative Decree 231/2001 and have adopted organization and management models provided for therein, even if they do not exceed the average number of subordinate workers indicated above.
Specifically, today's Article 6, paragraph 2-bis provides that, pursuant to the legislative decree implementing Directive (EU) 2019/1937 of the European Parliament and of the Council of October 23, 2019, the Organization, Management and Control Models shall provide for:.
-    their own internal reporting channels, which guarantee, including through the use of encryption tools, the confidentiality of the identity of the reporting person, the person involved and the person in any case mentioned in the report, as well as the content of the report and the related documentation;
-    the prohibition of acts of retaliation, identified in any behavior, act or omission, even if only attempted or threats, made on account of the report, the report to the judicial or accounting authority or public disclosure and which causes or may cause the reporting person or the person who made the report, directly or indirectly, unfair damage ;
a penalty system, adopted pursuant to paragraph 2 (e) below, against those who violate the measures for the protection of the whistleblower, as well as those who maliciously or grossly negligently make reports that turn out to be unwarranted. In disputes related to the disbursement of disciplinary sanctions, job demansions, dismissals, transfers, or subjecting the reporter to other organizational measures with negative effects on working conditions, it is up to the employer to prove that such measures were taken on the basis of reasons unrelated to the report (so-called "reversal of the burden of proof in favor of the reporter").
The Company in order to ensure the effectiveness of the whistleblowing system ensures the timely information of all employees and individuals who collaborate with the same with reference to the knowledge, understanding and dissemination of the objectives and the spirit in which the report must be made. 
In particular, the object of the reports should be violations  of national or European Union regulatory provisions that damage the public interest or the integrity of the public administration or private entity, of which they have become aware in a public or private work context.However, the following will not be reportable: 
a)    disputes, claims or demands related to an interest of a personal nature of the reporting person or the person making a complaint to the judicial or accounting authority that exclusively concerns his or her individual labor or public employment relationships, or inherent in his or her labor or public employment relationships with hierarchically subordinate figures;
b)    reports of violations where they are already mandatorily regulated by the European Union or national acts indicated in Part II of the Annex to this Decree or by national acts that constitute implementation of the European Union acts indicated in Part II of the Annex to Directive (EU) 2019/1937, although not indicated in Part II of the Annex to this Decree;
c)    alerts on breaches of national security, as well as procurement related to defense or national security aspects, unless such aspects are covered by relevant secondary legislation of the European Union.
Reports must provide useful elements to enable the responsible parties to carry out due and appropriate checks and investigations (Article 6, paragraph 2-bis, Legislative Decree 231/2001).

13.2. The Whistleblowing procedure

The Company, in order to ensure the effectiveness of the Whistleblowing system, has adopted a specific Group procedure entitled "Whistleblower Policy - Procedures for Investigating Employee or Third Party Complaints" (hereinafter also, "Policy") for the management of reports made by employees and third parties, which makes employees aware of the existence of special communication channels that allow them to submit any reports, based on precise and agreed factual elements. 
With a view to fully implementing the regulations of the Whistleblowing Decree, the Company has, moreover, supplemented this Policy with the document entitled "European Union Addendum to the Whistleblowing Policy" (hereinafter also, the "Addendum"), in which all the provisions of Decree 24/2023 are declined and provided for in the individual "Country" subsections, in order to give adequate regulation to any ad hoc provisions, adopted locally, in the various legislations that have implemented the above-mentioned Directive..
The Policy adopted by the Company-including the Addendum and the "Country" sections-is aimed at regulating, encouraging, and protecting, anyone within their work context who, upon becoming aware of an offense and/or irregularity in the workplace, decides to report it. Taking into account the reference to "the work context," the regulatory protections provided for the whistleblower are aimed both at those who are linked to a subordinate employment relationship with the Company, as well as any other person who has any kind of collaborative relationship, who "performs his or her activities at entities in the private sector10.

‒    illicit conducts that integrate one or more types of crime from which could rise a liability for the entity, according to the Decree;
‒    conduct that, while not constituting any offence, was carried out in violation of rules of conduct, procedures, protocols or provisions contained within the company's regulatory documents;
‒    conducts that are not considered ethic or in violation of the Code of Ethics;
‒    conduct that is a breach under Article 2, Paragraph 1 (a) of Legislative Decree 24/2023 (ref. Note 14).
The reports must provide useful elements to allow the persons in charge to carry out the necessary and appropriate verifications.

The reports can be send by using the hotline made available by the Company:

800-172-444
typing, when required, the following number:
855-224-4261

or

through the Group Ethics Point (https://secure.ethicspoint.com/domain/media/en/gui/52946/index.html).
 

In addition - again with the same confidentiality guarantees of the identity of the reporting person, the person involved and the person in any case mentioned in the report, as well as the content of the report and the related documentation - any reports may be received via the specially established e-mail address organismodivigilanza@versace.it (in the manner described in Section 12.5).
The Company shall act in such a way as to guarantee whistleblowers against any form of retaliation or discriminatory behavior, direct or indirect, for reasons related, directly or indirectly, to the report.

13.3. Disciplinary measures against those who are the report addressees

For the purposes of the Whistleblowing provisions, please refer to the provisions of the Disciplinary System identified by the Company.

14. SPREADING OF THE MODEL: COMMUNICATION, INFORMATION AND EDUCATION OF THE RECIPIENTS

14.1. Preamble

In order to ensure widespread dissemination and effective knowledge of this Model and the Code of Ethics, Gianni Versace has the task of carrying out accurate communication and training to all Recipients, so as to increase their awareness of the requirements they must necessarily comply with and the possible consequences that may arise from the occurrence of unlawful conduct.

In order to an efficient implementation of the Model, it is a purpose of Gianni Versace to guarantee to all the Recipients of the Model a correct knowledge and the diffusion of the conduct rules contained. Al the personnel and the persons in a top position, consultants or business partners must have a fully knowledge about the purposes and transparency which the Model refers to and the modalities which the Company adopts to reach them.

A particular purpose is represented by the need to ensure an effective knowledge of the provisions of the Model and the reasons behind the effective implementation of resources whose activities have been identified at risk. Such provisions are directed to the current assets of Gianni Versace as also to the ones to be implemented.

14.2. Communication

The adoption of the Model (including also its updates) is communicated to all the working personnel at the date of its implementation. The communications are disposed through:

  • acknowledgment via Workday system;
  • spreading of the Model on computer media such as share folders on the company network, which allows at any time, from any terminal of the company network, to consult the Model and the operating procedures provided for by it and thus allowing for constant monitoring of the methods of action and accomplishment of the specific activity. 

New employees are given an employee handbook indicating the link where to find the Code of Ethics, the Model and the different company procedures (some of which must be signed for acknowledgement through the Workday system), with which to ensure that they have the knowledge considered of primary importance.
The above mentioned individuals, upon communication of this Model, undertake, in the performance of their duties pertaining to the areas relevant for the purposes of the Decree and in any other activity that may be carried out in the interest or to the advantage of the Company, to comply with the principles, rules and procedures contained herein.
As far as Third Party Recipients are concerned, the head of the Legal Department and the head of the department to which the contract refers determine the methods of communication of the Model and the Code of Ethics, which is an integral part of it. In particular, in contracts entered into by the Company with Third Party Recipients, specific clauses are included that stipulate the obligation to comply with the Model and the Code of Ethics with application of the relevant sanctions in case of violation.

14.3. Education

In order to guarantee the spreading and an effectiveness knowledge of the Decree no. 231 and of the Model, Gianni Versace has the duty to implement an important educational training for its personnel.

The training activity is different for each category of employee since they are divided by addressees’ qualifications.

All training programs will have a minimum common content consisting of the illustration of the principles of Legislative Decree 231/2001, of the elements constituting the Model, of the singles types of offenses envisaged by the Legislative Decree no. 231/2001 and of the behaviors considered sensitive in relation to the execution of the aforementioned crimes.

In addition to this common matrix, each training program will be modulated, where necessary, in order to provide its users with appropriate tools for fully compliance with the provisions of the Decree in relation to the area of operation and the duties of the recipients of the program itself.

The training activity will be carried out with periodically deadlines and repeated in the occasion of mansion changes that have an impact on the behavior relevant for the Model and to the additions that modify the Model.

The participation to the training programs mentioned above is mandatory and the control about the frequency to the classes is monitored by the HR Direction which informs the SB.

The training education can be provided by courses kept in class or e-learning courses which content is updated simultaneously to the law.

15. VERIFICATION OF THE IMPLEMENTATION OF THE MODEL

The Model will be the purpose of the verification and monitoring activities of the effectiveness and efficacy of the Model that will be promoted on the basis of the supervision plan prepared by the SB and reported to the Corporate Bodies as specified above.

FOOT NOTES

1    The article no. 64 of the Legislative Decree no. 231 of 21st November 2007 has abrogated the subparagraphs no. 5 and no. 6 of the article no. 10 of Law no. 146 of 16 March 2006, which had introduced within the Transnationals Offences the offence of money laundering (article no. 648-bis of the Italian Criminal Code) and the use of money, goods or benefits of illegal origin.

2    The fraud mentioned by the Decree not necessarily requires tricks for being recognized but implies that the violation of the Model has been determined bypassing the control system provided by the same Model in order to force its efficacy. 

3    The Entity’s conformity to the certification systems does not establish presumption of conformity to the requirements of the Decree.

4    Every Entity established abroad with a head office or the corporate purpose in Italy is subject to the dispositions of the Decree.  

5    It cannot be an amount over Euro 103.291,00.

6    In case of controversies related to the imposition of disciplinary sanctions, or to demotions, dismissals, transfers or submission of the reporting person to another organisational measure having negative effects, direct or indirect, on the working conditions, subsequent to the presentation of the report, it is responsibility of the employer to demonstrate that the measures imposed are based on reasons unrelated to the report itself.  

7 Recording the "Provisions for the protection of the complainants of reports of crimes or irregularities of which they have become aware in the context of a public or private employment relationship," by which the Legislature, in an initial effort to standardize the provisions provided for the public sector, had introduced specific provisions for the entities recipients of Legislative Decree 231/2001 and inserted within Article 6 of Legislative Decree 231/2001 the three paragraphs bis), ter) and quater), two of which have been abolished to date and replaced by the new provision.

8    By way of example only, Article 17 lists a whole series of acts that may constitute "retaliation," namely: a) dismissal, suspension or equivalent measures; b) demotion in grade or non-promotion; c) change of duties, change of place of work, reduction of salary, change of working hours
of work; d) suspension of training or any restriction of access to it; e) negative merit notes or negative references; f) the adoption of disciplinary measures or other sanction, including fines; g) coercion, intimidation, harassment or ostracism; (h) discrimination or otherwise unfavorable treatment; (i) failure to convert a fixed-term employment contract into an employment contract of indefinite duration, where the employee had a legitimate expectation of such conversion; (l) failure to renew or early termination of a fixed-term employment contract; (m) damage, including to the person's reputation, particularly on social media, or economic or financial harm, including loss of economic opportunities and loss of income; (n) placement on improper lists on the basis of a formal or informal sector or industry agreement, which may result in the person's inability to find employment in the sector or industry in the future; (o) the premature termination or cancellation of a contract for the provision of goods or services; (p) the cancellation of a license or permit; (q) a request to undergo psychiatric or medical examinations.

9    By violations, specifically are meant: conduct, acts or omissions that damage the public interest or integrity of the public administration or private entity and consist of: 1) administrative, accounting, civil or criminal offenses that do not fall under numbers 3), 4), 5) and 6); 2) illegal conduct relevant under Legislative Decree June 8, 2001, no. 231, or violations of the organization and management models provided for therein, which do not fall under numbers 3), 4), 5) and 6); 3) offenses that fall within the scope of application of European Union or national acts indicated in the annex to this decree or national acts that constitute implementation of European Union acts indicated in the annex to Directive (EU) 2019/1937, although not indicated in the annex to this decree, relating to the following sectors: Public procurement; financial services, products and markets and prevention of money laundering and terrorist financing; product safety and compliance; transport safety; environmental protection; radiation protection and nuclear safety; food and feed safety and animal health and welfare; public health; consumer protection; privacy and personal data protection and security of networks and information systems; 4) acts or omissions affecting the financial interests of the Union referred to in Article 325 of the Treaty on the Functioning of the European Union specified in relevant secondary legislation of the European Union; (5) acts or omissions affecting the internal market, as referred to in Article 26(2) of the Treaty on the Functioning of the European Union, including violations of the Union's competition and state support rules, as well as violations affecting the internal market related to acts that violate corporate tax rules or mechanisms whose purpose is to obtain a tax advantage that frustrates the object or purpose of the applicable corporate tax law; (6) acts or conduct that frustrates the object or purpose of the provisions of Union acts in the areas indicated in (3), (4) and (5).

10   That is: (i) self-employed workers or holders of a collaborative relationship; (ii) workers or the collaborators, who provide goods or services or perform works for third parties; (iii) self-employed professionals and the consultants; (iv) volunteers and trainees, paid and unpaid; (v) shareholders and persons with administrative, management, control, supervisory or representative functions, even if these functions are exercised on a purely de facto basis, who provide their services to the Company